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People Mover: il fatto non sussiste. Assolti dopo tre anni tutti gli imputati

Articolo di Gilberto Dondi pubblicato giovedì 8 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

People Mover: il fatto non sussiste. Assolti dopo tre anni tutti gli imputati

Delusi i contrari all’opera. Delbono: «La sentenza si commenta da sé»

Finisce con gli abbracci degli imputati e la delusione degli attivisti anti-People Mover, arrivati in tribunale per assistere al tanto atteso verdetto. Una sentenza che segna l’ennesima sconfitta della Procura nei processi su appalti e politica. Si è infatti concluso con un’assoluzione generale il processo che vedeva sette persone, fra cui l’ex sindaco Flavio Delbono, accusate (a vario titolo) di turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta dei pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio sulla monorotaia che collegherà la stazione all’aeroporto. Per l’accusa, quel bando fu pilotato per far vincere la cordata formata dal Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni, e l’Atc (ora Tper), con l’avallo del Comune. Un patto occulto a scapito dei concorrenti spagnoli di Acciona. Ma questa tesi non ha retto e ieri mattina, a 5 anni dall’inizio dell’inchiesta e dopo decine di udienze, il collegio dei giudici presieduto da Luisa Raimondi ha assolto tutti perché il fatto non sussiste, con la formula della vecchia insufficienza di prove. Assolti, dunque, Delbono e l’ex assessore Villiam Rossi (per i quali i pm avevano chiesto un anno e 4 mesi), gli ex presidenti di Ccc eAtc, Piero Collina e Francesco Sutti (un anno e sei mesi), e i dirigenti comunali Francesca Bruni (un anno), Cleto Carlini e Patrizia Bartolini (per loro i pm avevano chiesto l’assoluzione). Dopo il verdetto è partito un piccolo applauso, con abbracci fra gli imputati e i loro parenti e colleghi presenti in aula. Grande sconforto, invece, fra i 15 attivisti del comitato No People Mover. Ora la palla torna alla Procura, che valuterà se fare appello, ma fra pochi giorni scatterà comunque la prescrizione dei reati. Resta poi aperta l’inchiesta bis sulla prosecuzione dei lavori nonostante il processo, ma ora anche quella pare avviata verso un binario morto. «Una sentenza che si commenta da sola – dice Delbono, dimessosi nel 2010 per il Cinzia-gate –. Se dopo tre anni di indagine e uno e mezzo di processo, decine di testimoni e migliaia di carte, il fatto non sussiste per nessuno… Fate voi… Mi sarei sentito più risarcito se il processo non ci fosse mai stato, dato che non c’erano elementi per farlo». Soddisfatto anche il sindaco Virginio Merola: «Questa sentenza chiude positivamente una tormentata vicenda».

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L’intervento dell’avv. Domenico Morace in rappresentanza del Comitato No People Mover all’udienza del 7 novembre 2016

TRIBUNALE DI BOLOGNA

 Collegio II° Penale

PROCEDIMENTO PENALE N. R.G. n. 1672/15 – R.G.N.R. n. 14722/12

 

MEMORIA

Nell’interesse della parte civile “Primavera Urbana”.

L’opera denominata “People mover” così come concepita nel bando di gara e per come sarà realizzata dal CCC è un’opera costosa, inutile, non giustificabile a fronte dell’impatto ambientale, destinata ad un sicuro fallimento per via dei costi eccessivi e dell’inidoneità del sistema utilizzato.

Per meglio comprendere il senso di tale affermazione si deve fare un breve riferimento al Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM).

Il link di seguito indicato, messo in rete dall’Associazione Primavera Urbana, Comitato No People Mover, riassume ed indica i vari documenti che hanno scandito il progetto:

https://www.dropbox.com/s/onqjp6e52r7cnn2/STAZIONE%20SFM%20AEROPORTO%20vs%20PEOPLE%20MOVER.pdf?dl=0

Per quanto possa rilevare ai fini del processo si deve osservare che nel Luglio 1994 interviene il documento  “Intesa per la definizione di un nuovo assetto dei trasporti pubblici nell’area metropolitana bolognese”, fra il Ministero dei Trasporti, il Comune di Bologna, la Provincia di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e le Ferrovie dello Stato S.p.A, in cui si stabilivano le linee guida e gli interventi necessari alla realizzazione del nuovo sistema della mobilità, incentrato sulle linee ferroviarie.

Nel Luglio 1997 si arriva all’Accordo Attuativo e Integrativo dell’intesa del 1994, in cui, in occasione dell’approvazione del progetto di attraversamento della nuova linea ferroviaria AV/AC nella città di Bologna si confermava la precedente intesa stabilendo i contenuti del progetto, le nuove realizzazioni, i finanziamenti, gli impegni reciproci, i tempi di realizzazione e le fasi intermedie per il SFM dall’avvio dei lavori alla sua piena attivazione.

Nell’aprile del 2002 la Provincia di Bologna pubblica un opuscolo informativo con le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che sarà approvato nel 2004. Uno degli elementi caratterizzanti del Piano è proprio il collegamento ferroviario con l’Aeroporto di Bologna. In questo opuscolo compare per la prima volta un accenno ad un sistema “People Mover” inteso come modesto e breve collegamento tra la stazione SFM Aeroporto e la stazione SFM Borgo Panigale con il terminal passeggeri dell’Aeroporto. Il teste ZAMBONI lo conferma nel corso della sua deposizione.

Successivamente all’approvazione del PTCP, alla fine del 2004 per quanto afferma lo stesso teste ZAMBONI, si comincia a manifestare all’interno del Comune di Bologna un’idea antagonista al SFM Aeroporto, il People Mover come mezzo per la connessione fra stazione centrale e aeroporto il cui progetto preliminare viene approvato a dicembre 2005, a cui segue la variante al PRG adottata dal Consiglio nel 2006 ed approvata nel 2007.

E’ interessante rilevare fra l’altro dalla documentazione progettuale come il sistema a cui si pensava fosse fondamentalmente diverso da quello poi oggetto della gara, con convogli da circa 200 posti proprio per ovviare ai problemi di picchi giornalieri e stagionali.

Cosa ben diversa da quello poi deliberato in sede di bando di 50 (teorici) posti.

A questo punto sorge il problema relativo alla stazione SFM Aeroporto che viene “nascosta” e ridenominata Stazione Borgo Panigale Scala (visto che esisteva già quella di Borgo Panigale).

Nel luglio del 2007 nell’ambito della ridefinizione del SFM, senza alcuna concertazione a livello provinciale, il Comune di Bologna in “relazione alla nuova previsione del People Mover” cancella, in un colpo solo, anni di strategie destinate ad una vasta area. Così si stabilisce di completare la sola stazione SFM sulla direttrice ferroviaria Bologna-Milano per evitare qualsiasi “concorrenza” con il People Mover.

L’attività spiegata dal Comune di Bologna crea una certa confusione in tutti gli enti preposti. Si vedano per esempio l’Accordo Territoriale per il Polo Funzionale Aeroporto:

http://www.cittametropolitana.bo.it/pianificazione/Engine/RAServeFile.php/f/PTCP/accordo_aeroporto.pdf

ed il POC 2009-2014:

http://urp.comune.bologna.it/PortaleTerritorio/portaleterritorio.nsf/d31da69f1a22d084c125706f0046b2aa/5cb61f7198e3a610c12575ca0026e4b7/$FILE/POC_tavola2_approvazione_delibera.pdf

dove viene ancora indicata la Stazione SFM Aeroporto.

 

Nel convegno di presentazione del nuovo Piano Regionale Integrato di Trasporto (PRIT) figura ancora una volta la stazione SFM Aeroporto:

http://mobilita.regione.emilia-romagna.it/allegati/convegni_presentazioni/2010/2010_versonuovoprit_bologna/iacono.pdf/at_download/file/iacono.pdf

 

I limiti del People Mover sono così evidenti che il Comune di Bologna deve imporre la cancellazione del BLQ, il servizio di autotrasporto attualmente gestito da TPER già ATC che collega il centro città e la stazione ferroviaria al terminal passeggeri.

Ma quanto il Comune impone all’azienda partecipata non può imporlo ai privati che ben consapevoli dei limiti del nuovo sistema si sono già organizzati.

Il sito internet di seguito riportato pubblicizza un’iniziativa già in funzione che offre un servizio di navetta a domicilio sull’intero territorio del Comune di Bologna che porta i passeggeri al terminal passeggeri in Aeroporto per il prezzo di 8€ !!:

http://www.vivaraviaggi.it/gsvbooking.html

 

Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale confermano i limiti dell’opera per come è stata disegnata nei due bandi di gara e quelli relativi all’offerta della CCC.

La gara è stata condizionata da un’attività operata di concerto tra il sig. COLLINA ed il sig. SUTTI in danno della collettività ed in danno dell’altro concorrente, l’ATI ACCIONA-GHELLA.

In questo senso i primi elementi emergono già dalla testimonianza resa il giorno 8 gennaio 2016 dal teste  MINGUEZ FERNANDO LLORENTE, ingegnere alle dipendenze della società ACCIONA. E’ lui che rappresenta l’azienda spagnola in Italia e che ha seguito la partecipazione al bando di gara. Nell’ambito della ricerca di un partner per la gestione del servizio l’ing. MINGUEZ si rivolge all’ATC nella persona dell’allora Presidente SUTTI.

Intervengono delle riunioni con ATC nelle quali la stessa azienda di trasporti si mostra interessata alla cosa. Ma poi accade un qualcosa di anomalo. ACCIONA propone un “Memorandum of Understanding (doc.10 prod. PM) ma non riceve risposta alcuna.

Di seguito il passo della testimonianza sul punto:

P.M. DI GIORGIO – Oltre all’ingegner Sutti aveste anche

contatti con altri soggetti di Atc o il vostro

riferimento era solo l’ingegner Sutti?

TESTE MINGUEZ – Principalmente era l’ingegnere Sutti, però mi

ricordo dell’ingegnere Paolillo perché molte volte non

era facile trovare l’ingegnere Sutti e era più facile

trovare l’ingegner Paolillo e quindi ho avuto… adesso

l’ho incontrato anche in aula, non mi ricordavo da 9

anni, quindi, sì, anche l’ingegnere Paolillo.

 

P.M. DI GIORGIO – Perché, guardi, le faccio questa

contestazione, lei fu sentito il 9 maggio 2012 dalla

guardia di finanza di Bologna, in quella sede fece

questa dichiarazione: “(inc.) cercavano contatti con il

presidente di Atc, Francesco Sutti, che mentre

all’inizio sembrava interessato al punto che furono

predisposte, ma mai sottoscritte, ipotesi di

accordo…” poi aggiunge: “Dopo l’uscita del bando ha

evitato ogni forma di tipo o di rapporto con noi”, che

cosa…

PRESIDENTE – Sì, ha detto questo cose ma adesso cosa dice?

P.M. DI GIORGIO – Cioè i contatti ci furono o non ci furono?

TESTE MINGUEZ – Ci furono dei contatti per sapere di

continuare avanti con il Mou (trascrizione fonetica)…

l’accordo…

P.M. DI GIORGIO – L’accordo.

TESTE MINGUEZ – …per partecipare assieme, per valutare la

possibilità…

PRESIDENTE – Sì.

TESTE MINGUEZ – …di partecipare… però non ci furono

risposte. Io quello che mi ricordo, sono passati molti

anni, è non trovare più l’ingegnere Sutti, non aveva la

possibilità di beccarlo al telefono più che altre cose,

cioè non risposta.

P.M. DI GIORGIO – Va bene.

TESTE MINGUEZ – E’ quello che mi ricordo.

P.M. DI GIORGIO – Cioè voi lo cercavate in prima persona e

lui non rispondeva.

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – Per questo disse “Ha evitato ogni forma e

tipo di rapporto”?

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – Si riferiva…

TESTE MINGUEZ – Sì.

P.M. DI GIORGIO – …a questo.

Il SUTTI si nega a qualsiasi altro contatto con la società spagnola ed i suoi rappresentanti, per tornare a farsi vivo solo in occasione del primo bando di gara.

L’allora Presidente di ATC si informa circa la partecipazione di ACCIONA alla gara ed ottiene risposta da parte dell’ing. LLORENTE circa la volontà degli spagnoli di non partecipare. L’informazione viene comunicata perché l’ingegnere spagnolo viene a sapere da Sutti che ATC intendeva rimanere fuori dalla gara. La telefonata con la richiesta di informazioni avvenne prima del 14 maggio 2008 (pag.22 trasc. 8 gennaio)

 

TESTE MINGUEZ – …lui era fuori, assolutamente.

P.M. DI GIORGIO – “Lui era fuori”, quindi non era interessato

a partecipare.

TESTE MINGUEZ – Assolutamente sì.

P.M. DI GIORGIO – Va bene, quindi da quella telefonata non

venne nessun contenuto sul fatto che loro avrebbero

partecipato in un modo o nell’altro.

TESTE MINGUEZ – No, se io sapessi che lui era assieme ad

altri questa informazione che noi non partecipavamo io

non la davo.

 

Sull’importanza della partecipazione di ATC, decisiva a tal punto da spostare gli equilibri della gara stessa l’ing. LLORENTE è molto chiaro:

TESTE MINGUEZ – Giustamente se uno tiene Atc come partner è

avvantaggiato rispetto agli altri perché loro possono

fare uno sforzo economico che noi da fuori non potevamo

fare, loro avevano un’organizzazione quindi potevano

gestire in modo più efficiente, giustamente.

………..

TESTE MINGUEZ – E’ un vantaggio per il mio concorrente

 

Il testimone ritorna con forza sul punto essenziale di quanto potesse pesare la partecipazione di ATC con un concorrente invece che con un altro.

TESTE MINGUEZ – E’ una questione rischio aziendale, è chiaro

che se io avessi avuto una società che si prendeva

questo rischio io facevo un’offerta migliore, però noi,

che non avevamo la conoscenza del futuro, la nostra

valutazione era più cautelativa.

 

Sulla differenza tra le due offerte il teste si esprime in modo chiaro:

TESTE MINGUEZ – Noi dal punto di vista tecnico eravamo sicuri

che l’offerta era tecnicamente superiore, altamente

superiore, così si è dimostrato con il punteggio

tecnico e però è stato ribaltato con la valutazione

economica, quindi alla fine la C.C.C. ci ha fatto il

sorpasso con il punteggio economico. Per noi la

valutazione che facevamo è che dal punto di vista

tecnico la nostra era superiore, era quello che aveva

bisogno Bologna, mentre quella di C.C.C. con la società

Intamin per noi era un po’, diciamo, scadente, quindi

per quello che dice “Faremo ricorso”, perché

giustamente era comparare due cose che… anche se il

bando di gara permetteva questo, era comparare due cose

diverse, non mi ricordo se a un certo momento feci la

comparazione che è una cosa è la Ferrari e un’altra

cosa è un’altra macchina, mi sembra.

I contenuti delle dichiarazioni del teste Minguez Llorente vengono confermati anche dall’ing. GARCIA chiamato a testimoniare dalla difesa di parte civile ACCIONA. In particolare il teste conferma l’importanza decisiva della partecipazione di ATC che se fosse stata palese avrebbe spinto l’ATI ACCIONA-GHELLA a non partecipare alla gara.

 

I limiti dell’offerta CCC emergono anche  alla luce delle perizie disposte dall’Ufficio del P.M.. In particolare si richiamano le dichiarazioni dell’ing. FERRETTI che pone l’attenzione su diverse carenze dell’offerta CCC:

–       Mancanza dei documenti 6 e 7 della busta 3

–       Mancanza del doppio binario (interscambio)

–       Passerelle di emergenza collocate una volta a destra una volta a sinistra

–       Attraversamento del fiume Reno

–       Omissione in merito allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici (dopo 30 anni vanno sostituiti, la durata della concessione arriva a 35)

–       L’incarrozzamento: solo 20 secondi per caricare 50 passeggeri con bagagli (In una linea di metropolitana le porte rimangono aperte da 30 a 60 secondi).

 

L’offerta CCC risulta vincente per la parcellizzazione del punteggio assegnato all’offerta tecnica, un totale di 60 punti che viene suddiviso tra:

–       Piano di gestione;

–       Tecnologia e prestazioni;

–       Qualità architettonica ed estetica.

 

Soprattutto sono i 40 punti assegnati all’offerta economica che rendono impossibile una corretta competizione con qualsiasi altro soggetto che non fosse collegato in maniera occulta con ATC. Solo confidando su un’assunzione del rischio di gestione da parte di quest’ultima si poteva proporre un’offerta economica esageratamente bassa. Inoltre, le informazioni elargite da ATC esclusivamente a CCC relative, non tanto al numero dei passeggeri di BLQ, ma alla redditività della linea, alle prospettive future, alla conoscenza del mercato hanno caratterizzato e condizionato la gara. Non si deve dimenticare che ha inciso in modo decisivo la certezza di poter contare su un’azienda che già gestiva il trasporto pubblico di Bologna e poteva garantire il personale per il servizio, la struttura per la manutenzione, l’integrazione con le altre linee di trasporto urbano ed extraurbano. Le riunioni presso la sede dell’ATC, come vengono riferite da diversi testimoni, vedono la partecipazioni dei dirigenti ATC esperti di quei specifici settori.

 

Sull’attività occulta dispiegata di concerto da ATC e CCC, ovvero da SUTTI e COLLINA, non vi sono dubbi ma una serie di certezze acquisite nell’istruttoria dibattimentale.
A cominciare dall’acquisizione del cd. patto di riservatezza del 2 ottobre 2008.
Il teste AMICUCCI, sentito nel corso dell’udienza dell’11 luglio (2016) ci spiega che detto documento non venne rinvenuto né presso la sede ATC né presso quella del CCC, né tantomeno in Provincia o in Comune. Il documento venne citato nelle s.i.t. dell’ing. PAOLILLO che lo consegnò tramite un messaggio di posta elettronica. Successivamente alla consegna del PAOLILLO ne venne consegnata una copia anche dall’ing. LIPPI di CCC.
Appare alquanto singolare che un documento tanto rilevante non venne rinvenuto nei carteggi delle due società interessate, ovvero ATC e CCC.

 

In merito risultano contraddittorie e illogiche le dichiarazioni rilasciate in dibattimento dai testi FINZI e LIPPI. Le due vengono invitate a portare (e ritirare) il documento da SUTTI presso ATC. La circostanza risulta alquanto particolare, atteso che appare poco credibile che due ingegneri, tra cui una con una funzione apicale, vengano utilizzate come “postine”. Sul punto le due testimoni danno versioni in parte divergenti.

Si deve premettere che l’ing. FINZI non disse il vero nel corso delle indagini preliminari quando dichiarava: “riferisco di non essere a conoscenza di un accordo siglato tra ATC  e CCC per una eventuale partecipazione congiunta alla gara” (contestazione del P.M. pag.159 trasc. 20 maggio).

La giustificazione fornita appare totalmente priva di pregio. Se, anche per assurdo, volessimo dar credito alla versione di comodo fornita, nel caso in cui la FINZI avesse inteso male la domanda, poteva rispondere che non esisteva alcun patto segreto ma solo un “normale” patto di riservatezza.

Invece, l’ing. FINZI mente consapevolmente.

Cosa che ripete a proposito dei contatti intervenuti tra CCC ed ATC, a suo dire solo dopo l’aggiudicazione della gara.

Secondo la FINZI il documento viene sottoscritto da SUTTI ed una copia riconsegnata.

Secondo la LIPPI il documento non viene sottoscritto. Di fatto il documento sottoscritto viene “perduto” e cosa ancora più strana nulla viene fatto.

Secondo la LIPPI durante l’incontro si discute del parere legale rilasciato ad ATC dall’avv. BIAGINI nel 2006.

La FINZI insiste in un incontro limitato alla consegna ed alla sottoscrizione del documento.

 

Ulteriori profili di opacità provengono dagli accertamenti svolti in sede di indagini preliminari dalla GdF, incaricata delle indagini.

Un primo dato riguarda le somme di denaro esportate all’estero da SUTTI. Nel periodo intercorso tra il gennaio 2008 e l’ottobre 2010 l’ex presidente di ATC esporta somme pari ad €704.267,00. (pag. 9 trascr. 11 luglio)

Inoltre, è stato accertato che lo stesso SUTTI proveniva dal mondo cooperativo legato a LEGACOOP, avendo ricoperto svariati incarichi apicali in diverse cooperative, oltre ad essere stato per quasi 3 anni consigliere della stessa CCC (pag.7 trascr. 11 luglio).

 

Anche l’assessora provinciale CHIUSOLI aveva solidi legami con il mondo cooperativo. Dipendente e socia della SCS Azioninova partecipata in massima parte da UNIPOL MERCHANT BANK e da COOP ADRIATICA, ma con altri soci minoritari tra cui lo stesso CCC, presso quest’ultima aveva la propria sede.

Anche il coniuge della CHIUSOLI, MANFREDINI, aveva solidi legami con il CCC considerato che aveva partecipato alla progettazione della sede di CCC ed a quella relativa alla nuova sede del Comune, Liber Paradisus, opera realizzata sempre da CCC (pagg.9-10 trascr. 11 luglio).

 

L’ing. BOLDREGHINI, consulente del Comune anche per il bando di gara People Mover, risulta essere legale rappresentante della TECNOPOLIS che ebbe a concludere un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile dalla COOP COSTRUZIONI, consorziata del CCC. Oltre all’ATI costituita, con altri soggetti tra cui CCC, per la realizzazione del termovalorizzatore di Parma.

 

Anche l’altro consulente del Comune per il bando, il dott. SERIFIO, non è risultato estraneo a rapporti con il CCC, per tramite della KPMG società per cui lavora ed è socio. Il dott. SERIFIO ebbe a ricevere incarico da CCC per la vendita di una società controllata dal CONSORZIO nello stesso periodo in cui svolgeva la consulenza per il COMUNE di BOLOGNA, ovvero negli anni 2005/2006.

 

Che dire del faldone scomparso dall’archivio del COMUNE felsineo, il n°33, che avrebbe dovuto contenere i documenti relativi ai rapporti con INTAMIN ed al viaggio organizzato a MOSCA dal rappresentante INTAMIN DE SIMONE? I protagonisti di questo viaggio in una delle capitali “morali” d’Europa vide come protagonisti l’assessore ZAMBONI e l’ing. BOLDREGHINI.

 

E’ singolare che INTAMIN appaia sulla scena tramite il COMUNE di BOLOGNA. E’ tra gennaio e febbraio del 2005 che il duo ZAMBONI-BOLDREGHINI si reca a MOSCA per visionare il collegamento realizzato da INTAMIN ancora in fase di pre-esercizio. Che l’allora assessore ZAMBONI visionasse un unico sistema di People Mover  in quel di MOSCA senza spiegare quali altri sistemi avesse visionato, è un dato che merita la massima attenzione. Come si possa prendere in considerazione esclusivamente un’azienda che fino ad allora era stata impegnata nella costruzione di giostre e meccanismi per parchi di divertimento è un dato difficile da spiegare secondo logica e tenendo presente che l’obiettivo avrebbe dovuto essere quello di dotare la città di un moderno sistema  di collegamento.

 

Uno degli episodi più disgustosi di questa vicenda riguarda la dirigente del COMUNE di BOLOGNA dott.ssa Sonia BELLINI, allontanata dal proprio Ufficio e trasferita al Quartiere San Donato, dopo aver sollevato una serie di problematiche e dubbi sulla bontà dell’ingresso di ATC nella società di progetto (V. i documenti P.M. dal 119 al 130).

Si noti come la dott.ssa BELLINI sollevi varie questioni il 13 ottobre 2009, per poi essere destinata ad altro incarico con ordinanza del Sindaco Delbono del 26 di ottobre successivo (doc.128 P.M.). Il siluramento avviene in soli 16 giorni, “fulgido” esempio di efficienza burocratica. Una vera e propria epurazione.

Nel frattempo l’assessore ROSSI fa saltare l’assemblea dei soci dell’ATC comunicando che il Comune non ha potuto assumere “gli atti necessari all’autorizzazione dell’espressione di voto” (doc.125 P.M.). Per adottarli devono prima defenestrare la dott. Bellini.

Analoghe critiche e segnalazioni di omissioni vengono sollevate dalla dott.ssa AGRESTI (Responsabile Servizi Società e Cooperazione interistituzionale della Provincia di Bologna).

Anche le osservazioni della dott.ssa AGRESTI cadono nel vuoto.

 

In questo quadro si muove ATC ovvero il suo Presidente SUTTI, formalmente Presidente del CdA di fatto padrone incontrastato. Significativa la testimonianza resa da uno dei sindaci, il dott. CORSINI:

TESTE CORSINI – Ecco, tra i consiglieri penso che non… da

quello che mi ricordo non ci sono state delle sorte di

conflittualità, insomma mi sembra che lui… ci fosse

un’armonia generalmente a livello di consiglio di

amministrazione, nel senso che poi decideva tutto lui,

insomma era l’operativo amministratore e gestiva tutta

lui l’azienda, ecco.

E con riferimento ai consiglieri di amministrazione afferma:

TESTE CORSINI – Loro ratificavano, essendo senza deleghe, gli

argomenti posti all’ordine del giorno, ecco.

TESTE CORSINI – Dal punto di vista diciamo… lui consegnava

regolarmente la documentazione oggetto di discussione

in consiglio di amministrazione e anche prima, a mezzo

mail, spesso faceva a mezzo mail, qualche giorno prima

della riunione consiliare in modo che sia i consiglieri

che i sindaci avessero… prendessero visione degli

argomenti posti all’ordine del giorno e che devono

essere deliberati.

(pagg.89/90 trascr. 10 giugno)

 

SUTTI non si prendeva nemmeno la briga di rispondere ai chiarimenti richiesti dal Collegio sindacale.

 

Infine, per quanto attiene alla violazione dell’art.156 del d.lgs. n.163 del 2006, sul quale si è a lungo dibattuto in istruttoria, si richiamano le argomentazioni tutte spiegate nella deliberazione dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) n. 18  del 8 maggio 2013 contenuta in atti.

Le considerazioni e le interpretazioni effettuate dall’AVCP rimangono del tutto valide e coerenti con lo spirito e la lettera della normativa.

Bologna, 7 novembre 2016

Avv. Domenico Morace

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People mover, la cordata sconfitta chiede 1,4 milioni

Articolo di Enrico Miele pubblicato martedì 8 novembre 2016 da la Repubblica – Bologna.

People mover, la cordata sconfitta chiede 1,4 milioni

I legali delle società Acciona e Ghella presentano il risarcimento danni: accordo occulto tra i vincitori

Nonostante i cantieri del People mover siano partiti da più di un anno, restano accesi i riflettori sul bando pubblico fatto a suo tempo per assegnare l’opera. A battere cassa è la cordata delle ditte sconfitte, formata dagli spagnoli di Acciona e dalla romana Ghella, che chiedono 1,4 milioni di euro come risarcimento delle spese sostenute per partecipare alla gara d’appalto. La richiesta è stata fatta ai giudici del tribunale di Bologna, che devono giudicare sette imputati, tra cui Piero Collina, ex numero uno del Consorzio cooperative costruzioni (Ccc) e Francesco Sutti, che allora guidava l’azienda di trasporti Atc (oggi Tper). Non sembra esserci pace per il progetto della monorotaia sopraelevata che tra un paio d’anni, se tutto andrà liscio, collegherà l’aeroporto Marconi e la stazione. Ad avanzare ieri in udienza la richiesta di risarcimento è stato l’avvocato Giuseppe Bellomo, che rappresenta la cordata perdente come parte civile sul reato di turbativa d’asta. In aula è intervenuto anche il comitato “No People mover” attraverso l’avvocato Domenico Morace, che ha chiesto ai giudici di «quantificare il danno con metodo equitativo» (cioè assegnando al comitato, in quanto parte civile, la somma che i giudici riterranno opportuna). Entrambi i legali si sono accodati alle richieste di pena, avanzate nella scorsa udienza, dai pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari: un anno e quattro mesi per l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore al Bilancio Villiam Rossi, accusati di abuso d’ufficio; un anno e sei mesi, oltre a una multa di 800 euro a testa, per Collina e Sutti, imputati anche di turbativa d’asta e un anno, sempre per abuso d’ufficio, alla dirigente comunale Francesca Bruni (chiesta, invece, l’assoluzione per gli altri due dirigenti Cleto Carlini e Patrizia Bartolini). Entro fine mese è attesa la sentenza. Dopo l’aggiudicazione dell’appalto, Ccc e Atc costituirono la società Marconi Express. Parte da qui l’avvocato Bellomo per spiegare come durante il processo «sia emerso un palese accordo occulto tra le due società». Se Acciona e Ghella avessero saputo prima del bando che Ccc si sarebbe alleata con Atc, è il suo ragionamento, non avrebbero partecipato alla gara. «Siamo qui per tutelare l’interesse pubblico, vista l’assenza del Comune e Tper, che la procura aveva indicato come persone offese nella richiesta di rinvio a giudizio» aggiunge Morace.

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«Accordo occulto sul People Mover». La procura chiede cinque condanne

Articolo di Cristina DegliEsposti pubblicato sabato 22 ottobre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

«Accordo occulto sul People Mover». La procura chiede cinque condanne

Un anno e quattro mesi per l’ex sindaco Delbono. «Lui sapeva»

Un «accordo occulto», «un’associazione temporanea d’impresa tra Atc e il consorzio Ccc» di fatto costituita prima del bando per il People Mover, la monorotaia che collegherà l’aeroporto alla stazione. E di quel patto il sindaco «era pienamente a conoscenza». Questi i punti fermi dell’accusa nel processo per turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’appalto per la maxi infrastruttura, vinto da Ccc, adesso alle battute finali. Ieri, al termine di una requisitoria di oltre sei ore, i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari hanno chiesto cinque condanne per i sette imputati: un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio per l’ex sindaco Flavio Delbono e l’ex assessore comunale al Bilancio Villiam Rossi; un anno e sei più 800 euro di multa per turbativa e abuso d’ufficio per l’ex presidente di Ccc Piero Collina e di Atc Francesco Sutti; un anno per la dirigente comunale alle Partecipazioni Francesca Bruni per abuso d’ufficio; chiesta l’assoluzione, invece, per Patrizia Bartolini, all’epoca direttore del settore Lavori e opere pubbliche e presidente dell’autorità di gara del bando e Cleto Carlini, direttore del settore Mobilità urbana. Secondo il pm Di Giorgio, «Atc di fatto finanzia fin da subito il 25% dell’operazione, neutralizzando così i rischi d’impresa di Ccc» e «stravolgendo lo spirito della concessione». Come? «Attraverso un accordo di riservatezza, sottoscritto nell’ottobre 2008» che sanciva di fatto la nascita di «un’Ati occulta». In sostanza, per la procura non avrebbe mai potuto vincere un soggetto diverso da Ccc che poteva contare su «un insider, Atc» in grado di avvantaggiarlo rispetto ad altri concorrenti, come gli spagnoli di Acciona (parte civile insieme con Primavera urbana). Il fatto che Atc, alla fine, non abbia partecipato alla gara è stata «solo una dissimulazione». Il patto c’era e per Di Giorgio si perfeziona il 13 gennaio 2010 con la nascita di Marconi Express, motivo per cui il pm ha chiesto al collegio di tener conto dell’estensione del reato oltre i termini dell’imputazione, sollevando la protesta delle difese. «L’offerta economica di Ccc è ‘schiacciata’ sui minimi proprio in virtù di quell’accordo – ha detto la Scandellari – altrimenti non sarebbe stata realistica», perché con una redditività troppo bassa. E in Comune «Delbono era pienamente a conoscenza dei fatti, così come Rossi» perché «avevano avuto modo di interloquire con Sutti», ha aggiunto Di Giorgio. Dopo i pm ha preso la parola l’avvocato Guido Magnisi, difensore di Carlini, chiedendo per l’assistito l’assoluzione perché il fatto non sussiste, sostenendo che a carico del dirigente «ci sono solo opinioni».

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E i No People mover sperano nel processo

Articolo di Eleonora Capelli pubblicato lunedì 11 luglio 2016 da la Repubblica – Bologna.

E i No People mover sperano nel processo

Oggi l’udienza per abuso d’ufficio a carico di Delbono, Rossi, Sutti e Collina

Una sentenza per fermare il cemento. È quella che aspettano gli attivisti del comitato “No People mover” che di fronte agli 80 piloni che sanciscono la concreta realizzazione della monorotaia che collegherà l’aeroporto alla stazione, rispondono concentrandosi sull’udienza di oggi. Una nuova puntata del processo che vede a giudizio con l’accusa di abuso di ufficio e turbativa d’asta l’ex sindaco Flavio Delbono, l’ex assessore Villiam Rossi l’ex presidente Atc Francesco Sutti e l’ex presidente del Consorzio cooperative costruzioni, Piero Collina. «Il processo va avanti e se gli imputati verranno condannati il bando in base al quale sono stati eseguiti questi primi lavori non sarà più valido – dice Lorenzo Alberghini del comitato, candidato alle ultime amministrative con Coalizione Civica -. In questo caso i piloni rimarranno come monumento alla fallimentare gestione del denaro pubblico. I piloni li possono fermare i giudici, vedremo cosa diranno i prossimi testimoni chiamati, cioè Sutti e Collina».

Gli attivisti del fronte “No People mover”, che si sono costituiti parte civile nel processo alla monorotaia, contano che si riesca ad evitare la prescrizione. «Quel termine scade a dicembre – spiega Alberghini – ma io credo che la sentenza arriverà prima perché siamo sulla strada giusta, le udienze si susseguono e se il Ccc non avrà più la legittimità per portare avanti l’opera, questi cantieri dovranno fermarsi».

Alberghini punta dritto al sindaco Merola che «non ha mai voluto un confronto con chi i difetti del People mover li sottolinea da anni». Adesso carte alla mano il comitato squaderna problemi di omologazione del mezzo («questo tipo esatto di monorotaia è un unicum, quindi andrà omologato una volta costruito e messo in marcia, e si capisce quanto margine di rischio abbia un’operazione del genere») e soprattutto il vecchio cavallo di battaglia del Servizio ferroviario metropolitano. Il fronte dei contrari ha sempre chiesto all’amministrazione di puntare sul collaudato trasporto su ferro e di appoggiarsi alla stazione non molto distante dall’aeroporto. Adesso comunque, a cantieri aperti e in piena attività, con 100 operai al lavoro in questa fase e una previsione di 200 addetti impegnati nella fase clou dei lavori, i contrari al progetto guardano alle aule di tribunale, più che ai confronti con le istituzioni.

 

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Comunicato stampa – Un manifesto per spiegare ai cittadini che a 500 metri si sta costruendo l’inutile e dannoso People Mover

Bologna, 1 giugno 2016

UN MANIFESTO PER SPIEGARE AI CITTADINI CHE A 500 METRI SI STA COSTRUENDO L’INUTILE E DANNOSO PEOPLE MOVER

Nella giornata di ieri  abbiamo affisso un manifesto collocato in via Terracini, a 500 metri dai cantieri del People Mover, al fine di informare i cittadini di cosa si tratta.

Mentre è in corso il processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta in relazione al bando People Mover, che vede imputati gli ex presidenti di ATC e CCC Sutti e Collina, l’ex sindaco Delbono e quattro dirigenti del comune di Bologna, restano aperti e in attività i cantieri del People Mover, un’opera dannosa e inutile: 130 milioni di euro che finiranno per gravare sulla collettività per intero.

Durante l’ultima udienza del processo penale, lo scorso 20 maggio, è emerso dalle audizioni di alcuni esperti che non essendo mai stato costruito un People Mover come questo, si saprà solo ad opera terminata se potrà essere omologato.

Un nuovo scandalo dopo il Civis: soldi pubblici e anni sprecati e una città stravolta da opere accessorie (in questo caso People Mover) completamente inutili.

Dalle testimonianze dei testi in aula davanti al Tribunale Penale di Bologna è apparso chiaro che il People mover che verrà costruito è tecnologicamente poco avanzato e poco capiente. Uno dei testimoni, un ingegnere, consulente della Procura, chiamato a valutare la sicurezza dell’opera, ha detto chiaramente che il People mover  che verrà costruito da Ccc ha le uscite di sicurezza che confondono i passeggeri e nessun tipo possibile di espansione.

Il People mover,  non sarà mai in grado di trasportare 50 persone più le valigie.

Il Piano economico finanziario si basa quindi su dati e numeri errati.

Durante l’udienza è anche emerso che uno dei consulenti pagati dal Comune di Bologna per curare il bando di gara per il People Mover, nello stesso periodo aveva ricevuto incarico remunerato da CCC che poi è risultata vincitrice.

Si delineano profili di opacità che disegnano un sistema di connivenze che contribuisce al degrado della città e della politica sempre più al servizio di interessi privati.

A fronte di evidenti responsabilità il sindaco Merola ha preferito sottoscrivere il contratto che ha consentito l’apertura dei cantieri.

Questo è senso della legalità del sindaco uscente che preferisce piegarsi ad interessi privati invece di difendere quelli pubblici.

Con un processo penale in corso davanti al Tribunale Penale di Bologna, con altro processo davanti alla Corte dei Conti per danno erariale contro Delbono e la sua giunta, a fronte dell’intervento dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici che ha censurato il bando di gara il Merola decide di aprire i cantieri, con la speranza che intervenga la prescrizione per salvare gli imputati.

Comitato No People Mover

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People Mover: “Omologazione a rischio. Dopo Civis nuovo scandalo?”

http://www.bolognatoday.it/cronaca/people-mover-processo-aeroporto-stazione-bologna.html

People Mover: “Omologazione a rischio. Dopo Civis nuovo scandalo?”

Così Alberghini del comitato No People mover, dopo l’ultima udienza del processo per turbativa d’asta nel bando del progetto: “Si rischia nuovo scandalo dopo il Civis: soldi pubblici e anni sprecati e una città stravolta da opere accessorie inutili”

17 maggio 2016

Ieri c’è stata un’altra udienza del processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta nel bando del People mover, infrastruttura destinata a collegare aeroporto e stazione di Bologna.
“Da ciò che hanno dichiarato alcuni testi è emersa una vergognosa certezza: non essendo mai stato costruito un People Mover come questo, si saprà solo ad opera terminata se potrà essere omologato. In caso contrario avremo un nuovo scandalo dopo il Civis: soldi pubblici e anni sprecati e una città stravolta da opere accessorie (in questo caso al People Mover) completamente inutili”. Così  Lorenzo Alberghini, componente del comitato No People mover e candidato di Coalizione civica per il Comune di Bologna.

“Dalle testimonianze in aula – aggiunge il candidato – è apparso chiaro che il People mover che verrà costruito è tecnologicamente poco avanzato e poco capiente. I concorrenti dei vincitori del bando avevano proposto un’opera più costosa ma più grande e già sperimentata in altre città. Il Comune ha preferito andare al risparmio a scapito dell’efficienza del mezzo che sarà poco avanzato e poco capiente. Uno dei testi,  perito ingegnere, chiamato a valutare la sicurezza dell’opera, ha detto chiaramente che il People mover  che verrà costruito da Ccc ha le uscite di sicurezza che confondono i passeggeri e nessun tipo possibile di espansione”.
In poche parole, riassume Alberghini, “il People mover non sarà mai in grado di trasportare 50 persone più le valigie. Il Piano economico finanziario si basa quindi su dati e numeri errati”.

Ora il problema sono le tempistiche. “Ci saranno altre udienze, altri testi verranno ascoltati mentre la prescrizione si avvicina e chi è imputato sta per farla franca – sottolinea il civico -. Sullo sfondo, una stazione del Servizio ferroviario metropolitano, in aereoporto, che aspetta solo di essere terminata e che rende inutile qualsiasi progetto di People Mover”.

 

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«Atc nella società del People Mover? Sapendolo potevamo fare ricorso»

Articolo di Enrico Barbetti pubblicato sabato 9 gennaio 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

«Atc nella società del People Mover? Sapendolo potevamo fare ricorso»
 
II direttore per l’Europa della spagnola Accìona testimone al processo: «Ho saputo dell’azienda di trasporti solo quando i finanzieri mi hanno sentito»  
«Se avessimo saputo del coinvolgimento di Atc quando abbiamo fatto l’accesso agli atti, avremmo certamente fatto ricorso». A parlare, davanti al tribunale, è l’ingegnere Fernando Minguez, direttore per l’Africa e l’Europa di Acciona, colosso spagnolo delle costruzioni che fu sconfitto dal Ccc nella gara per la concessione del People Mover. Una gara che, secondo i pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari, fu viziata dall’accordo occulto tra la coop bolognese e l’azienda di trasporto pubblico e da un bando cucito su misura. Mentre i magistrati di via Garibaldi indagano sul nuovo contratto sottoscritto tra il Comune e Marconi Express per aprire i cantieri della monorotaia stazione-aeroporto, è entrato nel vivo il processo sulla contestata opera. Le ipotesi di reato sono abuso d’ufficio e turbativa d’asta e imputati sono l’ex sindaco Flavio Delbono, il suo assessore al bilancio Villiam Rossi, il presidente del Ccc Piero Collina, l’allora presidente di Atc Francesco Sutti e tre dirigenti comunali. Ieri l’udienza è stata catalizzata dalla testimonianza del dirigente della società spagnola, che ha ripercorso le tappe della partecipazione al bando da cui uscì sconfitta. «Noi avevamo la migliore offerta tecnica e Ccc ci ha sorpassato sulla parte economica – ha spiegato -. Per noi l’offerta del Ccc era scadente. Era come paragonare una Ferrari con un’altra macchina. Fu una delusione totale». In un’intervista al Carlino, il 3 aprile 2009, lo stesso Minguez disse che Accìona era pronta a fare ricorso, e infatti fece un accesso agli atti, ma alla fine rinunciò perché, ha spiegato, «con la valutazione economica era questione di matematica pura. Noi avevamo fissato una soglia di passeggeri più alta mentre il Ccc aveva fissato una soglia più bassa e si assumeva il rischio che non ci fossero passeggeri. Per noi la soglia era più cautelativa e maggiore il rischio che il Comune dovesse sborsare». In realtà, secondo la Procura, il rischio ricadeva sul socio pubblico in virtù dei patti con Atc: «Ma io ho saputo dell’entrata di Atc solo quando sono stato sentito dalla Guardia di Finanza». Ricostruendo le fasi precedenti al primo bando, Minguez ha raccontato di avere avuto diversi contatti e incontri con Sutti, in vista di una partecipazione alla gara come socio-gestore: «Abbiamo prodotto anche verbali di accordo ma alla fine non si firmò nulla», e il presidente di Atc non si fece nemmeno più trovare al telefono. Salvo richiamare lui stesso Minguez alla vigilia della scadenza del bando: «Mi chiamò per sapere se presentavamo un’offerta e gli dissi di no perché non tornavano i conti». Ma, ha specificato, «per me lui era fuori: se avessi saputo che era con altri concorrenti non gli avrei detto che non partecipavamo». Gli spagnoli erano convinti che Atc non fosse della partita perché «non voleva e non poteva». «Era nell’aria che Atc non potesse partecipare — ha detto Minguez — perché partecipata dal Comune. Ne parlammo anche in una riunione in Comune con l’assessore Zamboni e ci dissero che stavano facendo una valutazione legale su questo». Sappiamo come poi è andata a finire.

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Processo People Mover – Report sintetico sull’udienza di venerdì 8 gennaio 2016

Venerdì 8 gennaio 2016 Lorenzo Alberghini e Sergio Brasini del Comitato No People Mover hanno presenziato all’intera udienza del processo sul People Mover che si è tenuta presso l’aula 11 del Tribunale di Bologna. A presiedere il collegio dei giudici non è più Grazia Nart, ma Luisa Raimondi. Erano presenti in aula gli imputati Patrizia Bartolini, Francesca Bruni, Cleto Carlini, Piero Collina. Assenti invece gli imputati Flavio Delbono, Francesco Sutti e Villiam Rossi. L’avv. Domenico Morace ha rappresentato il Comitato, costituitosi parte civile attraverso l’Associazione “Primavera Urbana”.
In apertura di udienza la giudice Raimondi ha ricordato l’avvenuta ammissione delle prove documentali depositate dai PM Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio e degli elenchi dei testi chiamati in aula (15 per la seduta odierna + 9 per l’udienza successiva). I PM hanno precisato che procederanno a reiterare la richiesta di acquisire ulteriori testimonianze, già respinta nelle precedenti udienze. La prima schermaglia procedurale si è aperta dopo l’annuncio dei PM di voler iniziare oggi dando la precedenza, tra i 15 testi, ai loro 3 consulenti per gli aspetti legali, economico-finanziari e tecnico-ingegneristici. Gli avvocati difensori degli imputati si sono opposti, ma la giudice ha rigettato l’eccezione sollevata. Si è però stabilito, come gesto di riguardo, di avviare l’udienza con un teste che veniva dalla Spagna (Fernando Minguez Llorente, dirigente di Acciona). A seguire l’avvocato Alfredo Biagini, legale di ATC e TPER, e infine i consulenti dei PM Cesare Caturani (avvocato amministrativista) e Stefano d’Orsi (dottore commercialista). Gli altri 11 testi, compreso l’ex consigliere comunale Daniele Corticelli, sono stati rinviati alla prossima udienza, fissata per il giorno 8 aprile 2016 alle ore 10,45. Sono state fissate anche le date delle successive udienze prima della sospensione estiva: 29 aprile, 16 maggio, 20 maggio, 26 maggio, 10 giugno, 17 giugno, 15 luglio e 22 luglio 2016.
A seguire un breve report di quanto avvenuto in udienza:

– l’ing. Fernando Minguez Llorente ha chiarito i motivi che spinsero Acciona e Ghella a non partecipare al primo bando per il People Mover e poi invece a partecipare al secondo bando. Ci furono contatti formali con ATC nella persona del Presidente Sutti per stringere un accordo in vista della partecipazione al primo bando. Acciona e Ghella produssero un “memorandum of understanding” inviato ufficialmente ad ATC, dalla quale non arrivò mai alcuna risposta. Né l’ing. Francesco Sutti né l’ing. Paolo Paolillo furono più rintracciabili telefonicamente. Ma la decisione di non partecipare al primo bando non dipese dal mancato accordo con ATC, perché Acciona e Ghella potevano assicurare anche da soli la gestione della concessione, avevano l’esperienza per farlo; dipese solo da una valutazione tecnico-economica, perché non c’erano i margini per un ritorno economico. Poi, in vista della partecipazione al secondo bando, ATC non venne più cercata perché si dava per scontato che ATC non voleva (o non poteva, in quanto società partecipata dal Comune di Bologna, che era la stazione appaltante) partecipare direttamente al bando. Il verbale di gara con i punteggi, sul secondo bando, vede attribuire il massimo ad Acciona e Ghella sulla parte tecnica (secondo il dirigente spagnolo il loro progetto era come una Ferrari, quello di CCC come un’autovettura qualunque), ma la situazione si rovescia completamente sulla parte economico-finanziaria, perché CCC indica prezzi molto più bassi di costruzione dell’opera e una soglia molto più bassa (in termini di numero di passeggeri trasportati) al di sotto della quale sarebbe scattato il contributo pubblico compensativo da parte del Comune. Rispondendo ad una domanda dell’avv. Guido Magnisi (difensore di Carlini), Llorente chiarisce che Acciona non aveva alcuna consapevolezza dell’accordo intercorso tra CCC e ATC attraverso la stipula dei “famigerati” patti parasociali. La cosa fu vissuta male, perché gli spagnoli avevano la consapevolezza di avere proposto il prodotto “migliore” e spesero circa 1 milione di euro per tutto il “lavoro istruttorio”. Della partecipazione di ATC attraverso i patti parasociali Acciona non viene a sapere nulla, e non lo sa neanche quando decide di fare accesso agli atti. Lo avessero saputo allora, avrebbero sicuramente fatto ricorso, cosa che poi non fecero.

– l’avv. Alfredo Biagini si occupò di People Mover, come consulente legale di ATC, una prima volta nel 2006, fornendo un parere favorevole rispetto al fatto che il Comune di Bologna potesse affidare in house ad ATC le attività di progettazione e gestione della monorotaia, oppure che in subordine ATC potesse partecipare direttamente alla gara. Poi il 10 novembre 2009 rende un secondo parere sulla possibilità che il cosiddetto decreto Bersani sulle società pubbliche impedisca ad ATC di entrare a far parte di una società di progetto (ossia Marconi Express) con CCC. Singolarmente ATC gli fornisce come documentazione solo il bando di gara, pur essendo nel frattempo già intervenuta l’aggiudicazione a CCC (la stipula del contratto di concessione è datata 4 giugno 2009). Questo secondo parere, favorevole all’ingresso di ATC nella società di progetto, fu reso al CdA di ATC in un momento nel quale in realtà ATC aveva già deliberato il proprio ingresso in Marconi Express, la fase era già molto avanzata. Il teste ha negato che ci fosse una saldatura tra i due pareri. Non si pone alcun dubbio e non fa alcuna domanda ad ATC sul perché non avesse partecipato direttamente al bando di gara, nonostante il suo parere favorevole. Le sue prestazioni sono state regolarmente pagate da ATC. L’avv. Morace gli ha chiesto se fosse consuetudine che ATC si rivolgesse al suo studio per pareri legali, la risposta è stata che questo avveniva di norma solo per le gare bandite da ATC. Sempre l’avv. Morace ha poi introdotto il fatto che l’avv. Biagini abbia rappresentato TPER davanti al Tar del Lazio nel contenzioso legale legato al parere reso in data 8 maggio 2013 dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (ora assorbita dall’Autorità Nazionale Anticorruzione) sul People Mover. Dopo una breve ricostruzione della vicenda (dapprima il Tar del Lazio rinvia ogni decisione per competenza al Tar dell’Emilia Romagna, poi il Consiglio di Stato riporta la competenza della decisione al Tar del Lazio, che infine rigetta l’istanza di CCC e Marconi Express per “difetto di interesse”), l’avv. Biagini afferma che il ricorso davanti al Tar del Lazio non è stato da lui portato a termine perché è stato discusso prima quello di CCC e Marconi Express. Infine afferma che l’ing. Sutti non gli ha mai riferito di contatti intercorsi tra ATC, Acciona e Ghella.

– l’avv. Cesare Caturani è intervenuto mettendo in evidenza il vulnus che i patti parasociali firmati da CCC e ATC apportano all’intero istituto concessorio, perché CCC rientrava subito delle spese di progettazione e di costruzione, mentre ATC si caricava sulle spalle tutto il rischio di impresa legato alla gestione dell’opera. Nel contratto di concessione non viene scritto nulla sul passaggio delle quote tra CCC e ATC, quello che viene scritto nei patti parasociali è con tutta evidenza contra legem perché stravolge l’istituto stesso della concessione. I rilievi e i dubbi esplicitati dal funzionario comunale Sonia Bellini e dal funzionario della Provincia Carmelina Agresti sono stati completamente ignorati dal parere reso dall’avv. Biagini, e questo non va bene perchè qui si tratta di concessione di servizio pubblico. Poiché nel contratto di concessione non era scritto alcunché, e poiché l’art. 156 del Codice sugli Appalti non prevede per la società di progetto nessuno dei controlli strettissimi in genere previsti in termini di lavori pubblici, i soci pubblici di ATC sono stati messi in grave difficoltà dai patti parasociali. Per separare in maniera rigorosa il concessionario dalla società di progetto (come affermato anche nel parere dell’AVCP del 2013) CCC sarebbe dovuta entrare con il 100% di quote in Marconi Express. Nessun altro soggetto (tranne banche e istituti finanziari), tantomeno ATC, sarebbe potuto entrare nella società di progetto. L’AVCP mette chiaramente in discussione il fatto che ATC potesse entrare nella società di progetto, affermando che serviva una gara ulteriore e non una sorta di “cooptazione” su base reputazionale, anche per preservare aspetti legati alla trasparenza delle procedure. Un altro aspetto interessante è il chiarimento sul rispetto dei requisiti di partecipazione al secondo bando di gara da parte di CCC. I requisiti erano 4, due di natura economico-patrimoniale (cioé capitale sociale e fatturato nell’ultimo quinquennio), due di natura tecnica, “esperienziale” nella gestione di servizi affini. CCC non è in grado di rispettare questi ultimi, ma il bando (a norma di legge peraltro) prevede che questi si possano bypassare se si raddoppiano i primi due requisiti economici tramite l’istituto dell'”avvalimento”. In questo caso fu Unipol Merchant Bank a produrre l’avvalimento in favore di CCC raddoppiando di fatto il capitale sociale a disposizione di quest’ultima. E’ da notare però che l’avvalimento dichiarato è a termine, solo cioé fino al momento del collaudo del People Mover. Quindi di fatto CCC segnala la sua intenzione di voler uscire dalla compagine societaria di Marconi Express già in sede di gara attraverso questa modalità dell’avvalimento a termine. Il primo dicembre 2009 il Comune di Bologna (Giunta Delbono) delibera di accogliere l’ingresso di ATC in Marconi Express nonostante il parere critico della funzionaria Sonia Bellini esplicitato in data 13 ottobre 2009.

– il dott. Stefano d’Orsi ha illustrato la parte economica del progetto. L’analisi del piano economico-finanziario dell’opera venne fatta all’atto dell’aggiudicazione parziale da parte di CCC, e fu demandata dal Comune a KPMG. Venne verificato anche il requisito della “bancabilità” dell’opera. CCC conseguì il massimo del punteggio sulla parte economica del bando, in quanto la stima della domanda (utenza) prevedeva un intervento molto modesto da parte del Comune a supporto, e per pochi anni. Venne infatti generato una scenario di domanda decisamente inferiore a quello base e anche a quello di Acciona e Ghella. Il valore attuale netto del progetto venne stimato pari a – 10.880.000 euro da parte di Acciona e Ghella e a + 506.000 euro da CCC. Poi i patti parasociali vanno ad incidere a loro volta sulla credibilità del piano economico-finanziario. In particolare emergono forti dubbi sul fatto che ATC si possa esporre per le cifre indicate (12 milioni di euro), ci sono evidenti riserve sulla capacità di ATC di sostenere un impegno così prolungato nel tempo in termini di garanzie senza dover fare ricorso a sua volta ai soci pubblici. I dubbi sulla credibilità del piano economico-finanziario di CCC restano tutti, soprattutto se abbinati alla lettura dei patti parasociali: un operatore privato non poteva essere in grado di presentare un piano corredato da quegli indici economici senza accollarsi un grande rischio di impresa, a meno che tutto il rischio non venisse trasferito sull’operatore pubblico! L’avv. Morace ha chiesto conferma al teste della presenza di una clausola di riservatezza nei patti parasociali stipulati tra CCC e ATC. In effetti il punto 2.1 sancisce l’impossibilità di divulgarne il contenuto senza l’assenso esplicito di tutte le parti in causa: si tratta di una clausola priva di senso (oppure ha molto senso, a voler pensare male…).

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People Mover. Merola: “Ci dicano presto se è illegittimo”

http://www.radiocittadelcapo.it/archives/people-mover-merola-illegittimo-168875/

People Mover. Merola: “Ci dicano presto se è illegittimo”

Bologna, 4 gen. – La magistratura dica in tempi rapidi se il People Mover è illegittimo o meno. Perché, senza una sentenza, il Comune di Bologna è costretto a far rispettare il contratto e andare avanti con l’opera. È con “un po’ di insofferenza”, come dice lui stesso, che il sindaco Virginio Merola commenta questa mattina il nuovo fascicolo aperto dalla Procura sul People Mover. I cantieri della monorotaia tra stazione e aeroporto “vanno avanti- spiega Merola- mano a mano che si rispettano disposizioni contrattuali. L’iter è avviato”.

All’inchiesta sul bando di affidamento dell’opera (che vede a processo tra gli altri anche l’ex sindaco Flavio Delbono), ora però se ne aggiunge una seconda per presunte irregolarità sullo sblocco dei cantieri. E su questa indagine, “mi viene da dire una cosa, riflettendo un po’ con calma- afferma il sindaco- vorrei che un giorno qualcuno ci dicesse, invece di lasciarci in mezzo a queste cause ed esposti, se quest’opera è illegittima. Ce lo dicano in fretta, così non abbiamo più il problema di pagare penali alla controparte che ci fa causa se non adempiamo al contratto”. Merola ne parla in mattinata, prima della commemorazione dei tre carabinieri uccisi dalla banda della Uno Bianca al Pilastro. Alla cerimonia è presente anche il procuratore aggiunto Valter Giovannini. Ma sindaco e pm, pur incrociandosi, non si salutano. “È mai possibile- insiste Merola- che non ci sia nessuno che ci dica che l’opera è illegittima, così noi siamo fuori dal problema delle cause dei primi arrivati, o dobbiamo sempre prenderci le botte da tutti e stare in mezzo col cerino acceso?”.

Se il People Mover venisse dichiarato illegittimo, sottolinea il sindaco, il Comune sarebbe “meglio tutelato” con il concessionario dell’opera. Ma “allo stato attuale dei fatti, non esiste la possibilità di revocare il contratto se si rispettano le adempienze”. Dunque, manda a dire Merola, “come al solito piena fiducia nella magistratura. Ma decidete in tempi ragionevoli“, perché ad oggi “ci mettono nelle condizioni di essere tra l’incudine e il martello, dove uno fa l’esposto, l’altro fa causa e la magistratura indaga. Ma noi abbiamo un contratto ed e” certo che lo facciamo applicare. Ma sulla legittimità o meno dell”opera sarebbe bene pronunciarsi in tempi ragionevoli. Non posso disdire un contratto perché c’è in corso un’inchiesta”. Insomma, insiste Merola, “fino a sentenza definitiva o alla prima sentenza non ha strumenti giuridici come Comune per autotutela”. E ammette: “C’è un po’ di insofferenza rispetto ai tempi. Noi abbiamo applicato tutte le norme che dovevamo, quindi siamo tranquilli su questo. Non sono tranquillo sui tempi. Se a febbraio ci sara’ la sentenza sui nostri predecessori, vediamo se finalmente si trova un punto fermo”. Il sindaco non nasconde le critiche. “È un modo di amministrare la giustizia che confligge con l’operatività delle istituzioni. Qualcuno dovrebbe interrogarsi su questi eterni tempi e sulle incertezze che creano. O e” un problema solo mio?”. Merola dice di non essere stato chiamato dalla Procura per questa nuova inchiesta. “Non ho bisogno che mi contattino, ma che si pronuncino- insiste il sindaco- sul Civis siamo andati avanti 4-5 anni e ora sono tutti assolti. Se lo avessimo saputo prima, avremmo avuto meno problemi dal punto di vista operativo”. Si tratta di un “ragionamento di buon senso- conclude Merola- ma siamo ridotti a questo”.

(Dire)

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