Articoli con tag Assoluzione
Il sollievo dell’ex sindaco: «La sentenza? Era scontata»
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 8 dicembre 2016
Articolo di Pierpaolo Velonà pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 dal Corriere di Bologna.
Il sollievo dell’ex sindaco: «La sentenza? Era scontata»
Dal 17 febbraio del 2010, Flavio Delbono non è più sindaco di Bologna. Ora, con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta sul People mover, si recide l’ultimo filo che lo teneva legato a quella brevissima esperienza a palazzo d’Accursio. L’ex sindaco può tirare un sospiro di sollievo. «È una sentenza scontata, che si commenta da sola — dice a caldo Delbono — Ci sono voluti tre anni di indagine, due anni di processo, migliaia di carte, in definitiva quello sul People mover era un processo che non si doveva neanche fare, lo dicono pure gli avvocati». E poi: «Come sindaco ne esco pulito — aggiunge Delbono — era l’unica indagine che mi riguardava come primo cittadino. I miei rapporti con la Procura di Bologna ? Meglio non commentare, ho già dato». Quest’ultimo riferimento è all’inchiesta sui viaggi a spese della Regione — di cui Delbono era stato vicepresidente dal 2003 al 2009 — che sono costati all’ex esponente del Pd un patteggiamento a 19 mesi e 10 giorni per peculato, truffa aggravata, intralcio alla giustizia e induzione a rilasciare false dichiarazioni per le pressioni sulla sua ex compagna Cinzia Cracchi affinché tacesse sulle risorse pubbliche (21.000 euro) utilizzate per viaggi privati. Era stata questa inchiesta a portare Delbono alle dimissioni da sindaco, dopo soli sette mesi. Nel 2012 un’altra tegola, l’iscrizione nel registro degli indagati per il bando del People Mover vinto da Ccc. Da ieri, anche questa pagina si è chiusa.
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«Accordo occulto sul People Mover». La procura chiede cinque condanne
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 22 ottobre 2016
Articolo di Cristina DegliEsposti pubblicato sabato 22 ottobre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.
«Accordo occulto sul People Mover». La procura chiede cinque condanne
Un anno e quattro mesi per l’ex sindaco Delbono. «Lui sapeva»
Un «accordo occulto», «un’associazione temporanea d’impresa tra Atc e il consorzio Ccc» di fatto costituita prima del bando per il People Mover, la monorotaia che collegherà l’aeroporto alla stazione. E di quel patto il sindaco «era pienamente a conoscenza». Questi i punti fermi dell’accusa nel processo per turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’appalto per la maxi infrastruttura, vinto da Ccc, adesso alle battute finali. Ieri, al termine di una requisitoria di oltre sei ore, i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari hanno chiesto cinque condanne per i sette imputati: un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio per l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore comunale al Bilancio Villiam Rossi; un anno e sei più 800 euro di multa per turbativa e abuso d’ufficio per l’ex presidente di Ccc Piero Collina e di Atc Francesco Sutti; un anno per la dirigente comunale alle Partecipazioni Francesca Bruni per abuso d’ufficio; chiesta l’assoluzione, invece, per Patrizia Bartolini, all’epoca direttore del settore Lavori e opere pubbliche e presidente dell’autorità di gara del bando e Cleto Carlini, direttore del settore Mobilità urbana. Secondo il pm Di Giorgio, «Atc di fatto finanzia fin da subito il 25% dell’operazione, neutralizzando così i rischi d’impresa di Ccc» e «stravolgendo lo spirito della concessione». Come? «Attraverso un accordo di riservatezza, sottoscritto nell’ottobre 2008» che sanciva di fatto la nascita di «un’Ati occulta». In sostanza, per la procura non avrebbe mai potuto vincere un soggetto diverso da Ccc che poteva contare su «un insider, Atc» in grado di avvantaggiarlo rispetto ad altri concorrenti, come gli spagnoli di Acciona (parte civile insieme con Primavera urbana). Il fatto che Atc, alla fine, non abbia partecipato alla gara è stata «solo una dissimulazione». Il patto c’era e per Di Giorgio si perfeziona il 13 gennaio 2010 con la nascita di Marconi Express, motivo per cui il pm ha chiesto al collegio di tener conto dell’estensione del reato oltre i termini dell’imputazione, sollevando la protesta delle difese. «L’offerta economica di Ccc è ‘schiacciata’ sui minimi proprio in virtù di quell’accordo – ha detto la Scandellari – altrimenti non sarebbe stata realistica», perché con una redditività troppo bassa. E in Comune «Delbono era pienamente a conoscenza dei fatti, così come Rossi» perché «avevano avuto modo di interloquire con Sutti», ha aggiunto Di Giorgio. Dopo i pm ha preso la parola l’avvocato Guido Magnisi, difensore di Carlini, chiedendo per l’assistito l’assoluzione perché il fatto non sussiste, sostenendo che a carico del dirigente «ci sono solo opinioni».
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People mover, chieste 5 condanne: «Da Delbono copertura politica»
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 22 ottobre 2016
Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato sabato 22 ottobre 2016 dal Corriere di Bologna.
People mover, chieste 5 condanne: «Da Delbono copertura politica»
Pene da 18 mesi per Sutti e Collina. I pm: «Patto collusivo per pilotare la gara»
Il processo sul People mover arriva a un punto di svolta. A 5 anni dall’inizio dell’inchiesta, dopo 16 mesi di dibattimento e decine di udienze, e con la scure della prescrizione dietro l’angolo, i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari hanno consegnato ai giudici le loro conclusioni sulla gara ritenuta pilotata e aggiudicata nel 2009 al Consorzio di cooperative di costruzione (Ccc) per la costruzione e la gestione della monorotaia che dovrà collegare aeroporto e stazione. Un progetto accompagnato da forti polemiche che solo ora sta muovendo i primi passi. Al termine di una requisitoria fiume durata oltre sei ore, i pm hanno chiesto cinque condanne e due assoluzioni per i reati, contestati a vario titolo, di abuso d’ufficio e turbativa d’asta. La richiesta più alta, 1 anno e 6 mesi, è arrivata per Francesco Sutti e Piero Collina, ex presidenti di Atc e Ccc, protagonisti del presunto patto occulto secondo cui la societa di trasporto pubblico non avrebbe partecipato alla gara per poi formare con Ccc, nel gennaio 2010, la società di progetto Marconi Express. L’accusa ha chiesto invece 16 mesi per l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore al Bilancio del Comune Villiam Rossi, e un anno per la dirigente Francesca Bruni, il cosiddetto livello politico dell’inchiesta. L’assoluzione è stata invece avanzata con la vecchia formula dell’insufficienza di prove per altri due dirigenti, Cleto Carlini e Patrizia Bartolini. Ieri in aula il pm Di Giorgio ha ripercorso l’iter per l’assegnazione dell’appalto in project financing da 100 milioni, concentrandosi in particolare «sull’accordo collusivo e segreto teso a pilotare l’esito della gara» tra Sutti e Ccc e sui famosi patti parasociali (modificati dopo l’inchiesta) che avrebbero consentito al colosso cooperativo di sfilarsi dalla gestione dell’opera trasferendo tutti i rischi su Atc, azienda a partecipazione totalmente pubblica con il Comune maggiore azionista. «Una dinamica fraudolenta ma raffinata che ha portato allo sviamento della gara e allo stravolgimento dello spirito della concessione», ha detto il pm che ha chiesto ai giudici di spostare la commissione della turbativa d’asta al gennaio 2010, data della costituzione di Marconi Express, per allungare i tempi di prescrizione. Una richiesta fortemente contrastata dalle difese. Secondo la pm Scandellari «il patto occulto ha consentito a Ccc di presentare un’offerta economica schiacciata ai minimi perché poteva contare sull’ingresso di Atc: sapeva che una volta costruito non si sarebbe accollata i rischi di gestione». Poi i pm hanno affrontato le posizioni degli amministratori, con «il Comune che ha garantito la copertura dell’operazione e gestito la vicenda in modo compiacente», nonostante le criticità rilevate da una dipendente dell’ufficio gare del Comune: «Si rifiutò di firmare ma sindaco, assessore e tecnici rimasero sordi ai suoi rilievi, l’unica risposta fu il suo trasferimento». Il via libera sulla regolarità dell’operazione la diede secondo l’accusa la Bruni, «che si è prestata a decretarne la regolarità». Di qui la richiesta di condanna. Per i magistrati l’ex sindaco Delbono, che si è sempre difeso sostenendo di aver ereditato il progetto dalla giunta Cofferati e di non aver avuto alcun peso decisionale, «aveva una responsabilità politica e nella sua veste ha dato il placet al progetto, perché questa operazione non poteva non avere copertura politica». Dopo la requisitoria sono iniziate le arringhe delle difese. Ha parlato il legale di Carlini, avvocato Guido Magnisi, che ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto, sostenendo che a carico del dirigente «ci sono solo opinioni ». Mercoledì toccherà alle parti civili (avvocato Domenico Morace) e ai legali degli altri imputati (avvocati Trombetti, Insolera, Giampaolo).
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Appalto People mover, la procura chiede cinque condanne
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 22 ottobre 2016
Articolo di Giuseppe Baldessarro pubblicato sabato 22 ottobre 2016 da la Repubblica – Bologna.
Appalto People mover, la procura chiede cinque condanne
Pene da un anno a 18 mesi per l’ex sindaco Delbono, l’ex assessore Rossi, la dirigente Bruni, Sutti e Collina
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People mover Bologna, pm chiede condanna di 16 mesi per ex sindaco Delbono
Pubblicato da No People Mover in RASSEGNA STAMPA il 21 ottobre 2016
People mover Bologna, pm chiede condanna di 16 mesi per ex sindaco Delbono
E’ accusato con l’ex assessore Rossi di abuso d’ufficio nel processo sull’appalto per la monorotaia. Chieste condanne anche per l’ex presidente di Ccc Collina e per l’ex presidente di Atc Sutti
Condanna a un anno e quattro mesi con sospensione condizionale della pena. Tanto ha chiesto il pm Giuseppe di Giorgio per l’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono e per l’ex assessore comunale al bilancio Villiam Rossi, accusati di abuso d’ufficio nel processo relativo all’appalto del People Mover, la monorotaia che dovrebbe collegare la stazione all’aeroporto. Il bando di gara, secondo l’accusa, sarebbe stato ‘cucito addosso’ al Ccc (consorzio cooperative costruzioni) anche grazie a un accordo occulto tra lo stesso Ccc e l’azienda di trasporto pubblico Atc (ora Tper).
Il pm ha chiesto anche la condanna a un anno e sei mesi, oltre a una multa di 800 euro a testa, per l’ex presidente di Ccc Piero Collina, e per l’ex presidente di Atc Francesco Sutti, imputati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Per la dirigente comunale Francesca Bruni la pena richiesta è invece di un anno, sempre per abuso d’ufficio, mentre per gli altri due dirigenti comunali Cleto Carlini e Patrizia Bartolini è stata chiesta l’assoluzione sia dall’accusa di abuso d’ufficio che da quella di turbativa d’asta.
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