Articoli con tag Daniele Corticelli

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.

Collina, se l’aspettava?

«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».

Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?

«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».

Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.

«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».

E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?

«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».

Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.

«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».

Nonostante le indagini?

«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».

Competitivi o privilegiati?

«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».

Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.

«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».

Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?

«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».

 

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Sulla navetta per il Marconi resta aperto solo un fascicolo della Corte dei conti

Articolo pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

Sulla navetta per il Marconi resta aperto solo un fascicolo della Corte dei conti

Dopo il pronunciamento dei giudici sulla vicenda penale del “People mover”, resta in piedi un’altra inchiesta che stavolta interessa la Corte dei conti, alla quale si era rivolto lo stesso autore dell’esposto alla Procura penale, vale a dire l’ex consigliere comunale Daniele Corticelli. I magistrati contabili devono valutare se ci sia stato un danno erariale e per farlo hanno indagato gran parte della ex giunta comunale retta da Flavio Delbono più la direttrice delle partecipazioni societarie Francesca Bruni. L’indagine partì nel 2014, due anni dopo rispetto a quella penale e formulò una prima richiesta di danno erariale di 15 milioni. I difensori eccepirono e i magistrati contabili ridussero poi tale richiesta a soli 5 milioni nel corso di una seconda udienza del procedimento che si è tenuta nel febbraio scorso. Contemporaneamente il tribunale presso la Corte dei conti ordinò un supplemento di indagine alla Procura contabile. Secondo le previsioni il pronunciamento definitivo della Corte dovrebbe aversi nel prossimo febbraio. La sentenza penale che ha escluso il reato dovrebbe pesare sul giudizio, benché le due magistrature siano indipendenti.

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People mover, il giudice boccia i pm

Articolo di Valerio Varesi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

People mover, il giudice boccia i pm

Dopo 5 anni e 30mila pagine di inchiesta, assolti Delbono, Sutti, Collina e gli altri imputati: “Il fatto non sussiste”. L’ex sindaco: “Una sentenza che si commenta da sé”. Merola: “Si chiude bene una vicenda molto tormentata”

«Il fatto non sussiste». Quattro parole polverizzano l’inchiesta della Procura riguardante il “People mover”, la sopraelevata in fase di costruzione che collegherà l’aeroporto con la stazione Centrale passando dal Lazzaretto. Quattro parole che danno sollievo all’ex sindaco Flavio Delbono, all’assessore al Bilancio di allora Villiam Rossi, ai funzionari Patrizia Bartolini, Cleto Carlini e Francesca Bruni oltre che agli ex presidenti di Atc Francesco Sutti e del Consorzio cooperativo costruzioni (Ccc) Piero Collina. Tutti assolti con formula piena dopo cinque anni d’inchiesta, 30mila pagine di istruttoria e una gigantesca macchina giudiziaria che ha rischiato di stritolare i protagonisti tenuti a lungo sulla graticola. Sutti e Collina erano accusati di turbativa d’asta, istigazione a delinquere e concorso in abuso d’ufficio. L’ex sindaco Delbono di abuso d’ufficio assieme al suo assessore Rossi, mentre due dei tre funzionari, Carlini e Bartolini (per i quali i Pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio avevano chiesto il proscioglimento un anno fa), erano accusati rispettivamente di abuso d’ufficio e turbativa d’asta il primo e di semplice turbativa d’asta la seconda. Abuso d’ufficio pure a carico di Bruni. Per tutti gli accusati la sentenza è anche la pietra tombale sulla vicenda giudiziaria visto che il procuratore Giuseppe Amato, in considerazione della prossima prescrizione dei reati, ha allontanato la possibilità di impugnare il verdetto in appello. Anche se aggiunge: «Le sentenze vanno lette e poi ci si determina se impugnarle o meno». «La sentenza si commenta da sé» si è limitato a dire Delbono sottolineando implicitamente la sua evidenza lapidaria, mentre Collina lamenta la lentezza di un iter che l’ha tenuto sub judice per troppo tempo. «Comunque una motivazione perfetta che mi mette al riparo di tanti dispiaceri. Ora che sono in pensione non mi sarebbe proprio piaciuto essere indicato come un condannato mentre porto a spasso il cane». Soddisfatti anche i difensori degli altri imputati. L’avvocato Guido Magnisi, difensore di Carlini, riadatta a commento della vicenda una celebre frase di Francisco Goya sul sonno della ragione: «Quando c’è un vuoto della politica si generano mostri giudiziari». La vicenda risale al dicembre 2009 data in cui la giunta Delbono unitamente a quella provinciale retta da Beatrice Draghetti (in un primo tempo fu coinvolto anche palazzo Malvezzi, poi prosciolto), in qualità di soci maggioritari, varano una delibera in cui l’allora Atc sarebbe stata coinvolta nella gestione della “Marconi express” la società operativa mista incaricata di costruire il “People mover” dopo l’appalto vinto dal “Ccc”. L’anno dopo, il consigliere comunale Daniele Corticelli presentò un esposto paventando gravi rovesci per l’erario se la gestione fosse stata negativa. L’inchiesta parte nel 2012 e coinvolge anche i funzionari. Carlini come dirigente del settore Mobilità, la Bruni in qualità di direttrice delle partecipazioni societarie e Bartolini in quanto direttrice del settore gare. L’ipotesi accusatoria della Procura era che esistesse un patto occulto tra Ccc e Atc per scaricare i rischi gestionali sull’azienda trasporti mettendo così al riparo le cooperative. Tale patto, per Ccc un semplice e routinario «accordo preliminare», venne poi spazzato via da un riassetto societario in “Marconi express” col quale il Consorzio cooperativo riassumeva la quasi totalità dei rischi gestionali. «Si conclude una vicenda lunga e tormentata» commenta il sindaco Virginio Merola.

 

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People mover, assolti i 7 imputati perché il fatto non sussiste. Tra loro anche l’ex sindaco Pd Flavio Delbono

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/07/people-mover-assolti-i-7-imputati-perche-fatto-non-sussiste-tra-loro-anche-lex-sindaco-pd-flavio-delbono/3244385/

People mover, assolti i 7 imputati perché il fatto non sussiste. Tra loro anche l’ex sindaco Pd Flavio Delbono

I pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto un anno e sei mesi per Collina e Sutti, un anno e quattro mesi per Delbono e Rossi; un anno per la dirigente comunale Francesca Bruni. Mentre l’assoluzione era stata chiesta per Carlini e Bartolini. L’inchiesta per la costruzione della monorotaia che unirà la stazione con l’aeroporto era partita nel 2010

di David Marceddu

Il fatto non sussiste: il Tribunale di Bologna ha assolto tutti gli imputati per il processo sul People mover, la navetta monorotaia che dovrà collegare la stazione ferroviaria all’aeroporto del capoluogo emiliano. Gli imputati erano l’ex sindaco di Bologna del Partito democratico Flavio Delbono e il suo assessore Villiam Rossi, l’ex capo del Consorzio cooperative costruzioni Piero Collina, tre funzionari comunali, Cleto Carlini, Patrizia Bartolini e Francesca Bruni, e l’ex capo di Atc (l’azienda comunale dei trasporti) Francesco Sutti. Delbono e Rossi rispondevano della sola accusa di abuso d’ufficio, mentre gli altri imputati anche di quella di turbativa d’asta. I pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto un anno e sei mesi per Collina e Sutti, un anno e quattro mesi per Delbono e Rossi; un anno per la dirigente comunale Francesca Bruni. Mentre l’assoluzione era stata chiesta per Carlini e Bartolini. La formula utilizzata dal Tribunale per l’assoluzione è quella prevista dall’articolo 530 comma due del codice di procedura penale, “quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste”.

Una vicenda lunga quasi 10 anni quella della navetta monorotaia. Progettata nella seconda metà del decennio scorso da un’idea della giunta di Sergio Cofferati, i cittadini hanno visto partire i cantieri della grande opera solo pochi mesi fa. Il People mover sarà costruito in project financing: in pratica la Marconi express, la società di progetto che sta costruendo, formata dal Ccc e da Tper (società pubblica di trasporti erede di Atc), dopo averla costruita terrà l’opera in concessione per 40 anni e con gli 8 euro del biglietto si ripagherà dei costi sostenuti. Ci sono però anche soldi pubblici in ballo visto che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il mezzo di trasporto 27 milioni di euro.

L’inchiesta della procura della Repubblica di Bologna era partita nel lontano 2010, dopo un esposto dell’allora consigliere comunale Daniele Corticelli. A risultare anomala, secondo la denuncia, era infatti la partecipazione di Atc, azienda comunale, nella Marconi Express. Il Comune aveva infatti emanato un bando di gara in project financing, proprio al fine di evitare costi per le casse pubbliche. Tuttavia, dopo la vittoria del bando di gara da parte di Ccc, quest’ultima veniva affiancata da Atc e il Comune sarebbe comunque rientrato dalla finestra (con una sua partecipata) in un affare che in molti in città ritenevano poco conveniente e molto rischioso dal punto di vista economico.

Secondo i pm, prima della partecipazione al bando di gara, il 2 ottobre 2008 Francesco Sutti, numero uno di Atc e Piero Collina, numero uno di Ccc, avrebbero stipulato un “accordo segreto” su una “partnership esclusiva” per il People mover. Un accordo che, secondo l’accusa, avrebbe favorito Ccc nell’aggiudicarsi l’affare, visto che avrebbe poi potuto contare sull’appoggio dell’azienda dei trasporti cittadina. Ma l’accusa non ha tenuto e i giudici hanno deciso di assolvere tutti gli imputati. Le motivazioni che spiegheranno la decisione dovrebbero arrivare in poche settimane.

Tra le parti civili ammesse al processo, oltre al Comitato No People Mover, difeso dall’avvocato Domenico Morace, c’era anche la società spagnola Acciona, che perse la gara contro il Ccc. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Guido Magnisi, Gaetano Insolera, Gino Bottiglioni, Guido Magnisi, Pietro Giampaolo e Nicola Mazzacuva.

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Appalto People mover, la procura chiede cinque condanne

Articolo di Giuseppe Baldessarro pubblicato sabato 22 ottobre 2016 da la Repubblica – Bologna.

Appalto People mover, la procura chiede cinque condanne

Pene da un anno a 18 mesi per l’ex sindaco Delbono, l’ex assessore Rossi, la dirigente Bruni, Sutti e Collina

«C’era un patto occulto tra Ccc e Atc. Un accordo che ha consentito al Consorzio cooperative costruzioni e all’azienda municipale dei trasporti (oggi Tper) di mettere le mani sull’appalto per il “People Mover”, con la connivenza dell’amministrazione comunale». Lo hanno sostenuto ieri in aula i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari. La «gara per realizzare e gestire l’opera venne cucita su misura». Per questo i pm hanno chiesto condanne da un anno a 18 mesi per cinque dei sette imputati al processo sul progetto della monorotaia che dovrà collegare la stazione all’aereporto. Ieri, a conclusione di cinque ore di requisitoria, i magistrati hanno chiesto che a essere puniti siano l’ex sindaco Flavio Delbono e l’assessore al Bilancio Villiam Rossi, accusati di abuso d’ufficio. Pene a un anno e sei mesi sono invece state chieste per l’ex presidente di Ccc Piero Collina, e per l’ex presidente di Atc Francesco Sutti, imputati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Infine un anno è stato sollecitato per la dirigente comunale Francesca Bruni, sempre per abuso d’ufficio, mentre per gli altri due funzionari comunali Cleto Carlini e Patrizia Bartolini è stata chiesta l’assoluzione sia dall’accusa di abuso d’ufficio che da quella di turbativa d’asta. Una sentenza sulla quale incombe tuttavia la prescrizione prevista per dicembre. Non a caso, sempre ieri, il pm Di Giorgio ha chiesto ai giudici della corte di valutare il «patto occulto tra Ccc e Atc, che avrebbe trovato il proprio compimento nella costituzione della società Marconi Express, il 13 gennaio 2010», nel tentativo di dilatare proprio i tempi di prescrizione. Il pm ha parlato di una «distorsione delle regole che ha favorito Ccc, consentendole di presentare una domanda vincente», nella prospettiva poi di congiungersi in sede di società di progetto con Atc, «l’unica che avrebbe consentito di reggere». Il Comune dal canto suo sarebbe stato «compiacente» e avrebbe dato «copertura politica» all’operazione. Quella del People mover è una storia lunga oltre dieci anni. Con alla base un investimento da 100 milioni di euro per collegare stazione centrale e aeroporto Marconi in otto minuti. Il primo bando risale a fine 2007. Si tratta di un appalto in project financing, nel quale l’impresa vincitrice mette i soldi e costruisce l’opera che poi gestirà per 35 anni, ripagandosi le spese. Nonostante le attese, però, il primo bando va deserto. Così nel secondo le condizioni per l’aggiudicatario vengono economicamente migliorate con finanziamenti pubblici. In corsa due cordate. Una è formata dagli spagnoli di Acciona e dall’impresa di costruzioni Ghella. La seconda cordata è di Ccc di Bologna, il Consorzio cooperative costruzioni che si presenta da solo. L’offerta tecnica migliore è quella degli spagnoli, ma quella di Ccc è economicamente più vantaggiosa. A giugno 2009 viene firmata la concessione a favore di Ccc. A gennaio del 2010 Ccc presenta la sua società di gestione per il People mover. Una società, prevista dal bando. Si chiama “Marconi express” e come socio al 25% ha Atc, l’azienda pubblica dei trasporti, di proprietà di Comune e Provincia. A quel punto è il consigliere di opposizione Daniele Corticelli a fare denuncia alla Corte dei conti e in procura. Ed è da qui che parte un’inchiesta. Si scoprirà poi che i patti interni tra Atc e Ccc prevedono che una volta costruita la monorotaia, nel giro di alcuni anni le azioni della Marconi express debbano passare ad Atc. Ccc dopo avere vinto la gara si sarebbe dunque ritirata lasciando oneri e rischi di impresa alla azienda pubblica. Da qui il processo iniziato ad aprile 2015 e che con le richieste di ieri è arrivato alle battute finali. Nel pomeriggio, dopo i pm, ha preso la parola l’avvocato Guido Magnisi, difensore di Carlini, che ha chiesto per il proprio assistito l’assoluzione perché il fatto non sussiste oppure con la formula per non aver commesso il fatto. La sentenza è prevista entro la fine di novembre.

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Processo People Mover – Report sintetico sull’udienza di venerdì 8 gennaio 2016

Venerdì 8 gennaio 2016 Lorenzo Alberghini e Sergio Brasini del Comitato No People Mover hanno presenziato all’intera udienza del processo sul People Mover che si è tenuta presso l’aula 11 del Tribunale di Bologna. A presiedere il collegio dei giudici non è più Grazia Nart, ma Luisa Raimondi. Erano presenti in aula gli imputati Patrizia Bartolini, Francesca Bruni, Cleto Carlini, Piero Collina. Assenti invece gli imputati Flavio Delbono, Francesco Sutti e Villiam Rossi. L’avv. Domenico Morace ha rappresentato il Comitato, costituitosi parte civile attraverso l’Associazione “Primavera Urbana”.
In apertura di udienza la giudice Raimondi ha ricordato l’avvenuta ammissione delle prove documentali depositate dai PM Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio e degli elenchi dei testi chiamati in aula (15 per la seduta odierna + 9 per l’udienza successiva). I PM hanno precisato che procederanno a reiterare la richiesta di acquisire ulteriori testimonianze, già respinta nelle precedenti udienze. La prima schermaglia procedurale si è aperta dopo l’annuncio dei PM di voler iniziare oggi dando la precedenza, tra i 15 testi, ai loro 3 consulenti per gli aspetti legali, economico-finanziari e tecnico-ingegneristici. Gli avvocati difensori degli imputati si sono opposti, ma la giudice ha rigettato l’eccezione sollevata. Si è però stabilito, come gesto di riguardo, di avviare l’udienza con un teste che veniva dalla Spagna (Fernando Minguez Llorente, dirigente di Acciona). A seguire l’avvocato Alfredo Biagini, legale di ATC e TPER, e infine i consulenti dei PM Cesare Caturani (avvocato amministrativista) e Stefano d’Orsi (dottore commercialista). Gli altri 11 testi, compreso l’ex consigliere comunale Daniele Corticelli, sono stati rinviati alla prossima udienza, fissata per il giorno 8 aprile 2016 alle ore 10,45. Sono state fissate anche le date delle successive udienze prima della sospensione estiva: 29 aprile, 16 maggio, 20 maggio, 26 maggio, 10 giugno, 17 giugno, 15 luglio e 22 luglio 2016.
A seguire un breve report di quanto avvenuto in udienza:

– l’ing. Fernando Minguez Llorente ha chiarito i motivi che spinsero Acciona e Ghella a non partecipare al primo bando per il People Mover e poi invece a partecipare al secondo bando. Ci furono contatti formali con ATC nella persona del Presidente Sutti per stringere un accordo in vista della partecipazione al primo bando. Acciona e Ghella produssero un “memorandum of understanding” inviato ufficialmente ad ATC, dalla quale non arrivò mai alcuna risposta. Né l’ing. Francesco Sutti né l’ing. Paolo Paolillo furono più rintracciabili telefonicamente. Ma la decisione di non partecipare al primo bando non dipese dal mancato accordo con ATC, perché Acciona e Ghella potevano assicurare anche da soli la gestione della concessione, avevano l’esperienza per farlo; dipese solo da una valutazione tecnico-economica, perché non c’erano i margini per un ritorno economico. Poi, in vista della partecipazione al secondo bando, ATC non venne più cercata perché si dava per scontato che ATC non voleva (o non poteva, in quanto società partecipata dal Comune di Bologna, che era la stazione appaltante) partecipare direttamente al bando. Il verbale di gara con i punteggi, sul secondo bando, vede attribuire il massimo ad Acciona e Ghella sulla parte tecnica (secondo il dirigente spagnolo il loro progetto era come una Ferrari, quello di CCC come un’autovettura qualunque), ma la situazione si rovescia completamente sulla parte economico-finanziaria, perché CCC indica prezzi molto più bassi di costruzione dell’opera e una soglia molto più bassa (in termini di numero di passeggeri trasportati) al di sotto della quale sarebbe scattato il contributo pubblico compensativo da parte del Comune. Rispondendo ad una domanda dell’avv. Guido Magnisi (difensore di Carlini), Llorente chiarisce che Acciona non aveva alcuna consapevolezza dell’accordo intercorso tra CCC e ATC attraverso la stipula dei “famigerati” patti parasociali. La cosa fu vissuta male, perché gli spagnoli avevano la consapevolezza di avere proposto il prodotto “migliore” e spesero circa 1 milione di euro per tutto il “lavoro istruttorio”. Della partecipazione di ATC attraverso i patti parasociali Acciona non viene a sapere nulla, e non lo sa neanche quando decide di fare accesso agli atti. Lo avessero saputo allora, avrebbero sicuramente fatto ricorso, cosa che poi non fecero.

– l’avv. Alfredo Biagini si occupò di People Mover, come consulente legale di ATC, una prima volta nel 2006, fornendo un parere favorevole rispetto al fatto che il Comune di Bologna potesse affidare in house ad ATC le attività di progettazione e gestione della monorotaia, oppure che in subordine ATC potesse partecipare direttamente alla gara. Poi il 10 novembre 2009 rende un secondo parere sulla possibilità che il cosiddetto decreto Bersani sulle società pubbliche impedisca ad ATC di entrare a far parte di una società di progetto (ossia Marconi Express) con CCC. Singolarmente ATC gli fornisce come documentazione solo il bando di gara, pur essendo nel frattempo già intervenuta l’aggiudicazione a CCC (la stipula del contratto di concessione è datata 4 giugno 2009). Questo secondo parere, favorevole all’ingresso di ATC nella società di progetto, fu reso al CdA di ATC in un momento nel quale in realtà ATC aveva già deliberato il proprio ingresso in Marconi Express, la fase era già molto avanzata. Il teste ha negato che ci fosse una saldatura tra i due pareri. Non si pone alcun dubbio e non fa alcuna domanda ad ATC sul perché non avesse partecipato direttamente al bando di gara, nonostante il suo parere favorevole. Le sue prestazioni sono state regolarmente pagate da ATC. L’avv. Morace gli ha chiesto se fosse consuetudine che ATC si rivolgesse al suo studio per pareri legali, la risposta è stata che questo avveniva di norma solo per le gare bandite da ATC. Sempre l’avv. Morace ha poi introdotto il fatto che l’avv. Biagini abbia rappresentato TPER davanti al Tar del Lazio nel contenzioso legale legato al parere reso in data 8 maggio 2013 dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (ora assorbita dall’Autorità Nazionale Anticorruzione) sul People Mover. Dopo una breve ricostruzione della vicenda (dapprima il Tar del Lazio rinvia ogni decisione per competenza al Tar dell’Emilia Romagna, poi il Consiglio di Stato riporta la competenza della decisione al Tar del Lazio, che infine rigetta l’istanza di CCC e Marconi Express per “difetto di interesse”), l’avv. Biagini afferma che il ricorso davanti al Tar del Lazio non è stato da lui portato a termine perché è stato discusso prima quello di CCC e Marconi Express. Infine afferma che l’ing. Sutti non gli ha mai riferito di contatti intercorsi tra ATC, Acciona e Ghella.

– l’avv. Cesare Caturani è intervenuto mettendo in evidenza il vulnus che i patti parasociali firmati da CCC e ATC apportano all’intero istituto concessorio, perché CCC rientrava subito delle spese di progettazione e di costruzione, mentre ATC si caricava sulle spalle tutto il rischio di impresa legato alla gestione dell’opera. Nel contratto di concessione non viene scritto nulla sul passaggio delle quote tra CCC e ATC, quello che viene scritto nei patti parasociali è con tutta evidenza contra legem perché stravolge l’istituto stesso della concessione. I rilievi e i dubbi esplicitati dal funzionario comunale Sonia Bellini e dal funzionario della Provincia Carmelina Agresti sono stati completamente ignorati dal parere reso dall’avv. Biagini, e questo non va bene perchè qui si tratta di concessione di servizio pubblico. Poiché nel contratto di concessione non era scritto alcunché, e poiché l’art. 156 del Codice sugli Appalti non prevede per la società di progetto nessuno dei controlli strettissimi in genere previsti in termini di lavori pubblici, i soci pubblici di ATC sono stati messi in grave difficoltà dai patti parasociali. Per separare in maniera rigorosa il concessionario dalla società di progetto (come affermato anche nel parere dell’AVCP del 2013) CCC sarebbe dovuta entrare con il 100% di quote in Marconi Express. Nessun altro soggetto (tranne banche e istituti finanziari), tantomeno ATC, sarebbe potuto entrare nella società di progetto. L’AVCP mette chiaramente in discussione il fatto che ATC potesse entrare nella società di progetto, affermando che serviva una gara ulteriore e non una sorta di “cooptazione” su base reputazionale, anche per preservare aspetti legati alla trasparenza delle procedure. Un altro aspetto interessante è il chiarimento sul rispetto dei requisiti di partecipazione al secondo bando di gara da parte di CCC. I requisiti erano 4, due di natura economico-patrimoniale (cioé capitale sociale e fatturato nell’ultimo quinquennio), due di natura tecnica, “esperienziale” nella gestione di servizi affini. CCC non è in grado di rispettare questi ultimi, ma il bando (a norma di legge peraltro) prevede che questi si possano bypassare se si raddoppiano i primi due requisiti economici tramite l’istituto dell'”avvalimento”. In questo caso fu Unipol Merchant Bank a produrre l’avvalimento in favore di CCC raddoppiando di fatto il capitale sociale a disposizione di quest’ultima. E’ da notare però che l’avvalimento dichiarato è a termine, solo cioé fino al momento del collaudo del People Mover. Quindi di fatto CCC segnala la sua intenzione di voler uscire dalla compagine societaria di Marconi Express già in sede di gara attraverso questa modalità dell’avvalimento a termine. Il primo dicembre 2009 il Comune di Bologna (Giunta Delbono) delibera di accogliere l’ingresso di ATC in Marconi Express nonostante il parere critico della funzionaria Sonia Bellini esplicitato in data 13 ottobre 2009.

– il dott. Stefano d’Orsi ha illustrato la parte economica del progetto. L’analisi del piano economico-finanziario dell’opera venne fatta all’atto dell’aggiudicazione parziale da parte di CCC, e fu demandata dal Comune a KPMG. Venne verificato anche il requisito della “bancabilità” dell’opera. CCC conseguì il massimo del punteggio sulla parte economica del bando, in quanto la stima della domanda (utenza) prevedeva un intervento molto modesto da parte del Comune a supporto, e per pochi anni. Venne infatti generato una scenario di domanda decisamente inferiore a quello base e anche a quello di Acciona e Ghella. Il valore attuale netto del progetto venne stimato pari a – 10.880.000 euro da parte di Acciona e Ghella e a + 506.000 euro da CCC. Poi i patti parasociali vanno ad incidere a loro volta sulla credibilità del piano economico-finanziario. In particolare emergono forti dubbi sul fatto che ATC si possa esporre per le cifre indicate (12 milioni di euro), ci sono evidenti riserve sulla capacità di ATC di sostenere un impegno così prolungato nel tempo in termini di garanzie senza dover fare ricorso a sua volta ai soci pubblici. I dubbi sulla credibilità del piano economico-finanziario di CCC restano tutti, soprattutto se abbinati alla lettura dei patti parasociali: un operatore privato non poteva essere in grado di presentare un piano corredato da quegli indici economici senza accollarsi un grande rischio di impresa, a meno che tutto il rischio non venisse trasferito sull’operatore pubblico! L’avv. Morace ha chiesto conferma al teste della presenza di una clausola di riservatezza nei patti parasociali stipulati tra CCC e ATC. In effetti il punto 2.1 sancisce l’impossibilità di divulgarne il contenuto senza l’assenso esplicito di tutte le parti in causa: si tratta di una clausola priva di senso (oppure ha molto senso, a voler pensare male…).

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People mover, nuova grana giudiziaria. La Finanza in Comune e Regione

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2015/10-novembre-2015/people-mover-nuova-grana-giudiziaria-finanza-comune-regione-2302167137881.shtml

People mover, nuova grana giudiziaria. La Finanza in Comune e Regione

Le Fiamme gialle sono andate anche da Marconi Express. Nel mirino dei pm il via libera ai cantieri

Il People mover torna nel mirino della Procura. Questa volta sotto la lente dei pm c’è il recente via libera ai cantieri, dopo l’arrivo dei finanziamenti alla monorotaia su gomma che dovrebbe collegare aeroporto e stazione. Su delega dei pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari, i finanzieri del nucleo di Polizia tributaria si sono presentati nei tre luoghi chiave che hanno portato all’apertura a fine ottobre dei lavori del People mover. Le Fiamme gialle ieri mattina hanno bussato alle porte del Comune di Bologna, l’ente che ha curato il bando di gara, a quelle della Regione, che stanziato 27 milioni di euro, e della società Marconi Express, chiamata a costruire e gestire l’opera e composta dal Consorzio Cooperative Costruzioni (75%) e da Tper (25%).

LE CARTE – In mano i finanzieri avevano un ordine di esibizione, l’incarico di acquisire tutta la recente documentazione relativa all’apertura dei cantieri e al contratto con Marconi Express, un corposo faldone che contiene tutte le delibere con le quali sono stati stanziati i finanziamenti oltre all’istruttoria conclusiva (compresa la procedura di revisione del piano economico e finanziario) inviata da Palazzo d’Accursio a Marconi Express e protocollata dall’amministrazione comunale il 20 maggio scorso.

LA VICENDA – Sull’iter amministrativo che ha portato all’aggiudicazione della gara a Ccc è in corso un processo che vede imputati a vario titolo per i reati di abuso di ufficio e turbativa d’asta i vertici del Comune dell’epoca (l’ex sindaco Flavio Delbono, l’ex presidente di Atc Francesco Sutti, l’ex assessore al Bilancio Villiam Rossi, il dirigente del settore Lavori pubblici Patrizia Bartolini, il responsabile della Mobilità Cleto Carlini e la dirigente Francesca Bruni) e l’ex presidente del Consorzio Piero Collina. Per l’accusa il bando è stato «cucito» addosso al Consorzio. Due i profili sotto accusa. Il mancato inserimento nel bando di requisiti tecnici che il Ccc non poteva avere e l’aver permesso alla coop, dopo la vittoria della gara, di costituire una società di progetto con Atc, la Marconi Express. Un altro nodo poi è quello dei patti parasociali (nel frattempo modificati) sottoscritti nel 2010 da Ccc e Atc in base ai quali l’azienda di trasporto avrebbe acquisito il 75% di Marconi Express, assumendo così gran parte degli oneri e dei rischi d’impresa.

LA PARTENZA – Dopo il recente avvio dei lavori, si sono levate più voci contrarie, da Sel fino al comitato «No People mover», costituitosi parte civile nel processo e che, tramite il suo avvocato Domenico Morace, ha presentato in Procura un’istanza per chiedere il sequestro preventivo dei cantieri e dei finanziamenti proprio perché l’opera si basa su una gara che secondo i magistrati è irregolare, quindi ancora sub iudice, e col rischio di poter essere annullata.

I CONTROLLI – A quanto pare non ci sarebbe una nuova inchiesta aperta sul People mover. Gli accertamenti della Procura sarebbero infatti legati al fascicolo madre del 2012 da cui dipende l’attuale processo. La sofferta storia di questa infrastruttura nasce nel 2007, quando Regione, Comune e Provincia sottoscrissero il primo accordo di programma avente ad oggetto proprio la realizzazione dell’opera. Due anni dopo la gara d’appalto individua nel Ccc il soggetto aggiudicataria per la gestione e realizzazione della monorotaia. Subito dopo viene istituita la società di scopo Marconi Express. Nel 2012 i magistrati decidono di aprire un’inchiesta dopo l’esposto dell’ex candidato civico Daniele Corticelli. Da quel momento fino a dieci giorni fa, il People mover ha rischiato davvero di non vedere mai la luce. Poi la svolta con l’annuncio di Merola e della numero uno di Marconi Express Rita Finzi e, contestualmente, con l’avvio dei lavori. Adesso la magistratura vuole vederci chiaro, tanto da chiedere a Comune, Regione e Marconi Express tutti i documenti inerenti al via libera dei cantieri. Una nuova tegola sul tormentato percorso della monorotaia su gomma che potrebbe portare a nuovi sviluppi.

Beppe Persichella, Gianluca Rotondi

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Tutto in quarantottore per non perdere 3,6 milioni di fideiussioni

Articolo di Enrico Miele pubblicato il primo novembre 2015 da la Repubblica – Bologna.

Tutto in quarantottore per non perdere 3,6 milioni di fideiussioni

Ecco perché Marconi Express aveva fretta di concludere. ln una nota l’annuncio di inizio lavori già ieri pomeriggio, ma hanno messo solo alcuni paletti

Dal collegamento «di tipo sciatorio» ipotizzato da Romano Prodi alla firma del contratto per realizzare il People mover sono passati dieci anni. Sarebbe bastato un minuto in più per far saltare tutto e parcheggiare, definitivamente, la navetta nel deposito bolognese dei “progetti mai realizzati”. Invece, quel minuto in più non è scoccato, perchè ieri una nota ufficiale ha reso pubblico l’avvio dei cantieri, sia pure, come dimostrano le foto, più simbolico che concreto. La Marconi Express, società a due tra Ccc e Tper, ha vinto nelle ultime ore la sua corsa contro il tempo. Il 31 ottobre scadeva infatti la proroga, concessa in estate da Palazzo d’Accursio, per iniziare i cantieri. Se i finanziamenti degli istituti di credito, in testa Unicredit e Unipol Banca, non fossero arrivati in tempo, la Marconi Express di Rita Finzi avrebbe perso 3,6 milioni. Cifra data in pegno al Comune con una fideiussione in cambio della dilazione dei tempi per sottoscrivere l’accordo. La firma al fotofinish, celebrata nell’ultimo sabato utile, mette, al contrario, la parola fine a un calvario burocratico e politico iniziato nel 2005. Resta però aperto quello giudiziario: il processo sulle presunte irregolarità nell’assegnazione, in cui sono imputati per abuso d’ufficio e turbativa d’asta tre protagonisti: l’ex sindaco Flavio Delbono, l’ex presidente del Ccc Piero Collina e l’ex numero uno dell’Atc Francesco Sutti. Senza dimenticare il risarcimento milionario chiesto dalla Corte dei conti all’ex giunta Delbono (lui compreso). Quelli giudiziari sono una piccola parte degli ostacoli che in questo decennio si sono frapposti tra i promotori dell’opera e la sua realizzazione. Quando in città, al tempo di Sergio Cofferati, si fa strada l’idea di una navetta veloce, i tempi sono stretti. «A fine 2008 si apriranno i cantieri» promette l’assessore Maurizio Zamboni. Ma il primo bando è un flop. «Inadeguato» lo definisce Collina, che assieme alle altre coop “rosse” aveva mostrato interesse. Al secondo tentativo il Ccc la spunta e l’estate dopo firma la convenzione. Poi arrivano i ritardi nella costruzione dell’Alta Velocità, dove il People mover dovrebbe “atterrare”. Nel 2011 parte così il balletto sui costi lievitati, il biglietto da ritoccare e i risarcimenti chiesti alle Fs. II nodo è sempre quello dei soldi. Prima di posare la prima pietra, il Ccc già vuole 10 milioni in più per sanare i ritardi di Rfi. Poi tocca alla giunta Merola: «Cantieri a gennaio 2012». Per ridurre il rischio per le casse pubbliche, si annuncia pure l’arrivo dei francesi di Ratp, dato per «sicuro» dalla Finzi. Invocati come “salvatori”, i parigini non arrivano. Palazzo d’Accursio allora chiede tempo e le coop avvertono: «Ogni mese che passa i costi si alzano». Ma a quel punto si è già mossa la procura, che a fine 2012 manda i primi avvisi di garanzia dopo l’esposto dell’ex consigliere Daniele Corticelli, e il comitato “No People mover”. Si arriva al 2013, quando sulla navetta si abbatte l’Autorità sugli appalti pubblici, convinta che il Comune «sia troppo esposto». Per Collina è «una bomba». Le banche si nascondono e anche Prodi a un certo punto fa capire che il progetto così com’è «costa troppo, la mia idea era più realistica». Tra ricorsi e controricorsi, non manca il Tar. Per Merola ormai l’opera «è su un binario un po’ morto». Quando manca un passo al funerale, e c’è chi chiede di allungare il tracciato fino alla Fiera, la navetta a sorpresa si sblocca. La Marconi Express cambia i patti parasociali e riduce il rischio per i conti degli enti locali (perché Tper non avrà più del 25% delle quote). Il Tar a luglio 2014 dà ragione ai costruttori e definisce la bocciatura dell’Authority «non vincolante». La ruota riparte: la Finzi e Collina ripetono il tour tra gli istituti di credito: Banca Imi, Unipol Banca e Unicredit. Arriva l’intesa con Palazzo d’Accursio: il biglietto sale a 7,5 euro ma metà dei costi in più saranno a carico dei privati. Dagli 85,9 milioni iniziali la navetta sale a 115. Anche al Marconi viene chiesto uno sforzo in più (tirerà fuori in tutto 15 milioni). Idem alla Regione. Mancano solo le banche, che impiegano un altro annetto a dire di sì visto che nel frattempo Imi si sfila e serve il “soccorso” degli istituti locali come Bper e Emiil Banca. E si arriva così alla prima pietra.

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People mover, 53 testi per un processo

Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato giovedì 9 aprile dal Corriere di Bologna.

People mover, 53 testi per un processo

In aula sfila un pezzo di storia di Bologna. Da Cofferati alla Cancellieri chiamati in tribunale politici e amministratori. Oggi la prima udienza

Nell’annosa vicenda del People mover c’è per lo meno un punto fermo: la verità giudiziaria arriverà prima che la controversa navetta che dovrebbe collegare l’aeroporto alla stazione veda la luce. Un’opera sotto processo, la cui gara d’appalto, secondo i pm, è stata pilotata, ma che è stata appena rifinanziata dal governatore Stefano Bonaccini che ha messo sul piatto 20 milioni di euro. Manca solo, si fa per dire, il via libera delle banche. «Il processo non influirà sullo sviluppo del progetto  — ha detto ieri il sindaco Merola  — . Abbiamo adottato misure differenti per l’applicazione dei contratti. Siamo pienamente convinti della legittimità dei nostri atti: entro aprile scioglieremo il nodo». In attesa della fatidica fumata bianca, comincia oggi in Tribunale la partita parallela sulla monorotaia. Si apre il processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta a carico dell’ex sindaco Flavio Delbono, del capo del Consorzio Cooperative Costruzioni Piero Collina e dell’ex numero uno di Atc Francesco Sutti. Sono imputati anche l’ex assessore al bilancio Villiam Rossi e i dirigenti comunali Cleto Carlini, Patrizia Bartolini e  Francesca Bruni. I sette imputati saranno affiancati da avvocati di spessore, il gotha dei penalisti bolognesi. Quella di oggi sarà un’udienza tecnica che affronterà le questioni preliminari e un primo ostacolo: la giudice che presiede il collegio cambierà incarico e dovrà essere sostituita. C’è curiosità invece per le successive udienze, quando il processo entrerà nel vivo e verrà ricostruita tutta la storia del People mover. In aula sfilerà un pezzo della storia politico-amministrativa recente di Bologna. I pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio hanno citato in tutto 53 testimoni: dagli ex amministratori che si sono succeduti fin dal 2004, da quando la giunta guidata da Sergio Cofferati annunciò il progetto, ai dirigenti di Atc, passando per l’allora consigliere comunale guazzalochiano Daniele Corticelli che nel 2010 innescò i pm con un esposto. Nella lista depositata dalla Procura ci sono l’ex sindaco Cofferati e quello attuale Merola, che all’epoca era assessore all’urbanistica nella giunta del Cinese; l’ex assessore alla Mobilità Maurizio Zamboni; l’ex commissario straordinario Anna Maria Cancellieri che guidò Palazzo d’Accursio dopo le dimissioni di Delbono per il Cinziagate; la presidente di Marconi Express e manager del Ccc Rita Finzi; la presidente della provincia  Beatrice Draghetti. E, ancora, componenti dell’ufficio gare, membri della commissione giudicatrice e gli allora componenti del cda di Atc. Saranno sentiti sulla procedura per l’individuazione del concessionario del People mover, sulla costituzione della società di progetto Marconi Express e sui rapporti con gli imputati. Il nodo del processo è sempre lo stesso. Un bando cucito addosso al Ccc che, tra l’altro, avrebbe permesso al colosso di costruzioni dopo la vittoria nella gara di costituire con Atc (che ha il 25%) una società di progetto, la Marconi Express, nata dal presunto patto occulto tra Sutti e Collina siglato nel 2008. Poi i famosi patti parasociali (cambiati nel frattempo) tra Atc e Ccc, che prevedevano che, una volta costruita la monorotaia, il 100% delle azioni della Marconi express passasse ad Atc, in modo da far ricadere i rischi d’impresa e di gestione sul pubblico nonostante l’opera dovesse essere realizzata dai privati in project financing.

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People Mover: al via il processo, presidio al Tribunale

http://www.bolognatoday.it/cronaca/people-mover-presidio-tribunale-bologna.html

People Mover: al via il processo, presidio al Tribunale

Da questa mattina presto il Comitato No People Mover ha cominciato il suo presidio in via Farini, sotto le aule del Tribunale: oggi infatti parte il processo

People Mover: cominciato il processo per turbativa d’asta e abuso d’ufficio: sotto il Tribunale il Comitato No People Mover (che si è costituito parte civile) ha organizzato un presidio cominciato alle 8.30 di questa mattina proprio davanti al Tribunale, in via Farini. Ieri il sindaco Virginio Merola aveva detto che il processo “Non influirà per nulla sull’iter per la realizzazione del People Mover, abbiamo preso misure differenti nei contratti e contiamo entro il mese di aprile di sciogliere la riserva”.

“People Mover, 100 milioni buttati. Nuovo caso Civis” le scritte sugli striscioni dei protestanti, mentre viene distribuito un volantino che elenca i 7 buoni motivi per non realizzare il mezzo di trasporto.

GLI IMPUTATI. Gli imputati del processo sono: l’ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono, Villiam Rossi, l’allora assessore al Bilancio, l’ex presidente Atc (ora Tper) Francesco Sutti, i funzionari del Comune Patrizia Bartolini, Francesca Bruni e Cleto Carlini nonchè Piero Collina, numero uno del Consorzio Cooperative Costruzioni. Non luogo a procedere, invece, per Giulia Carestia, la dirigente del settore legale del Comune di Bologna, accusata di false informazioni al pm per essersi rifiutata di rispondere alle domande dei magistrati adducendo il segreto professionale.

I PM. I pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio, che hanno indagato sul People Mover a partire dall’esposto presentato dall’ex consigliere Daniele Corticelli, avevano individuato irregolarità nella procedura per l’assegnazione e realizzazione dell’opera e, al termine dell’inchiesta, hanno chiesto il rinvio a giudizio.

Sul People Mover la Regione non ha cambiato idea. E “farà la sua parte fino in fondo, garantendo le risorse per la realizzazione” dell’opera. Lo assicura l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, a margine di una conferenza stampa in viale Aldo Moro. “Per noi non è cambiato nulla- sottolinea Donini- riteniamo che l’aeroporto di Bologna possa avere una maggiore competitività in Italia e nel mondo grazie anche a un sistema di trasporto dedicato e veloce tra aeroporto e stazione dell’alta velocità. E per quella infrastruttura la Regione farà la sua parte fino in fondo, garantendo le risorse per la realizzazione” del People Mover che viale Aldo Moro, per la sua quota, ha già accantonato da tempo. Il progetto però occasione di discussione. Da Sel arriva l’altolà alla giunta Bonaccini.

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