Roversi Monaco: «Sorpreso dalla frenata di Merola, Banca Imi crede nel People mover»

«Sorpreso dalla frenata di Merola, Banca Imi crede nel People mover»
Roversi Monaco rilancia l’opera: «La navetta deve arrivare a Fiera e Fico». «Ci siamo incontrati, sa che il nostro istituto ha espresso un forte impegno»

di Armando Nanni

Il presidente di Banca Imi (nonché del complesso museale di Genus Bononiae), Fabio Roversi Monaco, interviene sulla delicata e annosa questione del People mover, il treno sopraelevato per il collegamento rapido aeroporto-stazione per il quale, negli ultimi giorni, è di nuovo suonato l’allarme con il rischio che possa finire in secca. Un’opera che, per andare a regime, richiede un investimento di 116 milioni: la Regione ne ha assicurati 27, l’aeroporto altri 3. Ne mancano ancora 86. Oltre a Marconi Express, la società che dovrà realizzare e gestire la navetta, c’è al lavoro un pool che vede in prima fila Intesa Sanpaolo e Banca Imi oltre a Unicredit e Unipol.
Presidente, ha letto le recenti dichiarazioni del sindaco Merola secondo il quale il People mover sarebbe finito «su un binario un po’ più morto?»
«Sì, e sono rimasto molto sorpreso».
Perché?
«Lo spiego subito: circa un mese e mezzo fa l’amministratore delegato di Banca Imi, Gaetano Miccichè, è stato ricevuto dal sindaco e nel corso della visita ha espresso un forte impegno operativo per recuperare questo progetto di così grande importanza per Bologna. Posso dire che Banca Imi sta seguendo con estrema attenzione la pratica del People mover, sia dal punto di vista del finanziamento che dal lato delle procedure che dovranno consentire di raggiungere la massa critica per fare partire il prima possibile, anzi subito, un progetto dal quale dipendono aspetti essenziali per il futuro di Bologna. La banca ha manifestato la sua assoluta disponibilità anche nel corso di colloqui con Marconi Express, che si è strenuamente impegnata con il suo presidente ingegner Rita Finzi. E di tutto questo il sindaco Merola è edotto, così come sa del forte impulso dato al People mover dalla Camera di commercio. Per questo sono sorpreso ».
Eppure, anche alla luce di questi contatti, resta la dichiarazione, così pessimista, di Merola.
«Sono portato a pensare che il sindaco non sia stato ben interpretato, non posso credere che abbia detto che il progetto si andava perdendo, che è sul binario morto quando mi sembra, anzi, che sia ben vivo proprio in conseguenza dei passi molto importanti fatti in quest’ultimo mese».
Quella dichiarazione l’ha fatta alla radio…
«Spero non sia la sua posizione. Tuttavia è chiaro che, come in tutti i business, la prova del nove si ha solo alla fine».
L’impressione è che l’ansia e lo scetticismo sulla realizzazione dell’opera vengano più che altro dalla classe politica. Non crede?
«Rispondo subito: francamente l’unica ansia che dovrebbe avere un politico è quella del fare. Realizzare a tutti i costi un progetto che viene da lontano e di cui Bologna ha un gran bisogno. L’ansia dev’essere un’ansia costruttiva. Se, invece, si trattasse di un atteggiamento del tipo: rallentiamo ancora i tempi, attendiamo gli eventi, allora sarebbe veramente distruttivo. Non intendo dare lezioni di politica a nessuno, ma se ci fosse, nella classe politica bolognese quest’ansia non costruttiva, che non credo caratterizzi il nostro sindaco, sarebbe un male inspiegabile e deleterio».
Qualcuno sostiene che i recenti interventi della Corte dei conti proprio sul People mover, oltre che della Procura, possano avere creato qualche preoccupazione tra politici e amministratori.
«La Corte dei conti è formata da persone valide, capaci e corrette. Hanno fatto dei rilievi sul passato, ma non vedo come possano essere fatti rilievi su un progetto che, ora, è portato avanti in modo chiaro, lineare e trasparente. Posso capire che si voglia andare con i piedi di piombo: però andare, camminare. È impensabile che la politica voglia procedere sulla base di timori che la privano del suo contenuto principale che è, almeno oggi, quello del fare».
Quanto vale il People mover per la quotazione in Borsa dell’aeroporto Marconi e per il successo della cittadella agroalimentare Fico? Tra l’altro, per Fico siamo ormai ai blocchi di partenza: i lavori inizieranno a settembre con l’obbligo, per il vincitore del bando, di concluderli entro il 30 settembre 2015.
«Avere in tempi rapidi il People mover è essenziale anche per la Fiera di Bologna, non solo per l’aeroporto e per Fico. Il Marconi è in espansione e deve avere la possibilità di esprimere tutte le sue potenzialità, è chiaro che il collegamento veloce e con tempi certi, parlo di 9-10 minuti, con la stazione (e quindi con il centro della città) non può essere assicurato dai taxi; oltretutto con una via Emilia così trafficata e difficoltosa. Il People mover non è solo aeroporto-stazione, ma anche il collegamento essenziale per Fiera e Fico. E le condizioni per allungare questo collegamento ci sono già».
Quindi Banca Imi intende garantire il suo sostegno anche per questo prolungamento della navetta?
«Sì, parliamo di un discorso complessivo, un percorso che deve necessariamente collegare anche Fiera e Fico. Il People mover sarà l’opera che valorizzerà un aeroporto in procinto di quotarsi in Borsa — operazione indovinata di cui va dato atto all’attuale governance della Camera di commercio, che del resto sostiene consapevolmente e fino in fondo il progetto — ed è evidente che la rapidità degli spostamenti verso stazione e centro è una variabile di estrema importanza».
Dopo l’addio alla metropolitana e il disastro del Civis, il People mover sarebbe l’unica opera infrastrutturale a vedere la luce a Bologna in tanti anni…
«E avrebbe un grande valore psicologico perché direbbe a tutti: vedete che se decidiamo di fare, facciamo! Siamo riusciti a partire con Fico e, anche a fronte della decadenza della Fiera, il People mover può portare nuova linfa».
A proposito della Fiera, proprio un mese fa lei ha combattuto un’aspra battaglia. Ha voglia di parlarne?
«Tutto quello che avevo da dire è nella dichiarazione scritta che a fine giugno ho consegnato all’assemblea dei soci della Fiera e che rimane valida e attuale».

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