Articoli con tag Domenico Morace
«Il vuoto della politica ha creato un mostro»
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 8 dicembre 2016
Articolo di Gilberto Dondi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.
«Il vuoto della politica ha creato un mostro»
«Quando c’è un vuoto della politica si generano mostri giudiziari». Per commentare l’esito del processo l’avvocato Guido Magnisi, legale di Cleto Carlini, cita Goya, riadattando la famosa frase alla situazione della giustizia bolognese. Un citazione colta, che non nasconde la durezza dell’attacco alla Procura: «L’errore storico-politico è quello di partire dall’ambiente, dal contesto socio-politico, per costruire i reati». Magnisi ha difeso, nel corso degli anni, l’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, l’ex assessore Luisa Lazzaroni (giunta Delbono) e ora Carlini. «Io non giudico la Procura, guardo i risultati. Ed è ben curioso – conclude – che lo stesso risultato ci sia stato per tre amministrazioni di colore diverso, che hanno subito anni di sofferenza, costi umani, sociali e politici». L’avvocato Gaetano Insolera, difensore di Delbono, ha invece risposto piccato ai giornalisti, che chiedevano un commento sulla formula della vecchia insufficienza di prove della sentenza, definendoli «chaperon dei pm», poi si è allontanato. Gli altri avvocati, big del foro come NicolaMazzacuva, Paolo Trombetti, Filippo Sgubbi e Gino Bottiglioni hanno sottolineato i «costi umani e le sofferenze patite in questi anni dagli imputati». «La formula con cui si è concluso, giustifica ampiamente che il processo doveva essere fatto – commenta il procuratore capo Giuseppe Amato –. Del resto c’era stato già il vaglio del giudice dell’udienza preliminare. Se faremo appello? Dovremo tener conto dell’imminente prescrizione». Infine il comitato No People Mover, assistito dall’avvocato Domenico Morace: «Sono emersi fatti gravissimi – dice il presidente Lorenzo Alberghini – che questo verdetto non spiega».
People Mover, “offerta della coop che vinse l’appalto a Bologna era scadente”
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 9 gennaio 2016
People Mover, “offerta della coop che vinse l’appalto a Bologna era scadente”
Fernando Minguez Llorente, dirigente della multinazionale Acciona, è stato sentito come primo testimone nell’udienza del processo sulla monorotaia che dovrebbe collegare stazione e aeroporto: “Noi davamo una Ferrari, Ccc una macchina qualsiasi”
di David Marceddu
“Secondo noi l’offerta del Ccc per quell’opera era scadente dal punto di vista tecnico”. A parlare è Fernando Minguez Llorente dirigente della multinazionale Acciona sentito venerdì 8 gennaio come primo testimone al processo People mover a Bologna. Alla sbarra sette imputati: l’allora presidente dell’azienda trasporti Atc Francesco Sutti, l’ex numero uno del Ccc (Consorzio cooperative costruzioni) Piero Collina, accusati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio; l’ex sindaco Pd Flavio Delbono, che risponde solo del secondo reato come altri quattro tra dirigenti e amministratori comunali. Minguez, che è stato chiamato a testimoniare dai pubblici ministeri Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari, ha spiegato che la sua azienda teneva molto all’appalto per la navetta monorotaia che dovrebbe collegare stazione e aeroporto della città, poi finito nelle mani di Ccc. “La nostra offerta era una Ferrari, quella di Ccc era una macchina qualsiasi”. Peraltro il valore tecnico dell’offerta di Acciona fu riconosciuto anche dalla commissione comunale di gara che aprì le buste e valutò i progetti. Ma oltre all’offerta tecnica nel bando c’era anche l’offerta economica. E quella di Ccc fece ribaltare un risultato che sembrava certo.
Minguez ha ricordato davanti al collegio del tribunale (presieduto dal giudice Luisa Raimondi) di avere avuto, in occasione del primo bando People mover, alcuni contatti con Sutti, per sondare l’interesse di Atc a partecipare con loro alla gara: “Era naturale cercarli”, ha spiegato Minguez. “Atc era un gestore esperto di Bologna”. Poi però i contatti si interrompono: il ricordo del teste è un po’ offuscato dal tempo, ma rammenta che fu il presidente di Atc a non farsi più sentire. Ad ogni modo il primo bando, nel maggio 2008, andò deserto: “Non partecipammo: dal punto di vista economico non tornavano i conti. La decisione non fu presa tuttavia in base all’accordo mancato con Atc”, ha precisato Minguez.
Intanto, a ridosso della scadenza del primo bando, Sutti di Atc si si era rifatto vivo con una telefonata: “Voleva sapere se noi partecipavamo o no alla gara. Gli rispondemmo di no”, racconta il manager iberico. E qui Minguez racconta anche che in quei mesi, tra il primo e il secondo bando, c’era “una voce nell’aria, un sentore”: il fatto cioè che Atc, in quanto partecipata dal Comune di Bologna, non potesse partecipare a quel bando in project financing. “Credo di ricordare che qualcuno del Comune ci disse che stavano studiando la questione”, spiega Minguez, il quale tuttavia non ricorda chi, e in che termini, gliene parlò in Comune. Il manager collega le due vicende: “Quando ricevetti quella telefonata di Sutti, lui per me non era un possibile concorrente, era fuori dalla questione People mover, sennò non gli avrei mai detto che non partecipavamo”.
Si arriva al secondo bando. Ci sono due offerte: Acciona assieme al suo partner italiano Ghella da una parte, e Ccc, da sola, dall’altra. La coop bolognese vince con prezzi molto più competitivi. “Noi proponemmo una soglia di passeggeri molto alta, sotto la quale avremmo dovuto avere un contributo. Era una soglia cautelativa per noi. Ccc ne propose invece una più bassa”. Minguez spiega anche che inizialmente Acciona pensò a un ricorso: “Facemmo arrivare dalla Spagna sette nostri consulenti per studiare le carte capire se ci fossero state irregolarità. Ma l’offerta di Ccc era regolare”, ha spiegato rispondendo a una domanda dell’avvocato Paolo Trombetti, difensore di Collina. Eppure dopo pochi mesi dall’apertura delle buste Ccc formerà una società di gestione dell’opera, la Marconi Express, tirando dentro proprio l’Atc di Sutti. Quest’ultimo e Collina, prima della scadenza del secondo bando, avevano firmato quelli che secondo i pm altro non sono che “accordi occulti”. In base a questi, sostiene l’accusa, Ccc poté presentare al bando una offerta economica più conveniente del concorrente che era all’oscuro di quei patti. “Se avessimo saputo che Atc era dentro la società avremmo fatto ricorso, sicuramente”, ha spiegato Minguez rispondendo a una domanda dell’avvocato di parte civile Domenico Morace.
Altri testimoni dell’accusa sono stati sentiti dai giudici in questa prima tranche di audizioni. Una decina di udienze sono previste sino a fine luglio e la sentenza potrebbe arrivare già entro quella data. Nei giorni scorsi il sindaco di Bologna Virginio Merola, che a fine ottobre 2015 aveva annunciato il via ai lavori, aveva chiesto celerità alla magistratura. Merola si riferiva anche alla inchiesta bis, contro ignoti, aperta sempre dalla procura della Repubblica di Bologna che indaga proprio il contratto integrativo sottoscritto lo scorso 30 ottobre dal Comune e dalla Marconi Express per modificare la concessione risalente al 2009: “Vorrei che un giorno qualcuno ci dicesse – ha detto il sindaco – invece di lasciarci in mezzo a queste cause ed esposti, se quest’opera è illegittima. Ce lo dicano in fretta, così non abbiamo più il problema di pagare penali alla controparte che ci fa causa se non adempiamo al contratto”.
People mover, la lente dei pm sulla giunta
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 6 gennaio 2016
Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato mercoledì 30 dicembre 2015 dal Corriere di Bologna.
People mover, la lente dei pm sulla giunta
Nuova inchiesta (contro ignoti) sul via libera ai cantieri. Le ipotesi: abuso d’ufficio e favoreggiamento. Nel mirino gli atti e le delibere di Palazzo d’Accursio. Sentito il segretario comunale Uguccioni. L’input: a innescare l’inchiesta la richiesta di sequestro dei cantieri dei No People mover. È del 30 ottobre il contratto fra Comune e Marconi Express che dà di fatto l’ok ai lavori
Ora l’inchiesta bis sul People mover c’è davvero. I pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari, gli stessi magistrati che hanno istruito il processo in corso sulla presunta gara illecita per l’aggiudicazione della monorotaia che dovrebbe collegare aeroporto e stazione, hanno aperto un nuovo fascicolo d’indagine che ruota attorno al contratto integrativo sottoscritto lo scorso 30 ottobre dal Comune e da Marconi Express e che di fatto ha dato il via libera ai lavori dopo anni di empasse. Il fascicolo ipotizza contro ignoti l’abuso d’ufficio e il favoreggiamento ed è legato a doppio filo alla recente richiesta di sequestro preventivo dei cantieri e dei finanziamenti — la Regione ha stanziato 27 milioni — presentata dall’avvocato Domenico Morace per conto dell’associazione «Primavera urbana», e quindi del comitato No People mover, che da anni si batte contro l’opera e che nel processo è parte civile. Il 9 novembre, come raccontato dal Corriere di Bologna, i finanzieri del nucleo di Polizia tributaria sono andati ad acquisire la documentazione relativa al nuovo accordo sottoscritto tra Comune e Marconi Express, la società chiamata a costruire e gestire l’opera e composta da Consorzio Cooperative Costruzioni (75%) e Tper (25%), per modificare la concessione del 2009. Ma solo nei giorni scorsi l’attività d’indagine è confluita in un fascicolo autonomo. Come è noto la gara per la monorotaia sopraelevata è ritenuta irregolare dalla Procura che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per le accuse a vario titolo di abuso d’ufficio e turbativa d’asta dell’ex sindaco Flavio Delbono, dell’allora assessore comunale Villiam Rossi, dell’ex presidente di Atc Francesco Sutti, dell’ex presidente di Ccc Piero Collina e di tre dirigenti di Palazzo d’Accursio. Nel mirino della Procura stavolta c’è la giunta Merola che con atti e delibere ha deciso di tirare dritto e dare attuazione agli accordi seguiti all’aggiudicazione della gara. Pur sapendo, è questo il cuore della nuova inchiesta, che quel contratto è sub iudice e potenzialmente nullo. Il Comune, che sulla questione ha incassato pareri legali favorevoli, si ritiene invece vincolato al rispetto del contratto e ha deciso di andare avanti nella realizzazione dell’opera anche per non incorrere in penali milionarie. Lo ha spiegato agli inquirenti il segretario generale del Comune Luca Uguccioni, sentito come persona informata sui fatti il 10 novembre. Per il comitato No People mover l’amministrazione avrebbe invece dovuto attendere l’esito del processo o un eventuale provvedimento del giudice sulla regolarità del contratto. Sull’infrastruttura ha peraltro acceso da tempo i riflettori anche la Corte dei Conti che ha citato a giudizio la giunta Delbono per un danno erariale valutato in 14 milioni di euro. I cantieri non sono ancora partiti ufficialmente ma l’accordo integrativo ha già modificato durata della concessione, tariffe del servizio e curve di traffico, con la previsione di un ulteriore prezzo in favore del concessionario. Nel frattempo sono anche cambiati i patti parasociali tra Ccc, Marconi Express e Tper oggetto dell’inchiesta madre, un nuovo scenario che ha inciso su struttura finanziaria della società di scopo e modalità di trasferimento delle azioni. Ora gli inquirenti dovranno vagliare tutta la documentazione acquisita per stabilire se nel comportamento dell’amministrazione siano o meno ravvisabili illeciti. Presto saranno sentiti funzionari, dirigenti e, a salire, i vertici delle parti in causa. Nel nuovo fascicolo sono parti offese lo stesso Comune, Primavera Urbana e le imprese Ghella e Acciona che avevano partecipato in cordata alla gara poi vinta da Ccc.
People mover, ancora problemi!!
Pubblicato da No People Mover in VIDEO il 6 gennaio 2016
People mover, ancora problemi!! La Procura di Bologna ha deciso di aprire una nuova inchiesta sulla realizzazione della monorotaia pensata per collegare stazione e aeroporto, i cui cantieri sono ufficialmente partiti lo scorso novembre. Il fascicolo, che è contro ignoti, ipotizza i reati di abuso d’ufficio e favoreggiamento: