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La spagnola Acciona: «Valutiamo la causa civile»

Articolo pubblicato venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

La spagnola Acciona: «Valutiamo la causa civile»

Il primo round, quello penale, è finito con una schiacciante vittoria degli imputati, tutti assolti. Ma la partita giudiziaria del People mover è tutt’altro che finita. Restano infatti aperte sia la strada della Corte dei conti sia quella (eventuale) dei risarcimenti civili, al netto del possibile ricorso in sede penale della Procura che però appare difficile vista l’imminente prescrizione. I pm contabili aprirono un fascicolo nel lontano 2014 a carico della giunta Delbono e ora il processo è entrato nelle fasi decisive: dall’iniziale richiesta di 15 milioni di euro di danno erariale, si è passati a 5 milioni e la sentenza è attesa nei primi mesi del prossimo anno. Quanto al processo civile, l’assoluzione penale non impedisce alla società spagnola Acciona, perdente nella gara d’appalto contestata, di citare Ccc e Tper per ottenere i danni. In sede penale avevano chiesto 1,4 milioni. «Valuteremo se fare causa – dice Fernando Minguez, direttore per l’Europa di Acciona – dopo aver letto le motivazioni dell’assoluzione. Non lo escludo, ma per ora non abbiamo deciso».

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L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.

Collina, se l’aspettava?

«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».

Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?

«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».

Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.

«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».

E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?

«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».

Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.

«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».

Nonostante le indagini?

«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».

Competitivi o privilegiati?

«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».

Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.

«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».

Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?

«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».

 

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L’andamento lento dei lavori. A gennaio la posa del ponte

Articolo di Simone Arminio pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’andamento lento dei lavori. A gennaio la posa del ponte

Annunciata per il 26 novembre, sarà dopo l’Epifania

Nessuna paura: i lavori del PeopleMover vanno avanti spediti. Anche se da due settimane, dalle parti della tangenziale, dove sono ben visibili i due piloni che sosterranno il ponte a campata unica del Marconi Express, non si vede lavorare un operaio. E anche se l’annuncio sulla chiusura di tangenziale e autostrada nella notte tra il 26 e il 27 novembre, proprio per permettere la posa della lunga trave tra i due piloni, è poi caduto nel silenzio più totale. La posa non è mai avvenuta, ma gli operai in realtà stanno lavorando, altrove: negli stabilimenti di Ccc, proprio per preparare alla perfezione la famosa trave ed essere pronti a calarla al millimetro nelle quattro ore di chiusura notturna del traffico che Autostrade concederà, con una penale che aumenterà per ogni minuto di ritardo. Si tratta di un mastodontico ponte a luce unica di oltre 90 metri, d’altronde: le misure, spiegano gli esperti, vanno prese bene. Tanto più che l’opera dovrà prevedere già da ora un ampliamento della strada sottostante, ovvero il Passante, il cui progetto subisce da tempo continui rimaneggiamenti. E a proposito di modifiche: il parere, di Marconi Express e del Comune, è che la valutazione di impatto ambientale, benché scaduta, come aveva fatto notare il capogruppo M5S in Comune Massimo Bugani, non debba essere ripresentata. Perché volontaria e non obbligatoria, e perché il concessionario dell’opera, Marconi Express, ha comunque l’obbligo di relazionare trimestralmente al Comune sullo stato dei lavori e su eventuali scostamenti dalla valutazione presentata, appunto. Il ponte, dunque. Allo stato attuale dovrebbe essere posato subito dopo il weekend dell’Epifania, in ogni caso in un fine settimana di gennaio. Autostrade per l’Italia avrebbe già escluso il periodo festivo, perché molto trafficato, e fornito alcune finestre successive, passibili poi di modifiche anche 48 ore prima, ma soltanto in caso di condizioni atmosferiche avverse o particolari e impreviste situazioni di traffico. Sui display dell’A14, per il momento, non è apparso nulla, e non apparirà se non quando ci sarà l’ufficialità: meglio evitare un nuovo falso allarme.

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People Mover: il fatto non sussiste. Assolti dopo tre anni tutti gli imputati

Articolo di Gilberto Dondi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

People Mover: il fatto non sussiste. Assolti dopo tre anni tutti gli imputati

Delusi i contrari all’opera. Delbono: «La sentenza si commenta da sé»

Finisce con gli abbracci degli imputati e la delusione degli attivisti anti-People Mover, arrivati in tribunale per assistere al tanto atteso verdetto. Una sentenza che segna l’ennesima sconfitta della Procura nei processi su appalti e politica. Si è infatti concluso con un’assoluzione generale il processo che vedeva sette persone, fra cui l’ex sindaco Flavio Delbono, accusate (a vario titolo) di turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta dei pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio sulla monorotaia che collegherà la stazione all’aeroporto. Per l’accusa, quel bando fu pilotato per far vincere la cordata formata dal Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni, e l’Atc (ora Tper), con l’avallo del Comune. Un patto occulto a scapito dei concorrenti spagnoli di Acciona. Ma questa tesi non ha retto e ieri mattina, a 5 anni dall’inizio dell’inchiesta e dopo decine di udienze, il collegio dei giudici presieduto da Luisa Raimondi ha assolto tutti perché il fatto non sussiste, con la formula della vecchia insufficienza di prove. Assolti, dunque, Delbono e l’ex assessore Villiam Rossi (per i quali i pm avevano chiesto un anno e 4 mesi), gli ex presidenti di Ccc eAtc, Piero Collina e Francesco Sutti (un anno e sei mesi), e i dirigenti comunali Francesca Bruni (un anno), Cleto Carlini e Patrizia Bartolini (per loro i pm avevano chiesto l’assoluzione). Dopo il verdetto è partito un piccolo applauso, con abbracci fra gli imputati e i loro parenti e colleghi presenti in aula. Grande sconforto, invece, fra i 15 attivisti del comitato No People Mover. Ora la palla torna alla Procura, che valuterà se fare appello, ma fra pochi giorni scatterà comunque la prescrizione dei reati. Resta poi aperta l’inchiesta bis sulla prosecuzione dei lavori nonostante il processo, ma ora anche quella pare avviata verso un binario morto. «Una sentenza che si commenta da sola – dice Delbono, dimessosi nel 2010 per il Cinzia-gate –. Se dopo tre anni di indagine e uno e mezzo di processo, decine di testimoni e migliaia di carte, il fatto non sussiste per nessuno… Fate voi… Mi sarei sentito più risarcito se il processo non ci fosse mai stato, dato che non c’erano elementi per farlo». Soddisfatto anche il sindaco Virginio Merola: «Questa sentenza chiude positivamente una tormentata vicenda».

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Il sollievo dell’ex sindaco: «La sentenza? Era scontata»

Articolo di Pierpaolo Velonà pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 dal Corriere di Bologna.

Il sollievo dell’ex sindaco: «La sentenza? Era scontata»

Dal 17 febbraio del 2010, Flavio Delbono non è più sindaco di Bologna. Ora, con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta sul People mover, si recide l’ultimo filo che lo teneva legato a quella brevissima esperienza a palazzo d’Accursio. L’ex sindaco può tirare un sospiro di sollievo. «È una sentenza scontata, che si commenta da sola — dice a caldo Delbono — Ci sono voluti tre anni di indagine, due anni di processo, migliaia di carte, in definitiva quello sul People mover era un processo che non si doveva neanche fare, lo dicono pure gli avvocati». E poi: «Come sindaco ne esco pulito — aggiunge Delbono — era l’unica indagine che mi riguardava come primo cittadino. I miei rapporti con la Procura di Bologna ? Meglio non commentare, ho già dato». Quest’ultimo riferimento è all’inchiesta sui viaggi a spese della Regione — di cui Delbono era stato vicepresidente dal 2003 al 2009 — che sono costati all’ex esponente del Pd un patteggiamento a 19 mesi e 10 giorni per peculato, truffa aggravata, intralcio alla giustizia e induzione a rilasciare false dichiarazioni per le pressioni sulla sua ex compagna Cinzia Cracchi affinché tacesse sulle risorse pubbliche (21.000 euro) utilizzate per viaggi privati. Era stata questa inchiesta a portare Delbono alle dimissioni da sindaco, dopo soli sette mesi. Nel 2012 un’altra tegola, l’iscrizione nel registro degli indagati per il bando del People Mover vinto da Ccc. Da ieri, anche questa pagina si è chiusa.

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People mover, tutti assolti

Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 dal Corriere di Bologna.

People mover, tutti assolti

Escono puliti dal processo i sette imputati per la gara del maxi appalto della monorotaia sopraelevata. Fra questi Delbono, Sutti (Atc) e Collina (Ccc). Le accuse erano abuso d’ufficio e turbativa d’asta

Un applauso contenuto, poi l’abbraccio liberatorio con amici e colleghi alla lettura della sentenza. Finisce un incubo per amministratori e dirigenti comunali imputati nel processo per il People Mover. Una gioia a cui fa da contraltare la delusione dei tanti esponenti del comitato Primavera urbana, ieri presenti in aula, che da sempre si battono contro l’opera. Finisce dunque azzerata l’inchiesta della Procura sulla gara della monorotaia che dovrà collegare aeroporto e stazione. Dopo cinque anni di indagini, sedici mesi di dibattimento e decine di udienze, il collegio presieduto dalla giudice Luisa Raimondi ha assolto i sette imputati perché il fatto non sussiste dalle accuse, a vario titolo, di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Tirano un sospiro di sollievo l’ex sindaco Flavio Delbono, l’ex assessore Villiam Rossi, gli ex presidenti di Ccc e Atc, Piero Collina e Francesco Sutti, e i dirigenti comunali Francesca Bruni, Cleto Carlini e Patrizia Bartolini. Una sconfitta su tutta la linea per l’accusa sostenuta dai pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari che avevano chiesto condanne a pene tra 12 e 18 mesi (e l’assoluzione per Carlini e Bartolini) per una gara ritenuta pilotata e cucita addosso al Consorzio cooperative di costruzione, anche grazie al patto occulto stretto con Atc, l’allora azienda di trasporti, che sarebbe entrata in partita dopo l’aggiudicazione nel 2008 del bando attraverso la creazione della società di progetto Marconi Express. Un accordo che avrebbe consentito al colosso cooperativo di uscire progressivamente dall’opera addossando tutti i rischi alla società di trasporti a capitale pubblico. Un’operazione che per i pm ebbe l’avallo politico del Comune. Accuse naufragate davanti ai giudici che hanno assolto tutti, seppure con la formula della vecchia insufficienza di prove. Significa che non è stata raggiunta o è risultata mancante la prova a fondamento dell’inchiesta. Un passaggio che fa dire al procuratore Giuseppe Amato che «il processo poteva e doveva essere assolutamente fatto». Del resto, ha spiegato, difendo il lavoro dell’ufficio, «c’è stato non solo il vaglio del giudice dell’udienza preliminare ma un dibattimento importante, dove ci sono state anche situazioni fattuali che hanno indiscutibilmente portato elementi forti, che evidentemente il giudice poi non ha ritenuto soddisfattivi, ma forti, a supporto dell’impostazione accusatoria». Detto questo, la Procura aspetta di leggere le motivazioni ma difficilmente farà appello visto l’incombere della prescrizione. Soddisfatto il sindaco Virginio Merola: «Si chiude positivamente una lunga e tormentata vicenda. Il doveroso rispetto dell’azione della magistratura si è sempre accompagnato alla fiducia nell’operato dei nostri dirigenti comunali». Restano invece con un pugno di mosche in mano le parti civili, i vertici di Acciona-Ghella, le imprese che formavano la cordata esclusa dal bando, e il comitato No People mover. La delusione del presidente Lorenzo Alberghini è palpabile: «Siamo sorpresi perché durante il dibattimento sono emersi fatti gravissimi che questa sentenza non spiega. Aspettiamo le motivazioni, poi decideremo come proseguire nella ricerca di una giustizia che oggi manca».

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People mover, il giudice boccia i pm

Articolo di Valerio Varesi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

People mover, il giudice boccia i pm

Dopo 5 anni e 30mila pagine di inchiesta, assolti Delbono, Sutti, Collina e gli altri imputati: “Il fatto non sussiste”. L’ex sindaco: “Una sentenza che si commenta da sé”. Merola: “Si chiude bene una vicenda molto tormentata”

«Il fatto non sussiste». Quattro parole polverizzano l’inchiesta della Procura riguardante il “People mover”, la sopraelevata in fase di costruzione che collegherà l’aeroporto con la stazione Centrale passando dal Lazzaretto. Quattro parole che danno sollievo all’ex sindaco Flavio Delbono, all’assessore al Bilancio di allora Villiam Rossi, ai funzionari Patrizia Bartolini, Cleto Carlini e Francesca Bruni oltre che agli ex presidenti di Atc Francesco Sutti e del Consorzio cooperativo costruzioni (Ccc) Piero Collina. Tutti assolti con formula piena dopo cinque anni d’inchiesta, 30mila pagine di istruttoria e una gigantesca macchina giudiziaria che ha rischiato di stritolare i protagonisti tenuti a lungo sulla graticola. Sutti e Collina erano accusati di turbativa d’asta, istigazione a delinquere e concorso in abuso d’ufficio. L’ex sindaco Delbono di abuso d’ufficio assieme al suo assessore Rossi, mentre due dei tre funzionari, Carlini e Bartolini (per i quali i Pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio avevano chiesto il proscioglimento un anno fa), erano accusati rispettivamente di abuso d’ufficio e turbativa d’asta il primo e di semplice turbativa d’asta la seconda. Abuso d’ufficio pure a carico di Bruni. Per tutti gli accusati la sentenza è anche la pietra tombale sulla vicenda giudiziaria visto che il procuratore Giuseppe Amato, in considerazione della prossima prescrizione dei reati, ha allontanato la possibilità di impugnare il verdetto in appello. Anche se aggiunge: «Le sentenze vanno lette e poi ci si determina se impugnarle o meno». «La sentenza si commenta da sé» si è limitato a dire Delbono sottolineando implicitamente la sua evidenza lapidaria, mentre Collina lamenta la lentezza di un iter che l’ha tenuto sub judice per troppo tempo. «Comunque una motivazione perfetta che mi mette al riparo di tanti dispiaceri. Ora che sono in pensione non mi sarebbe proprio piaciuto essere indicato come un condannato mentre porto a spasso il cane». Soddisfatti anche i difensori degli altri imputati. L’avvocato Guido Magnisi, difensore di Carlini, riadatta a commento della vicenda una celebre frase di Francisco Goya sul sonno della ragione: «Quando c’è un vuoto della politica si generano mostri giudiziari». La vicenda risale al dicembre 2009 data in cui la giunta Delbono unitamente a quella provinciale retta da Beatrice Draghetti (in un primo tempo fu coinvolto anche palazzo Malvezzi, poi prosciolto), in qualità di soci maggioritari, varano una delibera in cui l’allora Atc sarebbe stata coinvolta nella gestione della “Marconi express” la società operativa mista incaricata di costruire il “People mover” dopo l’appalto vinto dal “Ccc”. L’anno dopo, il consigliere comunale Daniele Corticelli presentò un esposto paventando gravi rovesci per l’erario se la gestione fosse stata negativa. L’inchiesta parte nel 2012 e coinvolge anche i funzionari. Carlini come dirigente del settore Mobilità, la Bruni in qualità di direttrice delle partecipazioni societarie e Bartolini in quanto direttrice del settore gare. L’ipotesi accusatoria della Procura era che esistesse un patto occulto tra Ccc e Atc per scaricare i rischi gestionali sull’azienda trasporti mettendo così al riparo le cooperative. Tale patto, per Ccc un semplice e routinario «accordo preliminare», venne poi spazzato via da un riassetto societario in “Marconi express” col quale il Consorzio cooperativo riassumeva la quasi totalità dei rischi gestionali. «Si conclude una vicenda lunga e tormentata» commenta il sindaco Virginio Merola.

 

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People mover: tutti assolti. Il procuratore Amato: ”La prescrizione è vicina”

http://www.radiocittadelcapo.it/archives/people-mover-tutti-assolti-il-procuratore-amatola-prescrizione-e-vicina-178154/

People mover: tutti assolti. Il procuratore Amato: ”La prescrizione è vicina”

Bologna, 7 dic – Il Tribunale di Bologna ha assolto oggi tutti gli imputati del processo sul People mover, da tutti i reati ipotizzati, “perché il fatto non sussiste”. Sia per l’ex sindaco Flavio Delbono che per l’ex assessore Villiam Rossi (entrambi accusati abuso d’ufficio) i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto una condanna ad un anno e quattro mesi con sospensione condizionale della pena.

La Procura aveva poi chiesto un anno e sei mesi, oltre ad una multa di 800 euro a testa, per Piero Collina (ex presidente di Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni) e Francesco Sutti (ex presidente di Atc), imputati per turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Per la dirigente comunale Francesca Bruni la pena richiesta era stata invece di un anno, sempre per abuso d’ufficio, mentre per altri due dirigenti di Palazzo D’Accursio (Cleto Carlini e Patrizia Bartolini) era stata chiesta l”assoluzione sia per l’abuso d’ufficio che per la di turbativa d’asta.

Secondo l’accusa, il bando di gara per la realizzazione della monorotaia tra stazione e aeroporto (i lavori sono intanto iniziati) fu ‘cucito addosso’ al Ccc anche grazie a un accordo occulto tra lo consorzio e l’azienda di trasporto pubblico Atc (poi confluita in Tper).

Il processo sul People mover “non poteva che concludersi così”. E’ il commento dell’avvocato dell”ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono. Il collegio giudicante ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste, in base al comma 2 dell’articolo 530 del Codice di procedura penale, che dà al giudice la possibilità di pronunciare una sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova.

“La formula con cui si è concluso giustifica ampiamente che il processo doveva essere fatto” dice il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. Ci sarà appello? “Tutte le sentenze – ha risposto Amato – vanno lette, e poi ci si determina se impugnarle o meno. Qui il tema che ci si dovrà porre, visto che ragioniamo in termini di processo penale, è quello della tempistica. I tempi di prescrizione del reato sono prossimi”.

Oggi l’ex sindaco Delbono non era in aula ad attendere l’esito del processo. C’erano invece Piero Collina (ex presidente del Ccc), Cleto Carlini e Francesca Bruni (dirigenti del Comune di Bologna). In aula anche diversi rappresentanti del comitato No People mover, parte civile nel processo, i cittadini contrari alla realizzazione dell’opera.

Per il comitato No People mover è il giorno della grande delusione: “Non ci spieghiamo il perché di una sentenza a nostro parere illogica”. Lorenzo Alberghini, portavoce del comitato, a caldo commenta così le sette assoluzioni arrivate oggi. “Durante il dibattimento sono emersi dei fatti gravissimi, che questa sentenza non spiega. Quindi- afferma Alberghini, lasciando il Tribunale- aspettiamo le motivazioni per decidere come proseguire nella nostra battaglia, che crediamo essere sacrosanta. Ci sono documenti. Esiste un contratto, che la Procura ha definito occulto, che è servito per spiazzare la concorrenza di Acciona-Ghella e che ha aiutato Ccc a vincere il bando”

(Dire)

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People mover, assolti i 7 imputati perché il fatto non sussiste. Tra loro anche l’ex sindaco Pd Flavio Delbono

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/07/people-mover-assolti-i-7-imputati-perche-fatto-non-sussiste-tra-loro-anche-lex-sindaco-pd-flavio-delbono/3244385/

People mover, assolti i 7 imputati perché il fatto non sussiste. Tra loro anche l’ex sindaco Pd Flavio Delbono

I pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto un anno e sei mesi per Collina e Sutti, un anno e quattro mesi per Delbono e Rossi; un anno per la dirigente comunale Francesca Bruni. Mentre l’assoluzione era stata chiesta per Carlini e Bartolini. L’inchiesta per la costruzione della monorotaia che unirà la stazione con l’aeroporto era partita nel 2010

di David Marceddu

Il fatto non sussiste: il Tribunale di Bologna ha assolto tutti gli imputati per il processo sul People mover, la navetta monorotaia che dovrà collegare la stazione ferroviaria all’aeroporto del capoluogo emiliano. Gli imputati erano l’ex sindaco di Bologna del Partito democratico Flavio Delbono e il suo assessore Villiam Rossi, l’ex capo del Consorzio cooperative costruzioni Piero Collina, tre funzionari comunali, Cleto Carlini, Patrizia Bartolini e Francesca Bruni, e l’ex capo di Atc (l’azienda comunale dei trasporti) Francesco Sutti. Delbono e Rossi rispondevano della sola accusa di abuso d’ufficio, mentre gli altri imputati anche di quella di turbativa d’asta. I pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto un anno e sei mesi per Collina e Sutti, un anno e quattro mesi per Delbono e Rossi; un anno per la dirigente comunale Francesca Bruni. Mentre l’assoluzione era stata chiesta per Carlini e Bartolini. La formula utilizzata dal Tribunale per l’assoluzione è quella prevista dall’articolo 530 comma due del codice di procedura penale, “quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste”.

Una vicenda lunga quasi 10 anni quella della navetta monorotaia. Progettata nella seconda metà del decennio scorso da un’idea della giunta di Sergio Cofferati, i cittadini hanno visto partire i cantieri della grande opera solo pochi mesi fa. Il People mover sarà costruito in project financing: in pratica la Marconi express, la società di progetto che sta costruendo, formata dal Ccc e da Tper (società pubblica di trasporti erede di Atc), dopo averla costruita terrà l’opera in concessione per 40 anni e con gli 8 euro del biglietto si ripagherà dei costi sostenuti. Ci sono però anche soldi pubblici in ballo visto che la Regione Emilia-Romagna ha stanziato per il mezzo di trasporto 27 milioni di euro.

L’inchiesta della procura della Repubblica di Bologna era partita nel lontano 2010, dopo un esposto dell’allora consigliere comunale Daniele Corticelli. A risultare anomala, secondo la denuncia, era infatti la partecipazione di Atc, azienda comunale, nella Marconi Express. Il Comune aveva infatti emanato un bando di gara in project financing, proprio al fine di evitare costi per le casse pubbliche. Tuttavia, dopo la vittoria del bando di gara da parte di Ccc, quest’ultima veniva affiancata da Atc e il Comune sarebbe comunque rientrato dalla finestra (con una sua partecipata) in un affare che in molti in città ritenevano poco conveniente e molto rischioso dal punto di vista economico.

Secondo i pm, prima della partecipazione al bando di gara, il 2 ottobre 2008 Francesco Sutti, numero uno di Atc e Piero Collina, numero uno di Ccc, avrebbero stipulato un “accordo segreto” su una “partnership esclusiva” per il People mover. Un accordo che, secondo l’accusa, avrebbe favorito Ccc nell’aggiudicarsi l’affare, visto che avrebbe poi potuto contare sull’appoggio dell’azienda dei trasporti cittadina. Ma l’accusa non ha tenuto e i giudici hanno deciso di assolvere tutti gli imputati. Le motivazioni che spiegheranno la decisione dovrebbero arrivare in poche settimane.

Tra le parti civili ammesse al processo, oltre al Comitato No People Mover, difeso dall’avvocato Domenico Morace, c’era anche la società spagnola Acciona, che perse la gara contro il Ccc. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Guido Magnisi, Gaetano Insolera, Gino Bottiglioni, Guido Magnisi, Pietro Giampaolo e Nicola Mazzacuva.

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People mover, tutti assolti

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2016/7-dicembre-2016/people-mover-tutti-assolti–2401114770778.shtml

People mover, tutti assolti

A giudizio per abuso d’ufficio e turbativa d’asta c’erano Francesco Sutti e Piero Collina, ex presidenti di Atc e Ccc, l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore Villiam Rossi

BOLOGNA – Tutti assolti perchè il fatto non sussiste, con la formula della vecchia insufficienza di prove, nel processo sul People mover. Secondo l’accusa la gara per la costruzione e la gestione della monorotaia che collegherà aeroporto e stazione, aggiudicata nel 2009 al Ccc (Consorzio di cooperative di costruzione), sarebbe stata pilotata. E dal Comune sarebbe arrivato un avallo politico all’operazione.

L’ACCUSA – A 5 anni dall’inizio dell’inchiesta, dopo 16 mesi di dibattimento e decine di udienze, poco più di un mese fa i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari avevano chiesto cinque condanne e due assoluzioni per i reati, contestati a vario titolo, di abuso d’ufficio e turbativa d’asta. La richiesta più alta, 1 anno e 6 mesi, era stata per Francesco Sutti e Piero Collina, ex presidenti di Atc e Ccc, ritenuti dall’accusa protagonisti del presunto patto occulto secondo cui la società di trasporto pubblico non avrebbe partecipato alla gara per poi formare con Ccc, nel gennaio 2010, la società di progetto Marconi Express. L’accusa aveva chiesto invece 16 mesi per l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore al Bilancio del Comune William Rossi, e un anno per la dirigente Francesca Bruni, il cosiddetto livello politico dell’inchiesta. Richiesta di assoluzione era stata invece avanzata per insufficienza di prove per altri due dirigenti, Cleto Carlini e Patrizia Bartolini.

LA SENTENZA – Tutti assolti, come detto, dal collegio del tribunale presieduto dal giudice Luisa Raimondi. Alla lettura della sentenza, dalla sala è partito un applauso. Presenti anche delle colleghe delle dirigenti comunali, che si sono salutate con abbracci commossi. Commentano gli avvocati della difesa: «Questo processo non doveva neanche iniziare».

IL PROCURATORE: «IL PROCESSO ANDAVA FATTO» – «La formula con cui si è concluso giustifica ampiamente che il processo doveva essere fatto». È il commento del procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. Il procuratore ha detto anche di aver condiviso l’impostazione dell’accusa, «del resto c’è stato non solo il vaglio del giudice dell’udienza preliminare, ma un dibattimento importante dove ci sono state anche situazioni fattuali che hanno indiscutibilmente portato elementi forti, che evidentemente il giudice non ha ritenuto satisfattivi, ma forti, a supporto dell’impostazione accusatoria». Inoltre, il fatto che nella vicenda fosse coinvolta Atc, «nel senso che poteva esserne derivato un pregiudizio per gli interessi pubblici» è, secondo il procuratore, «la migliore prova della necessaria attenzione che si dovesse avere su questa vicenda». Ci sarà appello? «Tutte le sentenze – ha risposto Amato – vanno lette, e poi ci si determina se impugnarle o meno. Qui il tema che ci si dovrà porre, visto che ragioniamo in termini di processo penale, è quello della tempistica. I tempi di prescrizione del reato sono prossimi».

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