Articoli con tag Legacoop

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.

Collina, se l’aspettava?

«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».

Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?

«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».

Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.

«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».

E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?

«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».

Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.

«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».

Nonostante le indagini?

«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».

Competitivi o privilegiati?

«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».

Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.

«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».

Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?

«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».

 

, , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

L’intervento dell’avv. Domenico Morace in rappresentanza del Comitato No People Mover all’udienza del 7 novembre 2016

TRIBUNALE DI BOLOGNA

 Collegio II° Penale

PROCEDIMENTO PENALE N. R.G. n. 1672/15 – R.G.N.R. n. 14722/12

 

MEMORIA

Nell’interesse della parte civile “Primavera Urbana”.

L’opera denominata “People mover” così come concepita nel bando di gara e per come sarà realizzata dal CCC è un’opera costosa, inutile, non giustificabile a fronte dell’impatto ambientale, destinata ad un sicuro fallimento per via dei costi eccessivi e dell’inidoneità del sistema utilizzato.

Per meglio comprendere il senso di tale affermazione si deve fare un breve riferimento al Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM).

Il link di seguito indicato, messo in rete dall’Associazione Primavera Urbana, Comitato No People Mover, riassume ed indica i vari documenti che hanno scandito il progetto:

https://www.dropbox.com/s/onqjp6e52r7cnn2/STAZIONE%20SFM%20AEROPORTO%20vs%20PEOPLE%20MOVER.pdf?dl=0

Per quanto possa rilevare ai fini del processo si deve osservare che nel Luglio 1994 interviene il documento  “Intesa per la definizione di un nuovo assetto dei trasporti pubblici nell’area metropolitana bolognese”, fra il Ministero dei Trasporti, il Comune di Bologna, la Provincia di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e le Ferrovie dello Stato S.p.A, in cui si stabilivano le linee guida e gli interventi necessari alla realizzazione del nuovo sistema della mobilità, incentrato sulle linee ferroviarie.

Nel Luglio 1997 si arriva all’Accordo Attuativo e Integrativo dell’intesa del 1994, in cui, in occasione dell’approvazione del progetto di attraversamento della nuova linea ferroviaria AV/AC nella città di Bologna si confermava la precedente intesa stabilendo i contenuti del progetto, le nuove realizzazioni, i finanziamenti, gli impegni reciproci, i tempi di realizzazione e le fasi intermedie per il SFM dall’avvio dei lavori alla sua piena attivazione.

Nell’aprile del 2002 la Provincia di Bologna pubblica un opuscolo informativo con le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che sarà approvato nel 2004. Uno degli elementi caratterizzanti del Piano è proprio il collegamento ferroviario con l’Aeroporto di Bologna. In questo opuscolo compare per la prima volta un accenno ad un sistema “People Mover” inteso come modesto e breve collegamento tra la stazione SFM Aeroporto e la stazione SFM Borgo Panigale con il terminal passeggeri dell’Aeroporto. Il teste ZAMBONI lo conferma nel corso della sua deposizione.

Successivamente all’approvazione del PTCP, alla fine del 2004 per quanto afferma lo stesso teste ZAMBONI, si comincia a manifestare all’interno del Comune di Bologna un’idea antagonista al SFM Aeroporto, il People Mover come mezzo per la connessione fra stazione centrale e aeroporto il cui progetto preliminare viene approvato a dicembre 2005, a cui segue la variante al PRG adottata dal Consiglio nel 2006 ed approvata nel 2007.

E’ interessante rilevare fra l’altro dalla documentazione progettuale come il sistema a cui si pensava fosse fondamentalmente diverso da quello poi oggetto della gara, con convogli da circa 200 posti proprio per ovviare ai problemi di picchi giornalieri e stagionali.

Cosa ben diversa da quello poi deliberato in sede di bando di 50 (teorici) posti.

A questo punto sorge il problema relativo alla stazione SFM Aeroporto che viene “nascosta” e ridenominata Stazione Borgo Panigale Scala (visto che esisteva già quella di Borgo Panigale).

Nel luglio del 2007 nell’ambito della ridefinizione del SFM, senza alcuna concertazione a livello provinciale, il Comune di Bologna in “relazione alla nuova previsione del People Mover” cancella, in un colpo solo, anni di strategie destinate ad una vasta area. Così si stabilisce di completare la sola stazione SFM sulla direttrice ferroviaria Bologna-Milano per evitare qualsiasi “concorrenza” con il People Mover.

L’attività spiegata dal Comune di Bologna crea una certa confusione in tutti gli enti preposti. Si vedano per esempio l’Accordo Territoriale per il Polo Funzionale Aeroporto:

http://www.cittametropolitana.bo.it/pianificazione/Engine/RAServeFile.php/f/PTCP/accordo_aeroporto.pdf

ed il POC 2009-2014:

http://urp.comune.bologna.it/PortaleTerritorio/portaleterritorio.nsf/d31da69f1a22d084c125706f0046b2aa/5cb61f7198e3a610c12575ca0026e4b7/$FILE/POC_tavola2_approvazione_delibera.pdf

dove viene ancora indicata la Stazione SFM Aeroporto.

 

Nel convegno di presentazione del nuovo Piano Regionale Integrato di Trasporto (PRIT) figura ancora una volta la stazione SFM Aeroporto:

http://mobilita.regione.emilia-romagna.it/allegati/convegni_presentazioni/2010/2010_versonuovoprit_bologna/iacono.pdf/at_download/file/iacono.pdf

 

I limiti del People Mover sono così evidenti che il Comune di Bologna deve imporre la cancellazione del BLQ, il servizio di autotrasporto attualmente gestito da TPER già ATC che collega il centro città e la stazione ferroviaria al terminal passeggeri.

Ma quanto il Comune impone all’azienda partecipata non può imporlo ai privati che ben consapevoli dei limiti del nuovo sistema si sono già organizzati.

Il sito internet di seguito riportato pubblicizza un’iniziativa già in funzione che offre un servizio di navetta a domicilio sull’intero territorio del Comune di Bologna che porta i passeggeri al terminal passeggeri in Aeroporto per il prezzo di 8€ !!:

http://www.vivaraviaggi.it/gsvbooking.html

 

Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale confermano i limiti dell’opera per come è stata disegnata nei due bandi di gara e quelli relativi all’offerta della CCC.

La gara è stata condizionata da un’attività operata di concerto tra il sig. COLLINA ed il sig. SUTTI in danno della collettività ed in danno dell’altro concorrente, l’ATI ACCIONA-GHELLA.

In questo senso i primi elementi emergono già dalla testimonianza resa il giorno 8 gennaio 2016 dal teste  MINGUEZ FERNANDO LLORENTE, ingegnere alle dipendenze della società ACCIONA. E’ lui che rappresenta l’azienda spagnola in Italia e che ha seguito la partecipazione al bando di gara. Nell’ambito della ricerca di un partner per la gestione del servizio l’ing. MINGUEZ si rivolge all’ATC nella persona dell’allora Presidente SUTTI.

Intervengono delle riunioni con ATC nelle quali la stessa azienda di trasporti si mostra interessata alla cosa. Ma poi accade un qualcosa di anomalo. ACCIONA propone un “Memorandum of Understanding (doc.10 prod. PM) ma non riceve risposta alcuna.

Di seguito il passo della testimonianza sul punto:

P.M. DI GIORGIO – Oltre all’ingegner Sutti aveste anche

contatti con altri soggetti di Atc o il vostro

riferimento era solo l’ingegner Sutti?

TESTE MINGUEZ – Principalmente era l’ingegnere Sutti, però mi

ricordo dell’ingegnere Paolillo perché molte volte non

era facile trovare l’ingegnere Sutti e era più facile

trovare l’ingegner Paolillo e quindi ho avuto… adesso

l’ho incontrato anche in aula, non mi ricordavo da 9

anni, quindi, sì, anche l’ingegnere Paolillo.

 

P.M. DI GIORGIO – Perché, guardi, le faccio questa

contestazione, lei fu sentito il 9 maggio 2012 dalla

guardia di finanza di Bologna, in quella sede fece

questa dichiarazione: “(inc.) cercavano contatti con il

presidente di Atc, Francesco Sutti, che mentre

all’inizio sembrava interessato al punto che furono

predisposte, ma mai sottoscritte, ipotesi di

accordo…” poi aggiunge: “Dopo l’uscita del bando ha

evitato ogni forma di tipo o di rapporto con noi”, che

cosa…

PRESIDENTE – Sì, ha detto questo cose ma adesso cosa dice?

P.M. DI GIORGIO – Cioè i contatti ci furono o non ci furono?

TESTE MINGUEZ – Ci furono dei contatti per sapere di

continuare avanti con il Mou (trascrizione fonetica)…

l’accordo…

P.M. DI GIORGIO – L’accordo.

TESTE MINGUEZ – …per partecipare assieme, per valutare la

possibilità…

PRESIDENTE – Sì.

TESTE MINGUEZ – …di partecipare… però non ci furono

risposte. Io quello che mi ricordo, sono passati molti

anni, è non trovare più l’ingegnere Sutti, non aveva la

possibilità di beccarlo al telefono più che altre cose,

cioè non risposta.

P.M. DI GIORGIO – Va bene.

TESTE MINGUEZ – E’ quello che mi ricordo.

P.M. DI GIORGIO – Cioè voi lo cercavate in prima persona e

lui non rispondeva.

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – Per questo disse “Ha evitato ogni forma e

tipo di rapporto”?

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – Si riferiva…

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – …a questo.

Il SUTTI si nega a qualsiasi altro contatto con la società spagnola ed i suoi rappresentanti, per tornare a farsi vivo solo in occasione del primo bando di gara.

L’allora Presidente di ATC si informa circa la partecipazione di ACCIONA alla gara ed ottiene risposta da parte dell’ing. LLORENTE circa la volontà degli spagnoli di non partecipare. L’informazione viene comunicata perché l’ingegnere spagnolo viene a sapere da Sutti che ATC intendeva rimanere fuori dalla gara. La telefonata con la richiesta di informazioni avvenne prima del 14 maggio 2008 (pag.22 trasc. 8 gennaio)

 

TESTE MINGUEZ – …lui era fuori, assolutamente.

P.M. DI GIORGIO – “Lui era fuori”, quindi non era interessato

a partecipare.

TESTE MINGUEZ – Assolutamente sì.

P.M. DI GIORGIO – Va bene, quindi da quella telefonata non

venne nessun contenuto sul fatto che loro avrebbero

partecipato in un modo o nell’altro.

TESTE MINGUEZ – No, se io sapessi che lui era assieme ad

altri questa informazione che noi non partecipavamo io

non la davo.

 

Sull’importanza della partecipazione di ATC, decisiva a tal punto da spostare gli equilibri della gara stessa l’ing. LLORENTE è molto chiaro:

TESTE MINGUEZ – Giustamente se uno tiene Atc come partner è

avvantaggiato rispetto agli altri perché loro possono

fare uno sforzo economico che noi da fuori non potevamo

fare, loro avevano un’organizzazione quindi potevano

gestire in modo più efficiente, giustamente.

………..

TESTE MINGUEZ – E’ un vantaggio per il mio concorrente

 

Il testimone ritorna con forza sul punto essenziale di quanto potesse pesare la partecipazione di ATC con un concorrente invece che con un altro.

TESTE MINGUEZ – E’ una questione rischio aziendale, è chiaro

che se io avessi avuto una società che si prendeva

questo rischio io facevo un’offerta migliore, però noi,

che non avevamo la conoscenza del futuro, la nostra

valutazione era più cautelativa.

 

Sulla differenza tra le due offerte il teste si esprime in modo chiaro:

TESTE MINGUEZ – Noi dal punto di vista tecnico eravamo sicuri

che l’offerta era tecnicamente superiore, altamente

superiore, così si è dimostrato con il punteggio

tecnico e però è stato ribaltato con la valutazione

economica, quindi alla fine la C.C.C. ci ha fatto il

sorpasso con il punteggio economico. Per noi la

valutazione che facevamo è che dal punto di vista

tecnico la nostra era superiore, era quello che aveva

bisogno Bologna, mentre quella di C.C.C. con la società

Intamin per noi era un po’, diciamo, scadente, quindi

per quello che dice “Faremo ricorso”, perché

giustamente era comparare due cose che… anche se il

bando di gara permetteva questo, era comparare due cose

diverse, non mi ricordo se a un certo momento feci la

comparazione che è una cosa è la Ferrari e un’altra

cosa è un’altra macchina, mi sembra.

I contenuti delle dichiarazioni del teste Minguez Llorente vengono confermati anche dall’ing. GARCIA chiamato a testimoniare dalla difesa di parte civile ACCIONA. In particolare il teste conferma l’importanza decisiva della partecipazione di ATC che se fosse stata palese avrebbe spinto l’ATI ACCIONA-GHELLA a non partecipare alla gara.

 

I limiti dell’offerta CCC emergono anche  alla luce delle perizie disposte dall’Ufficio del P.M.. In particolare si richiamano le dichiarazioni dell’ing. FERRETTI che pone l’attenzione su diverse carenze dell’offerta CCC:

–       Mancanza dei documenti 6 e 7 della busta 3

–       Mancanza del doppio binario (interscambio)

–       Passerelle di emergenza collocate una volta a destra una volta a sinistra

–       Attraversamento del fiume Reno

–       Omissione in merito allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici (dopo 30 anni vanno sostituiti, la durata della concessione arriva a 35)

–       L’incarrozzamento: solo 20 secondi per caricare 50 passeggeri con bagagli (In una linea di metropolitana le porte rimangono aperte da 30 a 60 secondi).

 

L’offerta CCC risulta vincente per la parcellizzazione del punteggio assegnato all’offerta tecnica, un totale di 60 punti che viene suddiviso tra:

–       Piano di gestione;

–       Tecnologia e prestazioni;

–       Qualità architettonica ed estetica.

 

Soprattutto sono i 40 punti assegnati all’offerta economica che rendono impossibile una corretta competizione con qualsiasi altro soggetto che non fosse collegato in maniera occulta con ATC. Solo confidando su un’assunzione del rischio di gestione da parte di quest’ultima si poteva proporre un’offerta economica esageratamente bassa. Inoltre, le informazioni elargite da ATC esclusivamente a CCC relative, non tanto al numero dei passeggeri di BLQ, ma alla redditività della linea, alle prospettive future, alla conoscenza del mercato hanno caratterizzato e condizionato la gara. Non si deve dimenticare che ha inciso in modo decisivo la certezza di poter contare su un’azienda che già gestiva il trasporto pubblico di Bologna e poteva garantire il personale per il servizio, la struttura per la manutenzione, l’integrazione con le altre linee di trasporto urbano ed extraurbano. Le riunioni presso la sede dell’ATC, come vengono riferite da diversi testimoni, vedono la partecipazioni dei dirigenti ATC esperti di quei specifici settori.

 

Sull’attività occulta dispiegata di concerto da ATC e CCC, ovvero da SUTTI e COLLINA, non vi sono dubbi ma una serie di certezze acquisite nell’istruttoria dibattimentale.
A cominciare dall’acquisizione del cd. patto di riservatezza del 2 ottobre 2008.
Il teste AMICUCCI, sentito nel corso dell’udienza dell’11 luglio (2016) ci spiega che detto documento non venne rinvenuto né presso la sede ATC né presso quella del CCC, né tantomeno in Provincia o in Comune. Il documento venne citato nelle s.i.t. dell’ing. PAOLILLO che lo consegnò tramite un messaggio di posta elettronica. Successivamente alla consegna del PAOLILLO ne venne consegnata una copia anche dall’ing. LIPPI di CCC.
Appare alquanto singolare che un documento tanto rilevante non venne rinvenuto nei carteggi delle due società interessate, ovvero ATC e CCC.

 

In merito risultano contraddittorie e illogiche le dichiarazioni rilasciate in dibattimento dai testi FINZI e LIPPI. Le due vengono invitate a portare (e ritirare) il documento da SUTTI presso ATC. La circostanza risulta alquanto particolare, atteso che appare poco credibile che due ingegneri, tra cui una con una funzione apicale, vengano utilizzate come “postine”. Sul punto le due testimoni danno versioni in parte divergenti.

Si deve premettere che l’ing. FINZI non disse il vero nel corso delle indagini preliminari quando dichiarava: “riferisco di non essere a conoscenza di un accordo siglato tra ATC  e CCC per una eventuale partecipazione congiunta alla gara” (contestazione del P.M. pag.159 trasc. 20 maggio).

La giustificazione fornita appare totalmente priva di pregio. Se, anche per assurdo, volessimo dar credito alla versione di comodo fornita, nel caso in cui la FINZI avesse inteso male la domanda, poteva rispondere che non esisteva alcun patto segreto ma solo un “normale” patto di riservatezza.

Invece, l’ing. FINZI mente consapevolmente.

Cosa che ripete a proposito dei contatti intervenuti tra CCC ed ATC, a suo dire solo dopo l’aggiudicazione della gara.

Secondo la FINZI il documento viene sottoscritto da SUTTI ed una copia riconsegnata.

Secondo la LIPPI il documento non viene sottoscritto. Di fatto il documento sottoscritto viene “perduto” e cosa ancora più strana nulla viene fatto.

Secondo la LIPPI durante l’incontro si discute del parere legale rilasciato ad ATC dall’avv. BIAGINI nel 2006.

La FINZI insiste in un incontro limitato alla consegna ed alla sottoscrizione del documento.

 

Ulteriori profili di opacità provengono dagli accertamenti svolti in sede di indagini preliminari dalla GdF, incaricata delle indagini.

Un primo dato riguarda le somme di denaro esportate all’estero da SUTTI. Nel periodo intercorso tra il gennaio 2008 e l’ottobre 2010 l’ex presidente di ATC esporta somme pari ad €704.267,00. (pag. 9 trascr. 11 luglio)

Inoltre, è stato accertato che lo stesso SUTTI proveniva dal mondo cooperativo legato a LEGACOOP, avendo ricoperto svariati incarichi apicali in diverse cooperative, oltre ad essere stato per quasi 3 anni consigliere della stessa CCC (pag.7 trascr. 11 luglio).

 

Anche l’assessora provinciale CHIUSOLI aveva solidi legami con il mondo cooperativo. Dipendente e socia della SCS Azioninova partecipata in massima parte da UNIPOL MERCHANT BANK e da COOP ADRIATICA, ma con altri soci minoritari tra cui lo stesso CCC, presso quest’ultima aveva la propria sede.

Anche il coniuge della CHIUSOLI, MANFREDINI, aveva solidi legami con il CCC considerato che aveva partecipato alla progettazione della sede di CCC ed a quella relativa alla nuova sede del Comune, Liber Paradisus, opera realizzata sempre da CCC (pagg.9-10 trascr. 11 luglio).

 

L’ing. BOLDREGHINI, consulente del Comune anche per il bando di gara People Mover, risulta essere legale rappresentante della TECNOPOLIS che ebbe a concludere un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile dalla COOP COSTRUZIONI, consorziata del CCC. Oltre all’ATI costituita, con altri soggetti tra cui CCC, per la realizzazione del termovalorizzatore di Parma.

 

Anche l’altro consulente del Comune per il bando, il dott. SERIFIO, non è risultato estraneo a rapporti con il CCC, per tramite della KPMG società per cui lavora ed è socio. Il dott. SERIFIO ebbe a ricevere incarico da CCC per la vendita di una società controllata dal CONSORZIO nello stesso periodo in cui svolgeva la consulenza per il COMUNE di BOLOGNA, ovvero negli anni 2005/2006.

 

Che dire del faldone scomparso dall’archivio del COMUNE felsineo, il n°33, che avrebbe dovuto contenere i documenti relativi ai rapporti con INTAMIN ed al viaggio organizzato a MOSCA dal rappresentante INTAMIN DE SIMONE? I protagonisti di questo viaggio in una delle capitali “morali” d’Europa vide come protagonisti l’assessore ZAMBONI e l’ing. BOLDREGHINI.

 

E’ singolare che INTAMIN appaia sulla scena tramite il COMUNE di BOLOGNA. E’ tra gennaio e febbraio del 2005 che il duo ZAMBONI-BOLDREGHINI si reca a MOSCA per visionare il collegamento realizzato da INTAMIN ancora in fase di pre-esercizio. Che l’allora assessore ZAMBONI visionasse un unico sistema di People Mover  in quel di MOSCA senza spiegare quali altri sistemi avesse visionato, è un dato che merita la massima attenzione. Come si possa prendere in considerazione esclusivamente un’azienda che fino ad allora era stata impegnata nella costruzione di giostre e meccanismi per parchi di divertimento è un dato difficile da spiegare secondo logica e tenendo presente che l’obiettivo avrebbe dovuto essere quello di dotare la città di un moderno sistema  di collegamento.

 

Uno degli episodi più disgustosi di questa vicenda riguarda la dirigente del COMUNE di BOLOGNA dott.ssa Sonia BELLINI, allontanata dal proprio Ufficio e trasferita al Quartiere San Donato, dopo aver sollevato una serie di problematiche e dubbi sulla bontà dell’ingresso di ATC nella società di progetto (V. i documenti P.M. dal 119 al 130).

Si noti come la dott.ssa BELLINI sollevi varie questioni il 13 ottobre 2009, per poi essere destinata ad altro incarico con ordinanza del Sindaco Delbono del 26 di ottobre successivo (doc.128 P.M.). Il siluramento avviene in soli 16 giorni, “fulgido” esempio di efficienza burocratica. Una vera e propria epurazione.

Nel frattempo l’assessore ROSSI fa saltare l’assemblea dei soci dell’ATC comunicando che il Comune non ha potuto assumere “gli atti necessari all’autorizzazione dell’espressione di voto” (doc.125 P.M.). Per adottarli devono prima defenestrare la dott. Bellini.

Analoghe critiche e segnalazioni di omissioni vengono sollevate dalla dott.ssa AGRESTI (Responsabile Servizi Società e Cooperazione interistituzionale della Provincia di Bologna).

Anche le osservazioni della dott.ssa AGRESTI cadono nel vuoto.

 

In questo quadro si muove ATC ovvero il suo Presidente SUTTI, formalmente Presidente del CdA di fatto padrone incontrastato. Significativa la testimonianza resa da uno dei sindaci, il dott. CORSINI:

TESTE CORSINI – Ecco, tra i consiglieri penso che non… da

quello che mi ricordo non ci sono state delle sorte di

conflittualità, insomma mi sembra che lui… ci fosse

un’armonia generalmente a livello di consiglio di

amministrazione, nel senso che poi decideva tutto lui,

insomma era l’operativo amministratore e gestiva tutta

lui l’azienda, ecco.

E con riferimento ai consiglieri di amministrazione afferma:

TESTE CORSINI – Loro ratificavano, essendo senza deleghe, gli

argomenti posti all’ordine del giorno, ecco.

TESTE CORSINI – Dal punto di vista diciamo… lui consegnava

regolarmente la documentazione oggetto di discussione

in consiglio di amministrazione e anche prima, a mezzo

mail, spesso faceva a mezzo mail, qualche giorno prima

della riunione consiliare in modo che sia i consiglieri

che i sindaci avessero… prendessero visione degli

argomenti posti all’ordine del giorno e che devono

essere deliberati.

(pagg.89/90 trascr. 10 giugno)

 

SUTTI non si prendeva nemmeno la briga di rispondere ai chiarimenti richiesti dal Collegio sindacale.

 

Infine, per quanto attiene alla violazione dell’art.156 del d.lgs. n.163 del 2006, sul quale si è a lungo dibattuto in istruttoria, si richiamano le argomentazioni tutte spiegate nella deliberazione dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) n. 18  del 8 maggio 2013 contenuta in atti.

Le considerazioni e le interpretazioni effettuate dall’AVCP rimangono del tutto valide e coerenti con lo spirito e la lettera della normativa.

Bologna, 7 novembre 2016

Avv. Domenico Morace

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

Vacchi mette 30 milioni per le start up e chiama Merola: “People mover vitale”

Articolo di Marco Bettazzi pubblicato martedì 6 settembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

Vacchi bussa a Merola “Adesso cinque anni di interventi strutturali”

Prima chiede alla nuova giunta Merola «cinque anni di un’azione puntuale e precisa» e di «realizzare i vari interventi infrastrutturali di cui si ha bisogno, come il People Mover, che è vitale, e il Passante». Poi presenta un progetto annunciato l’anno scorso e ora pronto a partire, la casa delle start up sviluppata con la società Primomiglio che avrà sede alle Aldini Valeriani e ha già raccolto 30 milioni di euro (con l’obiettivo di arrivare a 50 entro un anno), per favorire lo sviluppo di nuove imprese innovative. Il presidente Alberto Vacchi ha aperto così ieri l’assemblea degli industriali nella giornata inaugurale di Farete, la due giorni delle imprese promossa da Unindustria e Legacoop che si conclude oggi in Fiera.

Davanti al gotha dell’imprenditoria, al ministro Gianluca Galletti, a Jean-Paul Fitoussi, a Romano Prodi e all’arcivescovo Matteo Zuppi, Vacchi ha anche ufficializzato che entro nove mesi nascerà Confindustria Emilia, che fonderà le associazioni di Bologna, Modena e Ferrara. E proprio a quell’appuntamento guarda il leader degli industriali negando attriti con l’attuale presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, che dopo averlo sconfitto nella corsa per quella carica ieri non era presente. «Usciamo da queste polemiche – ha detto Vacchi –, ho parlato con Boccia: aveva poco senso che partecipasse all’ultima assemblea di Bologna, verrà sicuramente alla prima post fusione». Vacchi ha poi chiesto alla nuova giunta Merola di insistere su «razionalizzazione e semplificazione delle procedure», oltre che su «aspetti logistici migliori, perché Bologna è al centro della viabilità nazionale. Bologna si merita cinque anni di un’azione puntuale e precisa». Da qui l’insistenza su People Mover e Passante, così come la difesa del neo-assessore alla mobilità Irene Priolo, al centro di polemiche perché pure sindaco a Calderara. «Se non è un problema istituzionalmente non lo è neppure per me», taglia corto. «Sulle infrastrutture domanda accolta», risponde il sindaco Merola. Poi l’annuncio della partenza di “Barcamper Ventures”, il fondo per accompagnare la crescita di start up innovative gestito da Primomiglio sgr, che ha raccolto 30 milioni da investitori come il Fondo italiano d’Investimento, Banca Sella e anche Unindustria Bologna, che ne ha messi 4. «Vogliamo attrarre investimenti e nuove imprese, favorendo la creazione di posti di lavoro qualificati», spiega Vacchi.

 

, , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

La Priolo frena sul People mover: “Quanti problemi”

Articolo di Eleonora Capelli pubblicato giovedì 1 settembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

La Priolo frena sul People mover: “Quanti problemi”

Un cantiere «problematico», un’opera «che è stata molto dibattuta in questi anni da tanti punti di vista, soprattutto quello della sostenibilità economica», un servizio «che probabilmente rispetto ai piani di crescita della mobilità non sarà sufficiente». Così, sul People Mover, è intervenuta ieri Irene Priolo, due giorni dopo essere stata nominata assessora al traffico. Una frenata che lascia «spiazzati» i costruttori del mondo coop, per usare le parole di Vincenzo Onorato, presidente del consozio cooperativo Integra. «Sono parole che lasciano un po’ spiazzati ma rappresentano un caso isolato — dice il presidente della realtà che controlla il 75% di Marconi Express —, è un progetto che ha avuto una gestazione complicata ma noi ci siamo impegnati in maniera seria a portarlo avanti. Più che problematico è ambizioso». I cooperatori guardano al sodo, le polemiche sul doppio incarico di Priolo lascia indifferente la presidente di Legacoop Rita Ghedini che taglia corto: «La mobilità è importante e deve funzionare, a noi interessa solo ciò che verrà fatto, i migliori auguri a Priolo. Assessori e sindaci con altri incarichi ce ne sono altri». Il punto sono i progetti in campo e sul People Mover Priolo è sembrata quantomeno prudente, ieri ai microfoni di Radio Città del Capo.

Da viale Aldo Moro l’assessore Raffaele Donini, che su quei cantieri ci ha messo la faccia, ricorda «l’entusiasmo condiviso per la realizzazione di un’infrastruttura che renderà ulteriormente competitivo il nostro territorio», nel momento in cui furono avviati i cantieri della monorotaia, solo qualche mese fa. Allo stesso modo Donini ricorda che «il People Mover è una sfida vinta grazie al proficuo lavoro di squadra fra Regione, Comune, Città Metropolitana e le imprese del territorio », quindi Priolo come “assessore” uscente della città metropolitana si è già occupata del progetto. La neo assessora del resto non sembra aver intenzione di fermare i cantieri. «Ormai è un’opera che deve andare avanti ed essere completata — ha detto — è un progetto molto importante dal punto di vista dell’immagine della città, un mezzo che collegherà rapidamente stazione e aeroporto, ma non penso sia l’unico mezzo sul quale la città deve puntare. Non possiamo fermarci al People Mover». Una posizione diversa da quella espressa da Merola che nell’ottobre del 2015 definì la monorotaia «un collegamento indispensabile che migliorerà accessibilità e attrattività del nostro territorio»

, , , , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

Alleanza delle coop per salvare il Ccc. Il People mover al consorzio Integra

Articolo pubblicato sabato 9 aprile 2016 dal Corriere di Bologna

Alleanza delle coop per salvare il Ccc. Il People mover al consorzio Integra

È ufficiale adesso: è stato presentato ieri a Milano il Consorzio Integra che consente il rilancio del Ccc, provato dalla lunga crisi del settore, e che raggruppa 119 soci (tre finanziatori), un totale di 50.000 addetti, con una capitalizzazione per 42 milioni sottoscritta in meno di un mese, un portafoglio lavori di 2 miliardi e un giro d’affari complessivo delle associate di circa 6 miliardi. «Veniamo da un periodo complicato — ha detto ieri il presidente di Legacoop nazionale Mauro Lusetti — con alcune vicende giudiziarie e aziende messe in liquidazione. Potevamo rimanere stesi a terra, ma oggi dimostriamo come il movimento cooperativo sappia reagire». Ma cosa succederà ai cantieri in corso a Bologna, uno su tutti il People Mover, finalmente in fase di realizzazione dopo anni di complicazioni? «Non ci saranno ripercussioni», assicurano gli addetti ai lavori e l’amministrazione. Nella pratica non cambierà nulla, quindi, perché Integra ha affittato il ramo d’azienda di Ccc che contiene tutti i lavori tranne l’immobiliare. Il nuovo assetto proprio ieri è stato presentato alle banche che finanziano il progetto e tutta la documentazione è stata trasmessa e le banche non dovranno fare una nuova delibera.

, , , , , ,

Lascia un commento

Il CCC rinasce sotto l’insegna di “Integra” e manterrà la sede a Bologna

Articolo di Enrico Miele pubblicato domenica 10 aprile 2016 da la Repubblica – Bologna.

Il CCC rinasce sotto l’insegna di “Integra”

Avrà sede sotto le Torri la supercoop del mattone

Dopo anni di crisi il Ccc, consorzio cooperative costruzioni, cambia veste e rinasce sotto le insegne di Integra. Il nuovo “patto” tra le coop rosse manterrà la sua sede sotto le Due Torri ma con cantieri in tutto il Paese. Il progetto raggruppa 116 soci per un giro d’affari di sei miliardi di euro, con un mini-esercito di 50mila addetti e un portafoglio lavori di due miliardi. Al suo interno è stato trasferito il portafoglio del Ccc ma – rispetto alle attese della vigilia – manca l’altro grande consorzio a marchio coop: il Cns (servizi), che resterà autonomo. «Veniamo da un periodo complicato, con alcune vicende di natura giudiziaria e aziende messe in liquidazione. Potevamo rimanere stesi a terra. Oggi dimostriamo come il movimento cooperativo sa reagire» spiega il numero uno di Legacoop, Mauro Lusetti. Tra i soci ci sono tutti i nomi “di grido” del mattone della via Emilia, dalla Cmb di Carpi alla Cmc di Ravenna, fino a Sicrea. Il presidente sarà Vincenzo Onorato, 42 anni, che ha preso il posto di Piero Collina alla guida del Ccc. Il 2015, dice Onorato, è stato «un anno tremendo per i nostri soci». Quest’anno l’obiettivo è «confermare il miliardo di ordini». Ma la ripresa, fa capire, è ancora lontana: «C’è preoccupazione in previsione prospettica». Quanto al Ccc, dopo il passaggio di 55 dipendenti dentro Integra, i vertici escludono esuberi tra gli 86 lavoratori rimasti.

, , , , , , , , ,

Lascia un commento

People mover, al via processo a Bologna. Ma la Regione finanzia ancora la navetta

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/07/bologna-via-processo-people-mover-regione-finanzia-navetta/1569788/

People mover, al via processo a Bologna. Ma la Regione finanzia ancora la navetta

Secondo i pm la gara d’appalto comunale per la navetta su monorotaia che dovrebbe collegare la stazione con l’aeroporto fu pilotata. Tra gli imputati anche l’ex sindaco Delbono. Intanto il presidente Bonaccini ha appena stanziato 20 milioni per l’opera mai iniziata

di David Marceddu

Il processo inizierà il 9 aprile: secondo i pm la gara d’appalto comunale fu pilotata. Nonostante ciò il neo-governatore Pd Stefano Bonaccini ha appena stanziato per la “grande opera” di Bologna, mai iniziata, 20 milioni di euro freschi freschi nel bilancio 2015. Questa che vi racconteremo è la storia del People mover, la navetta su monorotaia da oltre 100 milioni di euro che dovrebbe collegare stazione centrale e aeroporto Marconi in otto minuti e che, come livrea, porterà idealmente la scritta Partito democratico. Nelle ultime settimane se ne torna a parlare insistentemente. E non solo per i milioni messi dalla Regione o perché il sindaco Pd Virginio Merola ha annunciato (per l’ennesima volta) che presto i cantieri partiranno. Sono le vicende giudiziarie del trenino mai nato a tenere banco: a processo andranno infatti l’ex sindaco Pd Flavio Delbono e il capo della coop rossa Ccc, Piero Collina e molti altri nomi grossi in città. Ma ripercorriamo la vicenda.

2004-2006. Tutto inizia 11 anni fa quando a Bologna arriva Sergio Cofferati. La sua giunta comunale annuncia il progetto di un sistema di trasporto automatico (5 chilometri, tutti in sopraelevata), che con un biglietto da 7 euro dovrebbe trasportare i passeggeri che arrivano in aereo e hanno fretta di prendere il loro treno o viceversa. Poche migliaia di passeggeri al giorno insomma, si pensa soprattutto ai viaggiatori d’affari. E gli altri passeggeri più “lenti”? Per loro c’è il bus (il BLQ, tuttora in funzione) o il taxi. Qualcuno fa notare all’assessore Maurizio Zamboni che vicino alla pista di decollo passa già la linea ferroviaria Bologna-Verona: con una diramazione dei binari o con un piccolo bus o ancora con un sistema di tapis roulant (si parla di poco più di un chilometro) la gente arriverebbe in aeroporto al costo di un euro o poco più. Troppo semplice: con l’annuncio del People mover quell’idea viene abbandonata. Intanto le coop rosse edilizie drizzano le orecchie: “Siamo interessati al People mover”, spiega Paolo Cattabiani allora presidente regionale di Legacoop.

2007-2009, i due bandi di gara. A fine 2007 è finalmente pronto il bando: a sentire Zamboni le aziende sono in fila per partecipare. È un appalto in project financing: l’impresa che vince mette i soldi e costruisce l’opera che poi gestirà per 35 anni, ripagandosi le spese. Nonostante le attese però il primo bando va deserto. Troppo rischioso, secondo le aziende. Ma la giunta Cofferati non accetta la figuraccia e ci riprova. Così nel secondo bando le condizioni per l’aggiudicatario vengono migliorate: se nell’anno non si raggiungerà un minimo di passeggeri (850 mila) il Comune dovrà mettere sino a 1,5 milioni di euro l’anno per diversi anni. E per chi vincerà ci sono i 27 milioni di euro della Regione a fondo perduto e i tre milioni stanziati dall’Aeroporto: tutti soldi pubblici. Si presentano due cordate. Una è formata dagli spagnoli di Acciona e dall’impresa romana di costruzioni Ghella. La seconda offerta è quella del Ccc di Bologna, il Consorzio cooperative costruzioni, colosso delle coop rosse edilizie, che si presenta da solo. L’offerta tecnica migliore è quella degli spagnoli, ma il Ccc fa una offerta economica considerata irresistibile. Che cosa, secondo la Procura di Bologna, ci sia dietro questa offerta lo vedremo poco più avanti. Ma intanto il 4 giugno 2009 viene firmata la Concessione a favore di Ccc: il People mover è suo.

2010. È gennaio. Pochi giorni prima che la giunta di Flavio Delbono cada per lo scandalo Cinziagate, Ccc presenta la sua società di gestione per il People mover: una società, prevista dal bando, che diventerà l’unica titolare dei contratti, dei mutui e degli obblighi della concessione. Si chiama Marconi Express, come presidente ha la manager del Ccc Rita Finzi. E qui arriva la sorpresa: come socio al 25% c’è Atc, l’azienda pubblica dei trasporti, di proprietà di Comune e Provincia. “Ma come? – obietta il consigliere di opposizione Daniele Corticelli – non doveva essere un bando in project financing, dove i soldi li mettevano i privati e il comune stava fuori?”. Corticelli va alla Corte dei conti e in Procura della Repubblica a denunciare. Quest’ultima fa partire una inchiesta.

2011. I lavori invece non partono ancora. La giunta regionale di Errani sborsa la prima tranche di 8 milioni di euro. Il sindaco Pd Virginio Merola a maggio vince le elezioni promettendo di fare la navetta, ma subito le opposizioni (su tutti il Movimento 5 stelle) e gli alleati di Sel e Idv vogliono vederci più chiaro. Non c’è infatti solo quel 25% di azioni di Atc. Peggio: i patti parasociali tra Atc e Ccc prevedono che una volta costruita la monorotaia, nel giro di pochi anni il 100% delle azioni della Marconi express passi ad Atc. Insomma il Ccc, dopo avere vinto la gara, nel giro di sei anni si sarebbe sfilato lasciando oneri e rischi di impresa alla azienda pubblica. Inoltre, secondo alcuni studi, il rischio è anche che la navetta viaggi spesso semi-vuota e che, allo stesso tempo, non riesca a smaltire i picchi nelle ore di punta. “Quali picchi?”, chiedono i cittadini. “Non ci sarà anche il BLQ per caricare i passeggeri?” Eh no. Nella concessione del People mover è infatti esplicitamente previsto che il giorno in cui la navetta partirà, il bus sia dismesso: non potrà fare concorrenza al People mover (ma qualunque azienda privata potrà metterci i suoi autobus). La città è in rivolta. Nasce un comitato No People mover.

2012. L’inchiesta dei pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio a fine anno porta a una decina di indagati per la vicenda dell’appalto. Nell’atto di conclusione indagini c’è la ricostruzione dei pm: il 2 ottobre 2008 Francesco Sutti, numero uno di Atc e Piero Collina, numero uno di Ccc, avrebbero stipulato un “accordo segreto” su una “partnership esclusiva” per il People mover. Per favorire questo accordo, secondo i magistrati, due funzionari comunali avrebbero predisposto un bando di gara che dava più importanza all’aspetto economico che a quello tecnico, “così consentendo a Ccc di presentare l’offerta economica apparentemente più conveniente del concorrente (Acciona-Ghella), ma reggentesi sugli accordi occulti con Atc spa”. Poi i due funzionari al momento di preparare la concessione non avrebbero posto alcun divieto o limite all’ingresso nella società di progetto per le aziende del Comune. “Atc chiedeva di entrare e prima dell’aggiudicazione della gara fissammo la quota che Atc, in caso di una nostra vittoria, avrebbe avuto nella società di gestione: il 25%. Anche noi avevamo comunque interesse ad assicurarci una società competente come Atc”, spiega Collina ai giornali. Eppure alla gara d’appalto aveva partecipato solo Ccc: nessuno sapeva dell’accordo con Atc. Ora a processo Collina e Sutti risponderanno di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’ex sindaco Pd Flavio Delbono e il suo assessore al bilancio Villiam Rossi sono accusati invece solo del secondo reato per avere dato l’ok alla sottoscrizione di quei patti parasociali tra Atc e Ccc.

2013-2015. Si arriva ai giorni nostri. Il Pd vuole il People mover nonostante l’appalto sia sotto processo. Del resto alcune anomalie sembrano risolte: Ccc si è impegnata a rimanere per tutto il tempo della concessione dentro Marconi Express, mentre Atc (nel frattempo diventata Tper e partecipata in maggioranza dalla Regione) non dovrebbe superare il 25% di azioni. Ma intanto alcune condizioni sono peggiorate: per fare tornare i conti la Marconi Express ha detto che il biglietto costerà da subito 8 euro e ha ottenuto dal Comune un allungamento della concessione a 40 anni. E poi ci sono le banche: mentre scriviamo non hanno ancora dato l’ok e senza i loro soldi non se ne fa niente. Merola però preme e freme perché partano le ruspe e il governatore Bonaccini gli dà una mano con la seconda tranche di quasi 20 milioni di euro: “È una questione di competitività”. E intanto quei binari già pronti della ferrovia metropolitana sono sempre lì, a pochi metri dall’aeroporto.

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Lascia un commento

Il presidente di Legacoop Calzolari: «Il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico»

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2014/28-giugno-2014/affondo-calzolari-appena-alza-dito-si-apre-fascicolo-223480177550.shtml

L’affondo di Calzolari: «Appena uno alza un dito si apre un fascicolo»

Il presidente di Legacoop: «Così non va bene, il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico»

«Non siamo in un periodo di speculazione edilizia, quindi non ci sono retropensieri le infrastrutture non si fanno per rendita o per speculazione, ma perche’ servono. E il People Mover abbiamo già deciso che serve». Ecco l’attacco del presidente di Legacoop e Granarolo, Gianpiero Calzolari, che all’assemblea di Coop costruzioni ha parlato anche della monorotaia che dovrebbe collegare stazione e Marconi. «L’aeroporto ha un valore senza People Mover e un altro valore con il People Mover – sottolinea il presidente di Legacoop – poi è vero che qui, appena uno alza un dito, si apre un fascicolo: ma non va bene, il People Mover serve e deve arrivare possibilmente fino alla Fiera e a Fico». Per il parco del cibo, ricorda Calzolari, «parliamo di milioni di visitatori e non dobbiamo farli andare via con la luna di traverso per il traffico o perche’ non trovano parcheggi». E a proposito del Caab, «abbiamo una grande sfida – incalza il presidente di Legacoop, guardando negli occhi l’assessore Matteo Lepore in platea – Fico deve aprire il giorno dopo l’Expo. Dobbiamo correre come matti e ci dobbiamo riuscire. E se ce la facciamo, vuole dire che possiamo snellire le procedure e la burocrazia non solo per Fico, ma anche per tutti gli altri progetti». «La Procura non ha nulla da dire, lavora come sempre in silenzio», ha replicato il procuratore aggiunto Valter Giovannini.

, , , , , , ,

Lascia un commento

Il Comitato No People Mover si schiera al fianco dei lavoratori di Coopertone e a tutela dei loro diritti

Il Comitato No People Mover si schiera al fianco dei lavoratori di Coopertone e a tutela dei loro diritti

La vicenda a tutt’oggi incomprensibile e autolesionistica per le casse comunali dello scorporo del Servizio Sosta da Atc, al momento della sua fusione con Fer, per dare vita a Tper, continua a produrre i suoi frutti avvelenati, come una tossina entrata in circolo nell’organismo della città e dalla quale non ci si riesce più a liberare.

L’amministrazione comunale, dopo avere trasformato Atc Sosta in una sorta di “bad company” nella quale scaricare debiti e contenziosi legali della vecchia Atc fino a decretarne poi la messa in liquidazione per affidare il controllo della sosta al miglior offerente privato, sta ripetendo gli stessi errori e seguendo il medesimo copione nel caso di Coopertone. La cooperativa è stata travolta di recente da un vero e proprio dissesto finanziario (ha infatti debiti stimativerso Tper pari a 800 mila euro e verso Atc Sosta pari a 1,8 milioni di euro), mentre vanta crediti non incassati pari a 1,9 milioni di euro dal consorzio Omnicoop, anch’esso in liquidazione, di cui la stessa coop fa parte e che aderisce alla Lega delle Cooperative e alla Compagnia delle Opere.

L’esternalizzazione dei servizi pubblici come la sosta viene quindi confermata, nonostante sia una politica fallimentare. Né vengono individuate le responsabilità del mancato controllo su Coopertone. Le domande più ovvie,come ad esempio “Perché gli enti pubblici bolognesi assegnano a società con scarsa solidità servizi che comportano la gestione di notevoli attività finanziarie, e quindi di liquidità per proprio conto?” oppure “Sono state usate tutte le dovute attenzioni e si sono osservate le necessarie cautele, come esigere fidejussioni per queste attività?”, si perdono nel complesso gioco di scatole cinesi tra cooperative e consorzi che ruotano attorno al pubblico.

Quello che c’è di sicuro è che a pagare questa situazione, dovuta ad errori o eventuali illeciti di gestione, sono gli utenti e i lavoratori. Così, da un lato, si sente dichiarare dall’indagato Sabbioni, presidente di Coopertone, che le tariffe di AtcSosta e Tper sono troppo basse; dall’altro, l’assessore Colombo intima ai lavoratori di Coopertone di riprendere a lavorare gratis per non creare disservizi e danni economici al Comune.

Se nel frattempo è stata individuata una possibile soluzione temporanea con nuove società subentranti che si impegnino a salvaguardare l’occupazione dei circa 40 lavoratori oggi impegnati nei servizi in questione, non c’è però alcuna garanzia sul fatto che il personale potrà essere riassunto a tempo indeterminato e con uguale trattamento economico. Soprattutto manca un deciso segno di cambiamento del modello di gestione della cosa pubblica, mentre persiste una stressante e dispendiosa rincorsa al rattoppo delle falle sempre più grandi di questo sistema.

Per questo motivo i lavoratori di Coopertone hanno deciso di rimanere in stato di agitazione, e comunque guardinghi, così come quelli di Atc Sosta e gli autisti di Tper, finché non avranno ricevuto delle precise garanzie sul proprio futuro. Il comitato No People Mover è solidale con questi lavoratori e si associa alla richiesta di un radicale cambiamento nel pensiero e nella gestione di servizi pubblici e diritti come la mobilità. Continuiamo ad essere convinti che l’unico modo di reclamare efficacemente questo cambiamento sia la costituzione di un fronte comune di cittadini, utenti e lavoratori.

COMITATO NO PEOPLE MOVER

, , , , , , ,

Lascia un commento

No Tav, pronti 800 tra agenti e militari

Via i cassonetti e tombini piombati, ma si alzano più voci solidali con la Cmc

dal Corriere Romagna

RAVENNA. Sono oltre un migliaio i manifestanti No Tav che hanno già dato la loro adesione alla protesta di domani. Ma il numero complessivo di quanti si presenteranno davanti ai cancelli della Cmc resta un’incognita. Molti gruppi, infatti, non si sono ancora espressi; tra questi quelli di Padova e di Torino, che da soli muoverebbero centinaia di persone e che se non si sono esposti ufficialmente sulla loro presenza, non l’hanno nemmeno esclusa. Per questo è logico attendersi una moltiplicazione delle cifre attuali; secondo alcune stime potrebbero convergere a Ravenna tra i 3mila e i 4mila manifestanti. Per controllare che tutto si svolga senza problemi ed arginare eventuali frange estremiste, sarà presente un nutrito plotone di forze dell’ordine, qualcosa come 700-800 uomini, la metà dei quali poliziotti (tutto l’organico disponibile in provincia, ad eccezione dei servizi essenziali, più i rinforzi inviati dal ministero) a cui si aggiungerà un corposo contingente di carabinieri. Impegnati anche due elicotteri. Nonostante la lunghezza del percorso che percorrerà il corteo, saranno adottate le misure previste per l’arrivo dei capi di stato. Tutti i tombini saranno piombati, mentre tutti i cassonetti saranno rimossi. Una città in versione G8 che ieri ha comunque espresso anche diversi messaggi di solidarietà nei confronti di quello che sarà inevitabilmente l’obiettivo simbolico della protesta, ovvero la Cmc. Una presa di posizione netta è arrivata ieri dall’Anpi di Ravenna che definisce «sbagliata, fuori luogo e offensiva la manifestazione dei No Tav contro la politica della nostra Cmc. Pertanto – scrive il presidente dell’associazione, Ivano Artioli – esprimiamo al presidente Massimo Matteucci, ai soci, ai dirigenti e ai dipendenti della Cmc la nostra vicinanza e il nostro sostegno. I partigiani che si sono impegnati nella Cmc sono molti e la cooperativa è stata il più significativo esempio nazionale di associazione di lavoratori antifascisti. Noi ravennati – aggiunge Artioli – siamo orgogliosi del loro lavoro che riteniamo parte integrante della nostra storia». E sulla manifestazione di domani interviene anche Legacoop che in un comunicato definisce sbagliato l’obiettivo dei No Tav: «Le ragioni sono molte. La prima, che va chiarita, è che la Cmc è in regola con la legge, essendosi aggiudicata una gara di appalto a cui ha partecipato in competizione con altre imprese del settore. L’azienda, come ogni altra impresa, ha come priorità la ricerca di lavori per assicurare ai propri soci e ai propri dipendenti lavoro e reddito. È una grande responsabilità che la Cmc da sempre interpreta con trasparenza e spirito cooperativo». Lo stesso presidente della Legacoop, Elio Gasperoni, commentando la manifestazione di sabato, tra i motivi di preoccupazione sottolinea «la nascita e la crescita nel Paese di un clima ostile nei confronti delle imprese. Un clima che le difficoltà provocate dalla crisi rendono ancora più preoccupante. Anzi, proprio in quest’ottica, diventa ancora più importante che le nostre imprese sane, e la Cmc è una di queste, possano lavorare, produrre occupazione e quindi benessere».

, , , ,

Lascia un commento