Il comitato: «Pronti a bloccare i cantieri»

Articolo di Gianluca Rotondi pubblicato domenica 1 novembre 2015 dal Corriere di Bologna.

Il comitato: «Pronti a bloccare i cantieri» 
Sel e M5S con il fronte del no, pesa il processo che ha tra gli imputati Delbono
I no People mover non si rassegnano. Nel giorno del via libera, gli anti monorotaia inaugurano simbolicamente il collegamento (incompleto) della stazione Aeroporto dell’Sfm a Borgo Panigale, che secondo il comitato può sostituire la discussa opera, e promettono battaglia: «Siamo pronti a bloccare i cantieri», assicura Andrea Tesini del comitato che da anni si batte contro la soprelevata. Accanto a loro c’è un fronte politico, l’asse Sel-Movimento cinque stelle- Coalizione civica, che ieri è di nuovo salito sulle barricate e guarda con attenzione al processo in corso sul controverso iter amministrativo dell’opera. La capogruppo vendoliana a Palazzo D’Accursio, Cathy La Torre, ha invitato il sindaco Merola a non cantar vittoria: «Sulla monorotaia pende una ipotesi di turbativa d’asta che, se venisse accertata, renderebbe annullabile il contratto», ha scritto su Facebook La Torre dando corpo alle speranze degli anti People mover. Per conto del comitato, l’avvocato Domenico Morace ha inoltre chiesto ai pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari di sollecitare il Tribunale a disporre il sequestro di cantieri e finanziamenti regionali. Il capogruppo pentastellato in Comune Massimo Bugani parla di un «giorno di lutto per tutti i bolognesi di buon senso». «Fermare questa follia da oggi sarà ancora più difficile — dice il grillino —. Se a governare Bologna dal prossimo anno ci sarà il M5S, si troverà anche questo scempio in eredità. 120 milioni di euro per una monorotaia di 5 km, con sopra un trabiccolo da 35 posti simile al brucomela e con 8 persone a processo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Mandiamo a casa questi». I finanziatori del progetto sono certi che qualunque sia l’esito del processo non ci saranno ricadute sul contratto e quindi sull’opera. Hanno studiato le carte dell’inchiesta e chiesto pareri legali. Insomma, si sentono al riparo da sorprese. A processo per i reati a vario titolo di turbativa d’asta e abuso d’ufficio ci sono l’ex sindaco Flavio Delbono, il suo assessore al bilancio Villiam Rossi, l’ex numero uno di Atc (oggi Tper) Francesco Sutti, i funzionari del Comune Patrizia Bartolini, Cleto Carlini e Francesca Bruni. Imputato anche Piero Collina, ex numero uno del Ccc che si aggiudicò la gara. I pm ipotizzano che il bando sia stato «cucito» addosso al Consorzio. Due i profili sotto accusa. Il mancato inserimento nel bando di requisiti tecnici che il Ccc non poteva avere e l’aver permesso alla coop, dopo la vittoria della gara, di costituire una società di progetto con Atc, la Marconi Express. Un altro nodo poi è quello dei patti parasociali (nel frattempo modificati) sottoscritti nel 2010 da Ccc e Atc in base ai quali l’azienda di trasporto avrebbe acquisito il 75% di Marconi Express, assumendo così gran parte degli oneri e dei rischi d’impresa. E ciò nonostante la gara per l’appalto da 100 milioni di euro fosse stata bandita nel 2008 in project financing, procedura che prevede che il Comune affidi costruzione e gestione al privato senza tirare fuori un euro. Sutti e Collina rispondono anche di aver stipulato, nel 2008, un patto occulto che stabiliva una partnership esclusiva per la partecipazione congiunta alla gara.

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