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L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

Intervista di Simone Arminio pubblicata venerdì 9 dicembre 2016 da il Resto del Carlino – Bologna.

L’ex presidente del Ccc, Collina: «Tutte le indagini sulle grandi opere sono finite in niente»

«Oggi non posso che essere felice, perché dopo diverse indagini e tanti anni duri, di attesa, l’esito è sempre lo stesso. Il migliore di tutti: assolto, perché il fatto non sussiste». Ha festeggiato, ieri, Piero Collina, cooperatore di lungo corso, fino al 2015 presidente del Consorzio Ccc, indagato e assolto due volte: sul Civis e, mercoledì, sul People Mover.

Collina, se l’aspettava?

«Ero fiducioso di avere agito nel giusto, perciò mi aspettavo una soluzione positiva. Ero comunque pronto anche a formule meno piene, per questo sono molto felice».

Oltre alla felicità c’è chi fa di più: lei pensa ci fossero i presupposti per indagarla?

«Non mi piacciono le dietrologie. Posso solo registrare che ci sono stati anni in cui tutto ciò che avesse a che fare con i trasporti, in questa città, è stato investito da indagini, tutte finite in nulla».

Sotto accusa c’era anche un certo rapporto con la politica.

«L’unico punto di contatto con la politica, nel mio caso, fu l’esposto su nostre presunte irregolarità nell’appalto per il People Mover, presentato dall’allora consigliere comunale Corticelli. La procura ha indagato per anni e accertato che tutto si svolse in maniera regolare. Certo, se non ci fosse stato quell’esposto avremmo perso meno tempo. Ma non importa».

E dell’inchiesta sulla Colata di Idice cosa pensa?

«È una storia che conosco poco. L’ho letta sui giornali. Una vicenda complessa e – se le assoluzioni verranno ufficializzate – probabilmente un po’ esagerata».

Tutti assolti: le coop potranno rialzare la testa.

«Guardi che le coop la testa l’hanno sempre tenuta alta».

Nonostante le indagini?

«Quando si è molto bravi e perciò competitivi sul mercato, difficoltà di questo genere si mettono in conto».

Competitivi o privilegiati?

«Il nostro livello consortile permette alle singole unità di rafforzarsi molto e meglio di altri. Un sistema lecito, che a volte qualcuno interpreta male. Da qui le inchieste. E le assoluzioni».

Fare lobby all’americana, come ha fatto Legacoop, insomma, è lecito.

«Vorrei ben vedere: la Lega è il nostro organismo di rappresntanza. Se non difendesse gli interessi delle proprie iscritte, rispettando le leggi, sarebbe un problema».

Assoluzioni a parte, il danno di immagine rimane?

«Sono stati anni molto difficili per noi. Ma ci rialzeremo in fretta: una reputazione che si fonda sui giudizi del tribunale, d’altronde, ha basi molto più solide».

 

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14 Milioni di danni erariali per il People Mover

Da Il Corriere di Bologna:

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2014/25-giugno-2014/pm-contabili-contro-giunta-delbono-quattordici-milioni-il-people-mover-223459429490.shtml

BOLOGNA – Un conto astronomico da oltre 14 milioni di euro è il poco invidiabile regalo recapitato dalla Procura presso la Corte dei Conti all’ex sindaco Flavio Delbono, ai suoi assessori e al direttore degli Affari istituzionali del Comune di Bologna per il pasticcio del People mover. Anzi, per il pasticcio dei patti parasociali che segnarono la nascita della società di gestione Marconi Express, il «matrimonio» tra i vincitori della gara da 95 milioni di euro, l’onnipresente Consorzio cooperative costruzioni (Ccc) e l’allora Atc (oggi Tper), società pubblica che affiancò Ccc accollandosi la gestione della navetta per l’aeroporto.
Il problema del People mover è sempre lì, fin dall’esposto dell’allora consigliere guazzalochiano Daniele Corticelli che è all’origine di tutto. La stessa questione è al centro dell’inchiesta penale chiusa dalla Procura con l’ipotesi di truffa aggravata e turbativa d’asta per Delbono, il numero uno di Ccc Piero Collina, l’ex presidente di Atc Francesco Sutti e l’allora assessore comunale al Bilancio Villiam Rossi. Quest’ultimo condivide con l’ex sindaco e con la dirigente, architetto Francesca Bruni, la parte più cospicua della responsabilità amministrativa ipotizzata dal pm contabile Pasquale Principato: ciascuno di loro, secondo l’invito a dedurre di 47 pagine notificato agli interessati, dovrebbe pagare il 20 per cento dei 14 milioni, dunque 8,5 o giù di lì; il resto, secondo il pm, dovrebbero accollarselo gli assessori presenti alla riunione di giunta del 1° dicembre 2009 che autorizzò Atc ad accordarsi con Ccc. Sono Luciano Sita, Maurizio Degli Esposti, Plinio Lenzi, Milena Naldi, Luisa Lazzaroni e Nicoletta Mantovani: poco meno di un milione a testa. Il danno erariale ipotizzato non è diretto, se non in minima parte. Circa 68 mila euro l’anno, dal 2011, per interessi sugli otto milioni della prima tranche del finanziamento regionale.

La parte più consistente è il risultato di un calcolo statistico che incontrerà forti resistenze nelle difese. Il pm contabile ritiene che il Comune, di fronte alla circostanza che il costruttore Ccc — vincitore del bando emesso nel 2008 dalla giunta Cofferati — non avrebbe assicurato la gestione della navetta, non avrebbe dovuto affiancarlo con Atc ma bandire una nuova gara per la sola costruzione dell’infrastruttura, quindi affidare la gestione con una logica diversa dal project financing. E secondo i calcoli della Procura, basati sui dati statistici dell’Osservatorio dei contratti pubblici in materia di ribassi medi, il Comune avrebbe potuto risparmiare il 14,5 per cento, che su 95 milioni fa 13 milioni e 809 mila euro. Sui patti parasociali, che prevedevano che Atc entrasse con il 25 per cento e acquisisse in un anno il 75 per cento di Marconi Express, si è concentrata anche l’Autorità di vigilanza. Tant’è che il progetto è ripartito con la loro modifica: Tper, che ha preso il posto di Atc, rimarrà minoritaria.

Solo il tempo, sempre che l’opera sia realizzata, dirà se la gestione è solo un rischio o anche un’opportunità. Il pm ritiene però «ampiamente dimostrata la sussistenza di una condotta contraria ai doveri di servizio» da parte degli amministratori, cui attribuisce «grave negligenza» anche perché «il People mover era l’intervento più consistente nel piano triennale dei lavori pubblici» e «avrebbe richiesto ben maggiore attenzione». Naturalmente l’invito a dedurre è il primo atto, la battaglia deve ancora iniziare. Restano estranei all’accusa Sergio Cofferati e i suoi assessori che avevano avviato il discusso progetto, ma anche la Provincia. Azionista di Atc, espresse qualche riserva.

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