Articoli con tag Civis

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.

Collina, se l’aspettava?

«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».

Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?

«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».

Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.

«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».

E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?

«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».

Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.

«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».

Nonostante le indagini?

«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».

Competitivi o privilegiati?

«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».

Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.

«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».

Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?

«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».

 

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La notte delle inchieste sul «sistema-Emilia»

Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 dal Corriere di Bologna.

La notte delle inchieste sul «sistema-Emilia»

Da Di Nicola ad Alfonso, dal dialogo fra palazzi alla linea dura, fino ad Amato e al suo nuovo corso: basta fascicoli dai contorni labili

La sentenza sul People mover spedisce sul binario morto un altro processo eccellente, forse l’ultimo ancora in piedi che metteva nel mirino un intero sistema di potere e le presunte connivenze tra amministrazioni e cooperative. Se non è il crepuscolo delle inchieste «politiche», il sipario su una stagione segnata da scandali e accuse poi naufragate, poco ci manca. È un fatto che, tranne qualche rara eccezione, negli ultimi sette anni le più importanti inchieste sulla pubblica amministrazione siano state azzerate dai giudici. Il rosario da sgranare, tra assoluzioni e prescrizioni, è lungo. Il Civis, il People mover, l’incarico alla storica segretaria di Bersani, Zoia Veronesi, naturalmente Terremerse, versante Vasco Errani, i bandi per i vari Global Service, il sistema regionale degli accreditamenti per le cliniche, l’appalto per la centrale tecnologica del Sant’Orsola, almeno in parte i processi con al centro il Cipea di Gianluca Muratori (che hanno se non altro accertato episodi corruttivi) e da ultimo, e ancor prima di arrivare davanti a un giudice, l’indagine sulla Colata di Idice. Un discorso a parte merita la maxi inchiesta sulle presunte spese pazze dei consiglieri regionali, comune peraltro alle Procure di mezza Italia e per buona parte ancora sottoposta al vaglio dei giudici in dibattimento. Ci sono state assoluzioni ma anche condanne e patteggiamenti decisi da giudici spesso diversi. La sensazione è che con la sentenza di ieri si chiuda dunque una lunga stagione che ha scavato un solco tra magistratura e politica, mai nemmeno sfiorata dagli scandali prima di allora e comunque poco abituata a farsi giudicare. Sette anni di inchieste sulla pubblica amministrazione, indagini infinite, sequestri milionari concessi e poi cassati, costi umani e costi vivi sostenuti per intercettazioni, consulenze e perizie. Indagini avviate principalmente dopo l’arrivo sotto le Due Torri dell’allora procuratore Roberto Alfonso che ha dato un nuovo impulso alle inchieste sui reati contro la pubblica amministrazione, raccogliendo però spesso sonore bocciature dai giudici. Prima d’allora, va detto, processi di questo tipo erano una rarità. La Procura guidata da Enrico Di Nicola non sparava certo cannonate. Nessuno insabbiava, naturalmente, ma l’interlocuzione tra palazzi era una costante. Gli esposti di opposizioni e comitati ci sono sempre stati ma spesso finivano in niente o con archiviazioni che stigmatizzavano certi comportamenti ma poi finiva lì. Proprio nel periodo di passaggio di consegne arrivò il Cinzia-gate, lo scandalo che portò alle dimissioni dell’allora sindaco Flavio Delbono. Un vero spartiacque. Il fascicolo fu avviato all’archiviazione, un gip lo rimandò indietro e venne affidato a un nuovo pm. Il resto, patteggiamento compreso, è storia nota. L’inchiesta su cui la Procura guidata da Alfonso ha forse investito di più è quella che ha coinvolto il governatore Vasco Errani fino a spingerlo alle dimissioni. Un’accusa tenacemente sostenuta dai pm e oggetto di ribaltamenti e sentenze contrastanti. Fino all’assoluzione definitiva che ha fatto (di nuovo) saltare il tappo e salire sulle barricate un’intera classe politica che inorridiva alla sola idea che si potesse processare l’esponente di spicco di un partito che ha governato pressoché ininterrottamente in Regione. La graticola è toccata anche all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca con un’accusa di corruzione portata avanti ostinatamente, nonostante le pronunce avverse dei giudici del Riesame, e poi abbandonata strada facendo mentre il processo sul Civis si avviava alla prescrizione. Ora con l’arrivo del procuratore Giuseppe Amato la Procura cambierà di nuovo strada, dicono avvocati eccellenti e addetti ai lavori. Niente più inchieste infinite e dai contorni labili, ma tempi certi e risposte celeri. Un concetto sottolineato a più riprese nel giorno del suo insediamento e ribadito nei fatti proprio con la richiesta di archiviazione per le presunte pressioni alla sindaca Isabella Conti. È un fatto che le inchieste di questi anni abbiano se non altro avuto il merito di far emergere anomalie, storture, irregolarità amministrative, se non vere e proprie connivenze tra poteri. Ma si sono quasi sempre sfaldate alla prova dei fatti e spesso, particolare non secondario, dopo un tempo infinito. I casi Civis (con i mezzi sostituiti dopo l’inchiesta) e People mover (con i patti parasociali cambiati in corso d’opera) stanno lì a dimostrarlo. Le assoluzioni, direbbe qualche magistrato, fanno parte della fisiologia del processo. I pm indagano e se del caso archiviano, i collegi giudicano e se lo ritengono assolvono. È il segno che il sistema funziona. Il fatto è che spesso, al netto di organici carenti e personale mancante, tutto ciò avviene con tempi intollerabili.

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Who’s really believing that People Mover for Bologna Intamin will set a new standard for public transportation?

People Mover = Civis

Quando si constaterà che il mezzo non è omologabile sarà troppo tardi, e intanto avremo sprecato 27 milioni di euro di denaro pubblico!!!

 

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Gualtieri (Tper): “Il People mover sarà un’opera utile e apprezzata dai bolognesi e non solo”

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2016/30-settembre-2016/spuntano-strisce-banchine-crealis-all-esame-guida-ottica-240941372027.shtml

Spuntano le «strisce» alle banchine. I Crealis all’esame della guida ottica

Al via il test sull’accostamento elettronico. L’obbiettivo di raddoppiare la rete filoviaria

di Mauro Giordano

BOLOGNA – Saranno la guida per il filobus Emilio quando dovrà accostarsi alle fermate usando il suo occhio elettronico, permettendogli di non sbagliare e di bloccarsi con una distanza laterale tra i 3 e i 5 centimetri dalla banchina. A San Lazzaro ci hanno già fatto l’abitudine ma adesso anche a Bologna sono iniziate a comparire le strisce disegnate sull’asfalto delle «fermate intelligenti», dei «binari » capaci di dialogare con il mezzo durante la sosta: due linee tratteggiate e parallele, lunghe quanto il filobus (18 metri, per una capienza di 142 passeggeri), che in questo modo sarà allineato ai nuovi marciapiedi già realizzati e pensati per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri.

Presto si potrà vedere Emilio testare in via Mazzini l’accostamento elettronico: in un video proiettato durante il convegno dedicato ai filobus, ospitato da Tper nel quartier generale di via Saliceto, si vede già la manovra effettuata in una prova a San Lazzaro. Ecco la procedura: il dispositivo di lettura si attiva con la messa in modo del mezzo (a impatto zero), una luce verde segnala che tutto funziona e inizia a lampeggiare non appena l’occhio elettronico inizia a leggere la traccia sull’asfalto in prossimità delle fermate. Da quel momento centraline elettroniche e messaggi digitali guidano il veicolo aiutando l’autista, che potrà intervenire se qualcosa dovesse andare storto. «Sono già partiti i corsi di formazione per gli autisti, già selezionati tra i migliori del nostro personale — spiega Fabio Monzali, responsabile di impianti e infrastrutture di Tper —. Ne abbiamo già 30 pronti e in futuro tutti sapranno anche guidare il filobus». Il Crealis ha già iniziato a circolare sulla linea 13, entro la fine dell’anno i 49 mezzi dovrebbero entrare in funzione sulla 14 e sulle circolari 32 e 33. «Nella primavera 2017 vorremmo vedere Emilio fare il tratto da Bologna a San Lazzaro (il tragitto pensato per il Civis e che sostituirà il 19, ndr) — aggiunge Monzali —. È un sogno, ma sicuramente l’anno prossimo sarà quello definitivo». Secondo Monzali i «binari» del filobus necessiteranno di un intervento di manutenzione all’anno: «Useremo una resina particolare per tracciare le linee sull’asfalto».

Per il futuro Tper punta a raddoppiare la sua attuale rete filoviaria, lunga sotto le Due Torri 37 chilometri (linee 13, 14, 32 e 33 e seconda in Italia dopo Milano). Sarà possibile grazie al pacchetto di fondi in arrivo dal Cipe: 41 milioni di euro degli oltre 300 destinati al completamento dell’Sfm saranno infatti dedicati all’acquisto di 55 filobus nuovi (per fare partire l’iter si aspetta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Una soddisfazione per la presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, che inserisce quei mezzi nel quadro generale della città. «Guardiamo con favore alla realizzazione di un tram per Fico e crediamo che il People mover sarà un’opera utile e apprezzata dai bolognesi e non solo — dice la Gualtieri —. Come in ogni grande città ci saranno delle alternative per collegare l’aeroporto, il Blq sarà soppresso ma spero che nulla sia immobile e che quindi si potranno studiare anche altre soluzioni con i bus».

A proposito di viabilità oggi la Gualtieri sarà con i sindacati di Tper all’incontro con l’assessore alla Mobilità, Irene Priolo, per affrontare i problemi dell’asse via dei Mille-Irnerio durante T day: «Le difficoltà sono oggettive, abbiamo già delle soluzioni possibili. Credo che tutto si possa risolvere facendo gioco di squadra, partendo dall’aiuto della polizia municipale». Poi uno sguardo al vecchio Civis: «I mezzi abbandonati all’Interporto non comportano spese per noi e per la città, è tutto a carico di Iveco», e oltre i confini cittadini: nel 2019 l’Emilia-Romagna (che ha dato il servizio ferroviario in gestione a Tper e Ferrovie dello Stato per i prossimi 15 anni, più eventuale proroga di altri 7) sarà la prima regione che avrà in dotazione i nuovi treni regionali messi a punto da Hitachi e Alstom: 450 treni la commessa nazionale di Ferrovie dello Stato, 96 destinati alla regione, con i primi 75 a partire dal 2019.

 

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Giuseppe Paruolo – Ancora sul People Mover

http://bolognanonsilagna.blogspot.it/2016/09/ancora-sul-people-mover.html

Ancora sul People Mover

martedì 13 settembre 2016

Oggi esce su Repubblica una mia breve intervista sul People Mover. Siccome la sintesi giornalistica giocoforza riassume alcuni ragionamenti, ne fornisco qui di seguito una versione più estesa e completa.

Paruolo, l’assessore Irene Priolo ha definito il People Mover un’opera “problematica”. E anche voi consiglieri Pd in Regione avete approvato un anno fa un odg che chiedeva al comune di verificare la piena ideoneità qualitativa e quantitativa della tecnologia usata. Ci sono secondo lei delle criticità su tale tecnologia? Avete delle perplessità?

Il People Mover è certamente un’opera tormentata, visto che il bando che ne consentiva la realizzazione risale a diversi anni fa e invece di essere già operativo i cantieri sono appena partiti. Nel frattempo è mutata la composizione della società di gestione con l’ingresso di una componente pubblica a mio avviso del tutto inopportuno, visto che si trattava di un bando in project financing ed era giusto che il rischio di impresa restasse completamente a carico dei proponenti. Preso atto di tutto ciò e visto che erano già trascorsi anni, un anno fa abbiamo approvato un odg in Regione per due motivi: mettere in chiaro che deve andare avanti anche il collegamento via SFM con la costruzione della fermata aeroporto, e chiedere che il Comune facesse tutte le verifiche per assicurarsi che la soluzione tecnologica fosse ad oggi adeguata.
La Intamin, azienda svizzerà che produrrå il mezzo, è specializzata in montagne russe. Questo vi preoccupa ai fini della manutenzione del mezzo? Per questo secondo lei l’assessore Priolo ha chiesto agli uffici comunali un dossier sui costi di manutenzione? Sarebbe possibile cambiare oggi la tecnologia, come è avvenuto per il Civis, che è stato sostituito in corsa dal Crealis?
Anche l’idea migliore, se mal realizzata, finisce per dare cattivi risultati, e non nascondo che la scelta della tecnologia del PM non sia di per sè talmente convincente da fugare ogni dubbio. Immagino che non si possa cambiare in corsa il tipo di navetta, così almeno ci è stato sempre ripetuto, anche se quello del Civis è un ricordo che ancora fa male. Per anni infatti ci ripeterono che non era possibile fare alcuna modifica alla scelta del Civis perché non vi era alcun appiglio per farlo, salvo poi scoprire anni dopo che il mezzo non era nemmeno omologabile. Il sindaco Merola ha il merito di aver rimediato con il Crealis, ma per essere pienamente credibili dovremmo spiegare come ciò sia potuto accadere e che ne siano individuate le responsabilità.
Tornando al People Mover, soprattutto se non si può intervenire sulla tecnologia, è cruciale comprendere modalità e costi della manutenzione, quindi bene ha fatto l’assessora Priolo a decidere un approfondimento. In fondo, è il modo giusto per rispondere finalmente nel merito anche alla sollecitazione del nostro odg di un anno fa. Peraltro, se il tempo medio previsto fra due guasti è di 107 ore, come è stato scritto, un approfondimento mi pare oltremodo necessario.
Lei pensa che il Comune, che oggi ha un nuovo assessore alla mobilità che ha sottolineato le criticità del mezzo, stia valutando l’ipotesi di una riflessione sulla tecnologia usata? È una riflessione che, se possibile, lei auspicherebbe?
Nell’ultimo anno e mezzo, grazie alla collaborazione fra Regione e Comune/Città metropolitana, sul fronte della mobilità sono stati sciolti nodi cruciali e avviati lavori importanti. Il Passante di mezzo ci mette nelle condizioni di dare una soluzione credibile e in tempi ravvicinati ai problemi di mobilità del nodo bolognese che erano stati lasciati incancrenire coltivando per anni l’illusione del Passante Nord; e se lavoreremo bene la soluzione porterà anche benefici ambientali ai quartieri attraversati dalla tangenziale. Stiamo finalmente riprendendo in mano l’ipotesi del raddoppio della linea Bologna-Portomaggiore, cresce l’impegno sullo sviluppo dell’SFM. La Regione sta facendo cose davvero egregie sul trasporto ferroviario, dal canto suo il Comune di Bologna ha ripreso in mano l’ipotesi di linee di tram. Sono battaglie su cui mi sono speso da anni, e sono contento di registrare oggi svolte importanti, di cui rendo merito agli amministratori che ci stanno lavorando. Ecco, se riuscissimo anche a fugare i dubbi sul People Mover e a essere certi che quando diventerà operativo possa essere pienamente funzionale ed efficiente, sarebbe davvero una bella cosa. In questo senso ben vengano ulteriori riflessioni, finché siamo ancora in tempo.

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E nel Pd crescono i dubbi sul People mover

Articolo di Silvia Bignami pubblicato martedì 13 settembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

E nel Pd crescono i dubbi

Avanti tutta sul People mover? Non del tutto. Se il sindaco Virginio Merola si è affrettato a spiegare che «sull’opera non si discute» e l’assessore regionale Raffaele Donini ha ribadito la sua necessità, nel Pd c’è chi ha dubbi.

A fare un passo avanti è Giuseppe Paruolo, consigliere regionale dem e ex-vicesindaco: «Bene ha fatto l’assessora Priolo a chiedere un approfondimento sul People mover. Serve una ulteriore riflessione sull’opera, finché siamo in tempo».

Una pattuglia di consiglieri dem, tra cui lo stesso Paruolo e Silvia Prodi, avevano già chiesto in passato con un odg al Comune di accertare che «la tecnologia prevista dal People mover fosse pienamente idonea a garantire i requisiti di efficienza ed efficacia del mezzo». Le preoccupazioni dei consiglieri dem in viale Aldo Moro (la Regione finanzia l’opera con 27 milioni di euro), riguarda due punti: la tecnologia e i costi di manutenzione. «Anche l’idea migliore, se mal realizzata, finisce per dare cattivi risultati — spiega Paruolo — e la scelta della tecnologia del People mover non è così convincente da fugare ogni dubbio». Fa discutere, in particolare, che la navetta sia prodotta dalla Intamin, che ha il suo core business nei parchi giochi. Palazzo d’Accursio ha sempre spiegato che non è possibile ora cambiare mezzo, ma Paruolo fa un parallelo col Civis: «Anche allora ci dissero che non era possibile cambiare, poi scoprimmo che il Civis non era nemmeno omologato. Un ricordo che fa ancora male». Ma anche tenendo questa tecnologia, Paruolo concorda con l’approfondimento promesso da Priolo sui costi di manutenzione: «È cruciale comprendere modalità e costi, soprattutto se, come sembra, il tempo medio previsto fra due guasti è di 107 ore, dunque molto breve».

La richiesta di una nuova «riflessione» — che arriva dalla stessa corrente dem, quella dei renziani del Nuovo Pd, che ha spinto per archiviare il Passante Nord — rischia tuttavia di riaprire la discussione sull’opera. Proprio ora che i cantieri sembravano averci messo una pietra sopra.

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Rita Finzi – Ecco perchè il People mover non farà la fine del Civis

Lettera pubblicata dal Corriere di Bologna mercoledì 7 settembre 2016.

Ecco perchè il People mover non farà la fine del Civis

Caro Direttore, leggere la rubrica di Luca Bottura sul suo giornale è sempre uno spasso, anche quando parla di noi e del nostro lavoro. Vogliamo però tranquillizzare il comico e i suoi lettori a proposito di alcune informazioni che non descrivono correttamente il People mover. Innanzi tutto il People mover non correrà accanto alla tangenziale, piuttosto «scavalcherà» la tangenziale (e l’autostrada) attraverso un bellissimo ponte che è stato progettato già in previsione del possibile allargamento della sottostante sede autostradale. Nessun pilone da buttare giù, promesso! Con il People mover i 60 compagni di viaggio di Alberto Cottica avrebbero potuto raggiungere la stazione dall’aeroporto con una sola corsa del mezzo. Calcolando un’attesa media di 3,5 minuti e una durata di viaggio di 7,5 minuti, in 11 minuti sarebbero stati trasportati tutti quanti in stazione, mentre in mezzora il mezzo può trasportare fino a 280 passeggeri per direzione, 560 ogni ora. E se ci sarà una domanda di servizio maggiore, potrà essere introdotto un veicolo aggiuntivo. Andiamo al costo del biglietto. Come ha notato Bottura su Facebook, il tipo di servizio di trasporto offerto dal People mover, rispetto al servizio dei taxi sarà completamente diverso: poca attesa e collegamento rapido con la stazione centrale utilizzando un mezzo elettrico e silenzioso che, sulla sua rotaia, non incontra semafori e ingorghi. Ognuno è libero di decidere dove sta la convenienza, il dato di fatto è però che oggi la linea dei bus Aerobus è un riferimento per migliaia di passeggeri che devono raggiungere o tornare dall’aeroporto, costa 6 euro e, tra attesa e viaggio, impiega circa 35 minuti. Con il People mover, con 7,5 euro (che diventeranno 8 dopo due anni), tra attesa e viaggio si impiegheranno 10-15 minuti al massimo. A noi sembra oggettivamente conveniente e utile per chi deve andare all’aeroporto dalla stazione, o viceversa. Sui tempi dell’avvio del servizio invece un ritocco purtroppo peggiorativo rispetto a quanto scritto da Bottura: l’esercizio commerciale, ossia il momento in cui si potrà comprare il biglietto e salire sul People mover, è previsto nel marzo 2019, dopo che — realizzata l’opera e preparati i mezzi — saranno state svolte tutte le prove necessarie a ottenere il via libera delle autorità. Quindi ci vorranno non 2 anni, ma 2 anni e mezzo. In compenso, per quanto ci riguarda, nessuna incertezza all’orizzonte: stiamo procedendo spediti rispettando il programma dei lavori. Infine un’altra buona notizia: il People mover è un project financing, cioè un’opera che si ripaga con il biglietto, cioè la paga l’utente che l’utilizza. Non la pagano i bolognesi. I soldi pubblici impegnati dalla Regione provengono da fonte europea. Indubbiamente non è per nulla semplice lavorare a un’opera in project financing, ma è un modo intelligente per creare infrastrutture utili senza pesare sulla collettività. Con il Civis non c’entriamo proprio.

Rita Finzi

Presidente Marconi Express Spa

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Luca Bottura – Navetta capitale

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2016/5-settembre-2016/navetta-capitale-240868122477.shtml

Navetta capitale

In fila al Marconi, il taxi non c’è. E il People mover?

Alberto Cottica è una figura poliedrica: economista, musicista, futurologo applicato che immagina e realizza scenari sociali integrati con il web. Ha fama internazionale praticamente in ogni campo che abbia frequentato. Ed è anche un mio amico. Così, ieri, ho letto un suo post su Facebook nel quale raccontava di essere atterrato al Marconi e di essersi ritrovato in compagnia di altre sessanta (60) persone ad aspettare un taxi. Ne è arrivato uno (1) dopo cinque (5) minuti. Quando ha provato a lanciare Uber (la app che governa le autoblu in tutto il mondo civilizzato) gli è stato risposto che qui da noi è vietata. Commento di Alberto, sconsolato: «Bologna, se vuoi fare la capitale italiana dell’innovazione sociale dovrai impegnarti molto di più».

Io abbraccerei chiunque ritenga che Bologna possa diventare la capitale italiana di qualunque cosa, fosse anche la mortadella vegana. Intanto però stiamo per diventare capitale del People mover (in italiano, navetta).

Il People mover, se è vero quel che ho letto e che umilmente riporto: 1) Sarà pronto forse tra due anni. 2) Costerà un botto a corsa: basta essere in due e conviene il taxi. 3) Corre — nel progetto — a fianco di una tangenziale che dovrebbe essere allargata, quindi c’è il rischio che i piloni in costruzione possano essere buttati giù come birilli. 4) Dichiara cinquanta (50) posti a sedere — ma per qualcuno trenta (30) è già un numero ottimistico — e una frequenza prevista di 7 minuti e mezzo. Ergo la metà di quei sessanta in attesa avrebbero impiegato almeno mezz’ora per arrivare in città da un aeroporto che è praticamente dentro le mura. Figurarsi nei casi, immagino rari, nei quali il Marconi ospita più di cinquanta viaggiatori. 5) La portata dichiarata massima è di 400 viaggiatori all’ora. Cioè due/tre aerei. Anche qui immagino che l’arrivo di un terzo/quarto velivolo sia un evento non previsto.

Nell’attesa di capire se possiamo diventare capitale di qualcosa, suggerirei perciò di guardare al passato. Ad esempio alla vicenda del Civis, un funambolico spreco di denaro per un’opera velleitaria nata già vecchia. Il neoassessore Priolo ha definito il trenino per l’aeroporto una «cosa complicata», probabilmente perché va a elettricità mentre il Comune lavora a un piano traffico a favore del carbon fossile. Ma non è complicata: è il Civis atto secondo.

E anche se mai ci saranno contraccolpi nelle urne, perché a Bologna c’è la peggiore opposizione del sistema solare, è persino possibile che si possa ripensare un aggeggio che, a regime, se sono veri i dati dichiarati, farà il solletico al traffico e ci sarà costato tantissimo. Finito. Spero che nel frattempo il taxi di Alberto sia arrivato.

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Priolo sul People Mover: «Problematico. Bene per i turisti, ma non basta»

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2016/1-settembre-2016/traffico-priolo-frena-gia-pedonalita-l-opposizione-fa-guerra-sua-nomina-240856641658.shtml

Traffico, Priolo frena già sulla pedonalità. L’opposizione fa guerra alla sua nomina

Il neoassessore: «Dobbiamo garantire gli spostamenti dei cittadini». Sul People Mover: «Problematico. Bene per i turisti, ma non basta». Forza Italia studia ricorso per la doppia carica

1 settembre 2016
BOLOGNA — Già due giorni fa, al suo debutto da assessore comunale, Irena Priolo era stata piuttosto chiara, dicendo che non disconosceva il lavoro fatto in passato, ma che «andava fatto in maniera più empatica, perché il legame con la città si era interrotto». Mercoledì il neoassessore alla Mobilità del Comune di Bologna ha fatto un passo in più, smontando definitivamente l’era di Andrea Colombo e dicendo che anche sulle pedonalizzazioni, mantra dello scorso mandato, serve più attenzione.

PEDONALIZZAZIONI — «Io non sono contraria alle pedonalizzazioni — ha detto Priolo a Radio Città del Capo — penso però che su questo bisogna lavorare in maniera molto più attenta. È un bell’obiettivo, ma non si può pensare di lavorare oggi senza vedere come si integrano con il raggiungimento degli obiettivi di mobilità sostenibile e gli spostamenti dei cittadini». Il tono del discorso è cortese, ma nella sostanza si tratta di mettere totalmente in discussione la linea di Colombo. Per la verità, al netto dei T days, non è che nello scorso mandato siano state fatte grandi pedonalizzazioni, visto che si è anche rinunciato al progetto (inserito nel programma di Merola) di pedonalizzare la Cerchia del Mille. In ogni caso la gestione delle poche pedonalizzazioni evidentemente è stata problematica se oggi anche a Palazzo d’Accursio riconosce che bisogna cambiare linea. Da quando è stato clamorosamente silurato dalla giunta (ancora la notte della vittoria Merola disse che sarebbe stato nella sua squadra) l’ex assessore si è trincerato in un lungo silenzio e finora non ha mai dato la sua versione dei fatti. Certo, ora in ballo c’è la poltrona metropolitana che fu di Priolo, quella di assessore alla Mobilità della Città metropolitana per la quale girano i nomi di Marco Lombardo (Pd) e dello stesso Colombo, ma è difficile pensare che all’ex assessore sia fatta questa offerta e, soprattutto, che lui la accetti.

IL NODO PEOPLE MOVER — Ma sul tavolo di Priolo c’è anche un altro dossier da affrontare, quello che riguarda la realizzazione del People mover, la monorotaia destinata a collegare la stazione all’aeroporto. In realtà c’è poco da fare, perché l’opera ormai è in costruzione, ma anche su questo fronte l’assessore non ha nascosto le sue perplessità. Ieri il Corriere di Bologna ha dato conto dei numeri sull’affidabilità del mezzo e ha evidenziato che, per funzionare in modo regolare, avrà bisogno di una manutenzione molto accurata e costosa. Sempre in radio Priolo ha definito il People mover «problematico», anche se ha aggiunto che «con un cantiere avviato non si torna indietro». Ma soprattutto, per il neoassessore, la monorotaia non basta: «Questa opera è stata molto dibattuta in questi anni da molti punti di vista — ha spiegato in un altro passaggio dell’intervista radiofonica — è stato importante mandare avanti un cantiere così problematico, ma bisogna fare un ragionamento più complessivo sulla mobilità e cercare di capire come anche il People mover può collocarsi all’interno di un disegno più compiuto dei collegamenti della città». Quel «problematico» detto da Priolo non è necessariamente un giudizio di valore e la sua è anche una constatazione. Però non c’è il pericolo di strumentalizzare le sue parole, perché è dall’insieme del ragionamento che si evince chiaramente che l’opera non la entusiasma. Diciamo che il People mover «potrà essere un grande oggetto di brand per Bologna», si limita a dire a chi le chiede di spiegare meglio il suo pensiero in serata. Cioè sarà un grande biglietto da visita, qualcosa che di solito i turisti trovano nelle grandi città, ma per risolvere i problemi della mobilità verso l’aeroporto servirà fare anche altro. Per il resto quel che è fatto è fatto. Ma per l’assessore un mezzo che porta 35 persone alla volta non può essere sufficiente ed è per questo che bisognerà farsi venire altre idee. «Non possiamo fermarci al People mover, dovremo lavorare per collegare la nostra stazione non soltanto all’aeroporto, ma anche ad altri punti della città». Come terzo giorno da assessore può bastare, prima dell’ultimo appuntamento di ieri sera allo Spazio Donne della Festa dell’Unità: in contemporanea con il sindaco Merola, ma in un altro dibattito sulla riqualificazione e rigenerazione urbana.

LA GUERRA ALLA DOPPIA CARICA — Doppio incarico e People mover, su questo doppio binario le opposizioni provano a rendere difficile la vita di Irene Priolo. I due ruoli del sindaco di Calderara di Reno — ora anche assessore alla Mobilità di Palazzo d’Accursio — sono materia di studio (legale) per Forza Italia, mentre la monorotaia è da sempre argomento «caldo» per il M5S. Per ora la traccia è appena accennata. Ma il capogruppo di Forza Italia in Comune Marco Lisei è intenzionato ad andare fino in fondo. «C’è un profilo giuridico che va approfondito che potrebbe porre Irene Priolo in una posizione di incompatibilità », spiega. Forza Italia è convinta insomma che il doppio incarico si presti a indebolire Merola ben oltre le schermaglie di giornata. «L’opportunità politica di questa nomina è evidente a tutti», insiste il capogruppo forzista, che arriva ad evocare un potenziale conflitto di interessi. «C’è la possibilità — dice — che la Priolo sia chiamata a decidere nell’interesse dei bolognesi e a discapito degli abitanti di Calderara. E allora che cosa farà? Ma io voglio verificare se ci sia anche una incompatibilità giuridica ».

PRONTI AL RICORSO — Ora è quindi il momento di appurare la percorribilità di questa strada: se le risposte saranno positive, allora Lisei sarà pronto a ricorrere al Consiglio di Stato e, parallelamente, al ministero degli Interni. L’altro capitolo riguarda il discusso People mover. Dal neoassessore alla Mobilità è arrivata una frenata sulla monorotaia stazione-aeroporto, a suo avviso un’infrastruttura non sufficiente a risolvere i problemi di viabilità cittadini. Ma è pur sempre un’opera che adesso si trova sotto la sua attenta supervisione. Il Corriere di Bologna ha raccontato del dossier sul rischio guasti per la navetta, con possibili stop ogni sei giorni che rendono necessario un terzo mezzo e una squadra di emergenza per rimediare. Per lo studio, scritto da esperti indipendenti, il sistema resta affidabile, ma Bugani non è comunque sereno. «Il People mover è un trabiccolo da parco giochi, tanto inutile quanto costoso. L’unico esempio era a Mosca ed è stato dismesso dopo pochi anni. Lo urliamo da anni completamente inascoltati — attacca il capogruppo M5S — così come sei anni fa ci scagliavamo contro il Civis, poi fermato dalla Procura. Probabilmente accadrà la stessa cosa anche con il People mover».

LA DIFESA DI LEPORE — Eppure la terza giornata da assessore della Priolo non è stata segnata solo dagli attacchi delle minoranze in Consiglio comunale, ma anche dalla difesa di un big della giunta Merola, l’assessore all’Economia Matteo Lepore. Non è la prima volta che il braccio destro di Virginio Merola si spende in difesa di quella che è ora a tutti gli effetti una sua collega di giunta. È capitato già in passato, a dispetto dei retroscena politici all’interno del Pd, che prevedono nel 2021 una sfida proprio tra i due (al termine di questo secondo mandato per il sindaco). Quel che accadrà in futuro lo si capirà nei prossimi anni, di certo ora c’è che per Lepore la «questione matrimoniale» sollevata dal capogruppo M5S (Priolo è sposata con il deputato Pd Andrea De Maria, che un anno fa si pronunciò contro il bis di Merola) è «davvero offensiva», attacca. «Non credo che queste argomentazioni siano dignitose per la nostra città. Priolo merita di essere valutata per quello che fa come amministratrice», rivendica l’assessore all’Economia. Come doppia amministratrice, viene da aggiungere, perché ora i bolognesi dovranno valutare quello che farà sul fronte del traffico, mentre i cittadini di Calderara la misureranno sul fronte della gestione del Comune. Ma pure su questo punto, per Lepore, non ci sono problemi da segnalare perché, come ha già sottolineato Merola, il tema del doppio incarico si era già presentato in Città metropolitana con alcuni sindaci che, gratuitamente, svolgono da due anni il ruolo di «consiglieri delegati». Chi di doppi ruoli ne sa qualcosa è il sindaco di Crevalcore e senatore democratico Claudio Broglia. Quando fu eletto a Palazzo Madama decise di non dimettersi dal Comune e per questo fu anche lui al centro di molte critiche. «Molti strumentalizzano, si fa fatica a spiegare che l’impegno è grande. Io però non mi sento part time ma a tempo pieno. E poi percepisco solo lo stipendio da senatore», racconta. Per il futuro però le cose cambieranno: «Non è mia intenzione ricandidarmi a senatore, voglio finire il mio mandato da sindaco».

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Comunicato stampa – Un manifesto per spiegare ai cittadini che a 500 metri si sta costruendo l’inutile e dannoso People Mover

Bologna, 1 giugno 2016

UN MANIFESTO PER SPIEGARE AI CITTADINI CHE A 500 METRI SI STA COSTRUENDO L’INUTILE E DANNOSO PEOPLE MOVER

Nella giornata di ieri  abbiamo affisso un manifesto collocato in via Terracini, a 500 metri dai cantieri del People Mover, al fine di informare i cittadini di cosa si tratta.

Mentre è in corso il processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta in relazione al bando People Mover, che vede imputati gli ex presidenti di ATC e CCC Sutti e Collina, l’ex sindaco Delbono e quattro dirigenti del comune di Bologna, restano aperti e in attività i cantieri del People Mover, un’opera dannosa e inutile: 130 milioni di euro che finiranno per gravare sulla collettività per intero.

Durante l’ultima udienza del processo penale, lo scorso 20 maggio, è emerso dalle audizioni di alcuni esperti che non essendo mai stato costruito un People Mover come questo, si saprà solo ad opera terminata se potrà essere omologato.

Un nuovo scandalo dopo il Civis: soldi pubblici e anni sprecati e una città stravolta da opere accessorie (in questo caso People Mover) completamente inutili.

Dalle testimonianze dei testi in aula davanti al Tribunale Penale di Bologna è apparso chiaro che il People mover che verrà costruito è tecnologicamente poco avanzato e poco capiente. Uno dei testimoni, un ingegnere, consulente della Procura, chiamato a valutare la sicurezza dell’opera, ha detto chiaramente che il People mover  che verrà costruito da Ccc ha le uscite di sicurezza che confondono i passeggeri e nessun tipo possibile di espansione.

Il People mover,  non sarà mai in grado di trasportare 50 persone più le valigie.

Il Piano economico finanziario si basa quindi su dati e numeri errati.

Durante l’udienza è anche emerso che uno dei consulenti pagati dal Comune di Bologna per curare il bando di gara per il People Mover, nello stesso periodo aveva ricevuto incarico remunerato da CCC che poi è risultata vincitrice.

Si delineano profili di opacità che disegnano un sistema di connivenze che contribuisce al degrado della città e della politica sempre più al servizio di interessi privati.

A fronte di evidenti responsabilità il sindaco Merola ha preferito sottoscrivere il contratto che ha consentito l’apertura dei cantieri.

Questo è senso della legalità del sindaco uscente che preferisce piegarsi ad interessi privati invece di difendere quelli pubblici.

Con un processo penale in corso davanti al Tribunale Penale di Bologna, con altro processo davanti alla Corte dei Conti per danno erariale contro Delbono e la sua giunta, a fronte dell’intervento dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici che ha censurato il bando di gara il Merola decide di aprire i cantieri, con la speranza che intervenga la prescrizione per salvare gli imputati.

Comitato No People Mover

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