Articoli con tag Legacoop
L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 9 dicembre 2016
Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.
L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»
«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.
Collina, se l’aspettava?
«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».
Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?
«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».
Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.
«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».
E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?
«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».
Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.
«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».
Nonostante le indagini?
«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».
Competitivi o privilegiati?
«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».
Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.
«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».
Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?
«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».
La Priolo frena sul People mover: “Quanti problemi”
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 4 settembre 2016
Articolo di Eleonora Capelli pubblicato giovedì 1 settembre 2016 da la Repubblica – Bologna.
La Priolo frena sul People mover: “Quanti problemi”
Un cantiere «problematico», un’opera «che è stata molto dibattuta in questi anni da tanti punti di vista, soprattutto quello della sostenibilità economica», un servizio «che probabilmente rispetto ai piani di crescita della mobilità non sarà sufficiente». Così, sul People Mover, è intervenuta ieri Irene Priolo, due giorni dopo essere stata nominata assessora al traffico. Una frenata che lascia «spiazzati» i costruttori del mondo coop, per usare le parole di Vincenzo Onorato, presidente del consozio cooperativo Integra. «Sono parole che lasciano un po’ spiazzati ma rappresentano un caso isolato — dice il presidente della realtà che controlla il 75% di Marconi Express —, è un progetto che ha avuto una gestazione complicata ma noi ci siamo impegnati in maniera seria a portarlo avanti. Più che problematico è ambizioso». I cooperatori guardano al sodo, le polemiche sul doppio incarico di Priolo lascia indifferente la presidente di Legacoop Rita Ghedini che taglia corto: «La mobilità è importante e deve funzionare, a noi interessa solo ciò che verrà fatto, i migliori auguri a Priolo. Assessori e sindaci con altri incarichi ce ne sono altri». Il punto sono i progetti in campo e sul People Mover Priolo è sembrata quantomeno prudente, ieri ai microfoni di Radio Città del Capo.
Da viale Aldo Moro l’assessore Raffaele Donini, che su quei cantieri ci ha messo la faccia, ricorda «l’entusiasmo condiviso per la realizzazione di un’infrastruttura che renderà ulteriormente competitivo il nostro territorio», nel momento in cui furono avviati i cantieri della monorotaia, solo qualche mese fa. Allo stesso modo Donini ricorda che «il People Mover è una sfida vinta grazie al proficuo lavoro di squadra fra Regione, Comune, Città Metropolitana e le imprese del territorio », quindi Priolo come “assessore” uscente della città metropolitana si è già occupata del progetto. La neo assessora del resto non sembra aver intenzione di fermare i cantieri. «Ormai è un’opera che deve andare avanti ed essere completata — ha detto — è un progetto molto importante dal punto di vista dell’immagine della città, un mezzo che collegherà rapidamente stazione e aeroporto, ma non penso sia l’unico mezzo sul quale la città deve puntare. Non possiamo fermarci al People Mover». Una posizione diversa da quella espressa da Merola che nell’ottobre del 2015 definì la monorotaia «un collegamento indispensabile che migliorerà accessibilità e attrattività del nostro territorio»
Alleanza delle coop per salvare il Ccc. Il People mover al consorzio Integra
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 4 settembre 2016
Articolo pubblicato sabato 9 aprile 2016 dal Corriere di Bologna
Alleanza delle coop per salvare il Ccc. Il People mover al consorzio Integra
È ufficiale adesso: è stato presentato ieri a Milano il Consorzio Integra che consente il rilancio del Ccc, provato dalla lunga crisi del settore, e che raggruppa 119 soci (tre finanziatori), un totale di 50.000 addetti, con una capitalizzazione per 42 milioni sottoscritta in meno di un mese, un portafoglio lavori di 2 miliardi e un giro d’affari complessivo delle associate di circa 6 miliardi. «Veniamo da un periodo complicato — ha detto ieri il presidente di Legacoop nazionale Mauro Lusetti — con alcune vicende giudiziarie e aziende messe in liquidazione. Potevamo rimanere stesi a terra, ma oggi dimostriamo come il movimento cooperativo sappia reagire». Ma cosa succederà ai cantieri in corso a Bologna, uno su tutti il People Mover, finalmente in fase di realizzazione dopo anni di complicazioni? «Non ci saranno ripercussioni», assicurano gli addetti ai lavori e l’amministrazione. Nella pratica non cambierà nulla, quindi, perché Integra ha affittato il ramo d’azienda di Ccc che contiene tutti i lavori tranne l’immobiliare. Il nuovo assetto proprio ieri è stato presentato alle banche che finanziano il progetto e tutta la documentazione è stata trasmessa e le banche non dovranno fare una nuova delibera.
Il CCC rinasce sotto l’insegna di “Integra” e manterrà la sede a Bologna
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 4 settembre 2016
Articolo di Enrico Miele pubblicato domenica 10 aprile 2016 da la Repubblica – Bologna.
Avrà sede sotto le Torri la supercoop del mattone
People mover, al via processo a Bologna. Ma la Regione finanzia ancora la navetta
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 9 aprile 2015
People mover, al via processo a Bologna. Ma la Regione finanzia ancora la navetta
Secondo i pm la gara d’appalto comunale per la navetta su monorotaia che dovrebbe collegare la stazione con l’aeroporto fu pilotata. Tra gli imputati anche l’ex sindaco Delbono. Intanto il presidente Bonaccini ha appena stanziato 20 milioni per l’opera mai iniziata
di David Marceddu
Il processo inizierà il 9 aprile: secondo i pm la gara d’appalto comunale fu pilotata. Nonostante ciò il neo-governatore Pd Stefano Bonaccini ha appena stanziato per la “grande opera” di Bologna, mai iniziata, 20 milioni di euro freschi freschi nel bilancio 2015. Questa che vi racconteremo è la storia del People mover, la navetta su monorotaia da oltre 100 milioni di euro che dovrebbe collegare stazione centrale e aeroporto Marconi in otto minuti e che, come livrea, porterà idealmente la scritta Partito democratico. Nelle ultime settimane se ne torna a parlare insistentemente. E non solo per i milioni messi dalla Regione o perché il sindaco Pd Virginio Merola ha annunciato (per l’ennesima volta) che presto i cantieri partiranno. Sono le vicende giudiziarie del trenino mai nato a tenere banco: a processo andranno infatti l’ex sindaco Pd Flavio Delbono e il capo della coop rossa Ccc, Piero Collina e molti altri nomi grossi in città. Ma ripercorriamo la vicenda.
2004-2006. Tutto inizia 11 anni fa quando a Bologna arriva Sergio Cofferati. La sua giunta comunale annuncia il progetto di un sistema di trasporto automatico (5 chilometri, tutti in sopraelevata), che con un biglietto da 7 euro dovrebbe trasportare i passeggeri che arrivano in aereo e hanno fretta di prendere il loro treno o viceversa. Poche migliaia di passeggeri al giorno insomma, si pensa soprattutto ai viaggiatori d’affari. E gli altri passeggeri più “lenti”? Per loro c’è il bus (il BLQ, tuttora in funzione) o il taxi. Qualcuno fa notare all’assessore Maurizio Zamboni che vicino alla pista di decollo passa già la linea ferroviaria Bologna-Verona: con una diramazione dei binari o con un piccolo bus o ancora con un sistema di tapis roulant (si parla di poco più di un chilometro) la gente arriverebbe in aeroporto al costo di un euro o poco più. Troppo semplice: con l’annuncio del People mover quell’idea viene abbandonata. Intanto le coop rosse edilizie drizzano le orecchie: “Siamo interessati al People mover”, spiega Paolo Cattabiani allora presidente regionale di Legacoop.
2007-2009, i due bandi di gara. A fine 2007 è finalmente pronto il bando: a sentire Zamboni le aziende sono in fila per partecipare. È un appalto in project financing: l’impresa che vince mette i soldi e costruisce l’opera che poi gestirà per 35 anni, ripagandosi le spese. Nonostante le attese però il primo bando va deserto. Troppo rischioso, secondo le aziende. Ma la giunta Cofferati non accetta la figuraccia e ci riprova. Così nel secondo bando le condizioni per l’aggiudicatario vengono migliorate: se nell’anno non si raggiungerà un minimo di passeggeri (850 mila) il Comune dovrà mettere sino a 1,5 milioni di euro l’anno per diversi anni. E per chi vincerà ci sono i 27 milioni di euro della Regione a fondo perduto e i tre milioni stanziati dall’Aeroporto: tutti soldi pubblici. Si presentano due cordate. Una è formata dagli spagnoli di Acciona e dall’impresa romana di costruzioni Ghella. La seconda offerta è quella del Ccc di Bologna, il Consorzio cooperative costruzioni, colosso delle coop rosse edilizie, che si presenta da solo. L’offerta tecnica migliore è quella degli spagnoli, ma il Ccc fa una offerta economica considerata irresistibile. Che cosa, secondo la Procura di Bologna, ci sia dietro questa offerta lo vedremo poco più avanti. Ma intanto il 4 giugno 2009 viene firmata la Concessione a favore di Ccc: il People mover è suo.
2010. È gennaio. Pochi giorni prima che la giunta di Flavio Delbono cada per lo scandalo Cinziagate, Ccc presenta la sua società di gestione per il People mover: una società, prevista dal bando, che diventerà l’unica titolare dei contratti, dei mutui e degli obblighi della concessione. Si chiama Marconi Express, come presidente ha la manager del Ccc Rita Finzi. E qui arriva la sorpresa: come socio al 25% c’è Atc, l’azienda pubblica dei trasporti, di proprietà di Comune e Provincia. “Ma come? – obietta il consigliere di opposizione Daniele Corticelli – non doveva essere un bando in project financing, dove i soldi li mettevano i privati e il comune stava fuori?”. Corticelli va alla Corte dei conti e in Procura della Repubblica a denunciare. Quest’ultima fa partire una inchiesta.
2011. I lavori invece non partono ancora. La giunta regionale di Errani sborsa la prima tranche di 8 milioni di euro. Il sindaco Pd Virginio Merola a maggio vince le elezioni promettendo di fare la navetta, ma subito le opposizioni (su tutti il Movimento 5 stelle) e gli alleati di Sel e Idv vogliono vederci più chiaro. Non c’è infatti solo quel 25% di azioni di Atc. Peggio: i patti parasociali tra Atc e Ccc prevedono che una volta costruita la monorotaia, nel giro di pochi anni il 100% delle azioni della Marconi express passi ad Atc. Insomma il Ccc, dopo avere vinto la gara, nel giro di sei anni si sarebbe sfilato lasciando oneri e rischi di impresa alla azienda pubblica. Inoltre, secondo alcuni studi, il rischio è anche che la navetta viaggi spesso semi-vuota e che, allo stesso tempo, non riesca a smaltire i picchi nelle ore di punta. “Quali picchi?”, chiedono i cittadini. “Non ci sarà anche il BLQ per caricare i passeggeri?” Eh no. Nella concessione del People mover è infatti esplicitamente previsto che il giorno in cui la navetta partirà, il bus sia dismesso: non potrà fare concorrenza al People mover (ma qualunque azienda privata potrà metterci i suoi autobus). La città è in rivolta. Nasce un comitato No People mover.
2012. L’inchiesta dei pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio a fine anno porta a una decina di indagati per la vicenda dell’appalto. Nell’atto di conclusione indagini c’è la ricostruzione dei pm: il 2 ottobre 2008 Francesco Sutti, numero uno di Atc e Piero Collina, numero uno di Ccc, avrebbero stipulato un “accordo segreto” su una “partnership esclusiva” per il People mover. Per favorire questo accordo, secondo i magistrati, due funzionari comunali avrebbero predisposto un bando di gara che dava più importanza all’aspetto economico che a quello tecnico, “così consentendo a Ccc di presentare l’offerta economica apparentemente più conveniente del concorrente (Acciona-Ghella), ma reggentesi sugli accordi occulti con Atc spa”. Poi i due funzionari al momento di preparare la concessione non avrebbero posto alcun divieto o limite all’ingresso nella società di progetto per le aziende del Comune. “Atc chiedeva di entrare e prima dell’aggiudicazione della gara fissammo la quota che Atc, in caso di una nostra vittoria, avrebbe avuto nella società di gestione: il 25%. Anche noi avevamo comunque interesse ad assicurarci una società competente come Atc”, spiega Collina ai giornali. Eppure alla gara d’appalto aveva partecipato solo Ccc: nessuno sapeva dell’accordo con Atc. Ora a processo Collina e Sutti risponderanno di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’ex sindaco Pd Flavio Delbono e il suo assessore al bilancio Villiam Rossi sono accusati invece solo del secondo reato per avere dato l’ok alla sottoscrizione di quei patti parasociali tra Atc e Ccc.
2013-2015. Si arriva ai giorni nostri. Il Pd vuole il People mover nonostante l’appalto sia sotto processo. Del resto alcune anomalie sembrano risolte: Ccc si è impegnata a rimanere per tutto il tempo della concessione dentro Marconi Express, mentre Atc (nel frattempo diventata Tper e partecipata in maggioranza dalla Regione) non dovrebbe superare il 25% di azioni. Ma intanto alcune condizioni sono peggiorate: per fare tornare i conti la Marconi Express ha detto che il biglietto costerà da subito 8 euro e ha ottenuto dal Comune un allungamento della concessione a 40 anni. E poi ci sono le banche: mentre scriviamo non hanno ancora dato l’ok e senza i loro soldi non se ne fa niente. Merola però preme e freme perché partano le ruspe e il governatore Bonaccini gli dà una mano con la seconda tranche di quasi 20 milioni di euro: “È una questione di competitività”. E intanto quei binari già pronti della ferrovia metropolitana sono sempre lì, a pochi metri dall’aeroporto.
Il presidente di Legacoop Calzolari: «Il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico»
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 29 giugno 2014
L’affondo di Calzolari: «Appena uno alza un dito si apre un fascicolo»
Il presidente di Legacoop: «Così non va bene, il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico»
«Non siamo in un periodo di speculazione edilizia, quindi non ci sono retropensieri le infrastrutture non si fanno per rendita o per speculazione, ma perche’ servono. E il People Mover abbiamo già deciso che serve». Ecco l’attacco del presidente di Legacoop e Granarolo, Gianpiero Calzolari, che all’assemblea di Coop costruzioni ha parlato anche della monorotaia che dovrebbe collegare stazione e Marconi. «L’aeroporto ha un valore senza People Mover e un altro valore con il People Mover – sottolinea il presidente di Legacoop – poi è vero che qui, appena uno alza un dito, si apre un fascicolo: ma non va bene, il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico». Per il parco del cibo, ricorda Calzolari, «parliamo di milioni di visitatori e non dobbiamo farli andare via con la luna di traverso per il traffico o perche’ non trovano parcheggi». E a proposito del Caab, «abbiamo una grande sfida – incalza il presidente di Legacoop, guardando negli occhi l’assessore Matteo Lepore in platea – Fico deve aprire il giorno dopo l’Expo. Dobbiamo correre come matti e ci dobbiamo riuscire. E se ce la facciamo, vuole dire che possiamo snellire le procedure e la burocrazia non solo per Fico, ma anche per tutti gli altri progetti». «La Procura non ha nulla da dire, lavora come sempre in silenzio», ha replicato il procuratore aggiunto Valter Giovannini.
Il Comitato No People Mover si schiera al fianco dei lavoratori di Coopertone e a tutela dei loro diritti
Pubblicato da No People Mover in COMUNICATI STAMPA il 11 Maggio 2013
La vicenda a tutt’oggi incomprensibile e autolesionistica per le casse comunali dello scorporo del Servizio Sosta da Atc, al momento della sua fusione con Fer, per dare vita a Tper, continua a produrre i suoi frutti avvelenati, come una tossina entrata in circolo nell’organismo della città e dalla quale non ci si riesce più a liberare.
L’amministrazione comunale, dopo avere trasformato Atc Sosta in una sorta di “bad company” nella quale scaricare debiti e contenziosi legali della vecchia Atc fino a decretarne poi la messa in liquidazione per affidare il controllo della sosta al miglior offerente privato, sta ripetendo gli stessi errori e seguendo il medesimo copione nel caso di Coopertone. La cooperativa è stata travolta di recente da un vero e proprio dissesto finanziario (ha infatti debiti stimativerso Tper pari a 800 mila euro e verso Atc Sosta pari a 1,8 milioni di euro), mentre vanta crediti non incassati pari a 1,9 milioni di euro dal consorzio Omnicoop, anch’esso in liquidazione, di cui la stessa coop fa parte e che aderisce alla Lega delle Cooperative e alla Compagnia delle Opere.
L’esternalizzazione dei servizi pubblici come la sosta viene quindi confermata, nonostante sia una politica fallimentare. Né vengono individuate le responsabilità del mancato controllo su Coopertone. Le domande più ovvie,come ad esempio “Perché gli enti pubblici bolognesi assegnano a società con scarsa solidità servizi che comportano la gestione di notevoli attività finanziarie, e quindi di liquidità per proprio conto?” oppure “Sono state usate tutte le dovute attenzioni e si sono osservate le necessarie cautele, come esigere fidejussioni per queste attività?”, si perdono nel complesso gioco di scatole cinesi tra cooperative e consorzi che ruotano attorno al pubblico.
Quello che c’è di sicuro è che a pagare questa situazione, dovuta ad errori o eventuali illeciti di gestione, sono gli utenti e i lavoratori. Così, da un lato, si sente dichiarare dall’indagato Sabbioni, presidente di Coopertone, che le tariffe di AtcSosta e Tper sono troppo basse; dall’altro, l’assessore Colombo intima ai lavoratori di Coopertone di riprendere a lavorare gratis per non creare disservizi e danni economici al Comune.
Se nel frattempo è stata individuata una possibile soluzione temporanea con nuove società subentranti che si impegnino a salvaguardare l’occupazione dei circa 40 lavoratori oggi impegnati nei servizi in questione, non c’è però alcuna garanzia sul fatto che il personale potrà essere riassunto a tempo indeterminato e con uguale trattamento economico. Soprattutto manca un deciso segno di cambiamento del modello di gestione della cosa pubblica, mentre persiste una stressante e dispendiosa rincorsa al rattoppo delle falle sempre più grandi di questo sistema.
Per questo motivo i lavoratori di Coopertone hanno deciso di rimanere in stato di agitazione, e comunque guardinghi, così come quelli di Atc Sosta e gli autisti di Tper, finché non avranno ricevuto delle precise garanzie sul proprio futuro. Il comitato No People Mover è solidale con questi lavoratori e si associa alla richiesta di un radicale cambiamento nel pensiero e nella gestione di servizi pubblici e diritti come la mobilità. Continuiamo ad essere convinti che l’unico modo di reclamare efficacemente questo cambiamento sia la costituzione di un fronte comune di cittadini, utenti e lavoratori.
COMITATO NO PEOPLE MOVER
No Tav, pronti 800 tra agenti e militari
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 12 ottobre 2012
dal Corriere Romagna
RAVENNA. Sono oltre un migliaio i manifestanti No Tav che hanno già dato la loro adesione alla protesta di domani. Ma il numero complessivo di quanti si presenteranno davanti ai cancelli della Cmc resta un’incognita. Molti gruppi, infatti, non si sono ancora espressi; tra questi quelli di Padova e di Torino, che da soli muoverebbero centinaia di persone e che se non si sono esposti ufficialmente sulla loro presenza, non l’hanno nemmeno esclusa. Per questo è logico attendersi una moltiplicazione delle cifre attuali; secondo alcune stime potrebbero convergere a Ravenna tra i 3mila e i 4mila manifestanti. Per controllare che tutto si svolga senza problemi ed arginare eventuali frange estremiste, sarà presente un nutrito plotone di forze dell’ordine, qualcosa come 700-800 uomini, la metà dei quali poliziotti (tutto l’organico disponibile in provincia, ad eccezione dei servizi essenziali, più i rinforzi inviati dal ministero) a cui si aggiungerà un corposo contingente di carabinieri. Impegnati anche due elicotteri. Nonostante la lunghezza del percorso che percorrerà il corteo, saranno adottate le misure previste per l’arrivo dei capi di stato. Tutti i tombini saranno piombati, mentre tutti i cassonetti saranno rimossi. Una città in versione G8 che ieri ha comunque espresso anche diversi messaggi di solidarietà nei confronti di quello che sarà inevitabilmente l’obiettivo simbolico della protesta, ovvero la Cmc. Una presa di posizione netta è arrivata ieri dall’Anpi di Ravenna che definisce «sbagliata, fuori luogo e offensiva la manifestazione dei No Tav contro la politica della nostra Cmc. Pertanto – scrive il presidente dell’associazione, Ivano Artioli – esprimiamo al presidente Massimo Matteucci, ai soci, ai dirigenti e ai dipendenti della Cmc la nostra vicinanza e il nostro sostegno. I partigiani che si sono impegnati nella Cmc sono molti e la cooperativa è stata il più significativo esempio nazionale di associazione di lavoratori antifascisti. Noi ravennati – aggiunge Artioli – siamo orgogliosi del loro lavoro che riteniamo parte integrante della nostra storia». E sulla manifestazione di domani interviene anche Legacoop che in un comunicato definisce sbagliato l’obiettivo dei No Tav: «Le ragioni sono molte. La prima, che va chiarita, è che la Cmc è in regola con la legge, essendosi aggiudicata una gara di appalto a cui ha partecipato in competizione con altre imprese del settore. L’azienda, come ogni altra impresa, ha come priorità la ricerca di lavori per assicurare ai propri soci e ai propri dipendenti lavoro e reddito. È una grande responsabilità che la Cmc da sempre interpreta con trasparenza e spirito cooperativo». Lo stesso presidente della Legacoop, Elio Gasperoni, commentando la manifestazione di sabato, tra i motivi di preoccupazione sottolinea «la nascita e la crescita nel Paese di un clima ostile nei confronti delle imprese. Un clima che le difficoltà provocate dalla crisi rendono ancora più preoccupante. Anzi, proprio in quest’ottica, diventa ancora più importante che le nostre imprese sane, e la Cmc è una di queste, possano lavorare, produrre occupazione e quindi benessere».